Che fine hanno fatto i 50mila euro che l’Amministrazione Bo aveva previsto quale premio per il personale sanitario impegnato nella prima ondata della battaglia contro il Covid-19?
A cinque mesi dalla variazione di bilancio che nel giugno scorso destinava parte dell’avanzo 2019 a finanziare quella e altre misure di sostegno a famiglie e attività produttive cittadine, quei fondi sono divenuti l’oggetto di un vivace scontro tra maggioranza e opposizione del Consiglio comunale albese.
A sollevare il tema Fabio Tripaldi, ex assessore e oggi esponente della minoranza di "Uniti per Alba", che di quei fondi, non ancora divenuti l’oggetto di uno specifico bando, aveva già chiesto conto alla Giunta nel corso del Consiglio comunale di metà novembre, tornando ora a farlo nel corso della riunione con la quale lunedì la IV Commissione consiliare permanente è tornata a fare il punto sull’emergenza sanitaria in città.
Come già in assemblea, a illustrare i piani del Comune in proposito è stata il vicesindaco Carlotta Boffa che, interpellata sul criterio infine scelto per la distribuzione di quei fondi, ha spiegato che sia la prima ipotesi presa in considerazione (buoni da spendere in esercizi commerciali cittadini), sia quella successiva (una tantum da distribuire sull’esempio dei fondi erogati alle famiglie con figli minori), sono state infine scartate in quanto incompatibili col capitolo di spesa nel quale la somma era stata inserita all’interno del bilancio comunale.
"Mentre sono emerse queste difficoltà – ha proseguito Boffa – ci siamo confrontati, coinvolgendo anche il sindaco e l’assessore al Bilancio Bruno Ferrero e arrivando alla conclusione che tale contributo non dovesse essere limitato al solo personale dell'Asl, quando in questo periodo si sono adoperati tantissimi altri operatori, quali quelli impegnati nelle case di riposo o presso associazioni come la Croce Rossa, per fare due esempi. A questo punto si è pensato di rimandare tutto al prossimo anno, cercando di allestire un qualcosa che possa soddisfare una platea più ampia di persone, senza comprenderne alcune a discapito di altre. Cercheremo quindi di destinare più risorse e di accontentare tutte le persone che si sono adoperate in questo periodo così complicato e impegnativo".
Per nulla soddisfatta la controreplica del consigliere Tripaldi: "Posso capire le difficoltà tecniche, ma prima di fare una qualsiasi iniziativa si verifica se si può fare o meno. Altrimenti siamo alla politica degli annunci. Ora, il buono non c’è. E dopo cinque mesi ci si accorge che sul territorio esistono anche le Rsa? Va bene mettere più risorse, ma la questione più grave è che, ad oggi, ancora non si è deciso con quale criterio erogare questi fondi. Il bonus varrà solo per medici, infermieri e Oss che sono cittadini albesi, oppure varrà per tutti? Perché è una discriminante importante. Sono soldi dei cittadini albesi, teoricamente dovrebbero andare agli albesi. Poi si possono anche fare le capriole e destinarli a chi ha operato sul nostro territorio, ma allora parliamo di 1.500 persone. Con 50.000 euro riceveranno pochi euro a testa".






