Saluzzese - 30 novembre 2020, 19:02

Enalcaccia Cuneo ringrazia per l’invito alla stesura del piano cinghiale, ma esprime alcune perplessità

L’associazione è stata invitata dal del Parco del Monviso con altre Associazioni e Comuni. Nel comunicato stampa l’analisi delle situazione e interrogativi in merito

Pier Paolo Testa, presidente Enalcaccia Cuneo

Pier Paolo Testa, presidente Enalcaccia Cuneo

 

Enalcaccia Cuneo ringrazia il Presidente Marengo per la missiva con la quale l’Associazione viene invitata, con i Comuni e altre Associazioni , a collaborare alla stesura del “Piano cinghiale” nell’ambito del Parco del Monviso, esprimendo però alcune perplessità.

La prima è che la normativa di riferimento su cui tale Piano si deve basare è vecchia di anni: il DPGR 24 marzo 2014, n.2/R e il Regolamento regionale recante “Attuazione dell’art. 33 della legge regionale 29 giugno 2009, n.19 relativo alla gestione faunistica nelle aree protette”.

Enalcaccia Cuneo prende atto di questo quadro normativo che non è certo recentissimo ed ampiamente disapplicato, constatando che questo strumento di gestione del cinghiale ben poteva essere realizzato prima: ma meglio tardi che mai! Curioso poi che venga chiesto a soggetti non scientifici come i Comuni o le Associazioni di fornire dei non meglio precisati “dati”, poiché la redazione di un Piano come quello che si vuole stilare si deve ispirare a criteri scientifici ed oggettivi, appunto, non empirici o approssimativi come quelli richiesti. Gli indici cinegetici (per i non tecnici questo è il numero dei cinghiali abbattuti dai cacciatori), così come la quantificazione dei danni agricoli, sono disponibili nelle sedi di CA ed ATC; il dato degli incidenti stradali rilevati (approssimati sicuramente per difetto) si può ricavare dalle Forze dell'Ordine, come dall’Asl Cuneo 1 quando viene chiamato il Servizio veterinario.

Quali dati ha oggi a disposizione il Parco (fondato nel 1990 come Fluviale del Po Cuneese)? Rilevamenti su aree campione, su transetti o per osservazione diretta? Enalcaccia Cuneo sarebbe interessata a conoscerli e condividerli.

L'esempio di Staffarda che il Parco cita è emblematico di una gestione che, nelle pieghe dei conflitti di competenze tra Enti, è orientata al totale immobilismo che - precludendo l'attività venatoria - ha visto l'espandersi di problematiche gravi non più limitate ai danni agricoli, ma ora all’incolumità stessa delle persone, a partire dalla viabilità sulla SS del laghi di Avigliana. Enalcaccia Cuneo precisa che  la categoria dei Cacciatori non si è mai sottratta a forme di collaborazione con il Parco: peccato che ciò non sia mai stato richiesto, né strutturato adeguatamente, con la partecipazione dei cacciatori residenti nel perimetro del Parco, i selecontrollori, le guardie Venatorie.

In conclusione si dissente dall’epilogo della missiva che individua il cinghiale come specie dannosa: nessuna specie (oltre al cinghiale pensiamo al cormorano, alla nutria o al lupo) è in sé utile o inutile, “vantaggiosa” o “dannosa”; in territori antropizzati come quelli in cui viviamo compete all'uomo gestire le dinamiche delle popolazioni di fauna selvatica.

Quando ciò non avvenga un’assunzione di responsabilità sarebbe doverosa.

Pier Paolo Testa, Enalcaccia Cuneo

 

 

comunicato stampa

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