Curiosità - 09 dicembre 2020, 13:25

Papa Francesco annuncia il Giubileo di San Giuseppe e la lettera Patris corde: “La Chiesa ha bisogno di padri”

Indulgenza plenaria fino all’8 dicembre 2021, a 150 anni dalla proclamazione di San Giuseppe come patrono della Chiesa universale a ricordare tutti coloro che stanno in ‘seconda linea’, ma hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza

Papa Francesco annuncia il Giubileo di San Giuseppe e la lettera Patris corde: “La Chiesa ha bisogno di padri”

Iniziamo la giornata con una bella notizia. A 150 anni del Decreto Quemadmodum Deus, con il quale il beato Pio IX dichiarò San Giuseppe Patrono della Chiesa Cattolica, papa Francesco ha proclamato un anno speciale dedicato a San Giuseppe che si concluderà l’8 dicembre 2021. L’annuncio è avvenuto durante l’Angelus di martedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione.

Al fine di perpetuare l’affidamento di tutta la Chiesa al potentissimo patrocinio del Custode di Gesù, papa Francesco - si legge nel decreto del Vaticano - ha stabilito che, dalla data odierna (8 dicembre 2020, ndr), anniversario del Decreto di proclamazione nonché giorno sacro alla Beata Vergine Immacolata e Sposa del castissimo Giuseppe, fino all’8 dicembre 2021, sia celebrato uno speciale Anno di San Giuseppe”. 

Per questa occasione è concessa l’Indulgenza plenaria ai fedeli che reciteranno qualsivoglia orazione legittimamente approvata o atto di pietà in onore di San Giuseppe, specialmente nelle ricorrenze del 19 marzo e del 1° maggio, nella Festa della Santa Famiglia, nella Domenica di San Giuseppe (secondo la tradizione bizantina), il 19 di ogni mese e ogni mercoledì, giorno dedicato alla memoria del Santo secondo la tradizione latina. 

Nell’attuale contesto di emergenza sanitaria, il dono dell’Indulgenza plenaria - scrive il Penitenziere maggiore nel decreto che ha la benedizione del Papa e varrà per tutto l’anno a venire - è particolarmente esteso agli anziani, ai malati, agli agonizzanti ed a tutti quelli che per legittimi motivi siano impossibilitati ad uscire di casa, i quali con l’animo distaccato da qualsiasi peccato e con l’intenzione di adempiere, non appena possibile, le tre solite condizioni (Confessione, Comunione e preghiera secondo le intenzioni del Papa, ndr), nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene, reciteranno un atto di pietà in onore di San Giuseppe, conforto dei malati e Patrono della buona morte, offrendo con fiducia a Dio i dolori e i disagi della propria vita”. 

Affinché il conseguimento della grazia divina attraverso il potere delle Chiavi sia pastoralmente facilitato, questa Penitenzieria - scrive il cardinale Mauro Piacenza - prega vivamente che tutti i sacerdoti provvisti delle opportune facoltà, si offrano con animo disponibile e generoso alla celebrazione del sacramento della Penitenza e amministrino spesso la Santa Comunione agli infermi”.

Il Decreto dell’indulgenza plenaria è accompagnato dalla lettera apostolica Patris corde (con Cuore di padre), firmata da papa Bergoglio. “Al compiersi di 150 anni dalla sua dichiarazione quale Patrono della Chiesa Cattolica fatta dal Beato Pio IX, l’8 dicembre 1870, vorrei condividere con voi alcune riflessioni personali su questa straordinaria figura, tanto vicina alla condizione umana di ciascuno di noi”, scrive il Pontefice nella lettera, nella quale invita ad abbandonare il giudizio sul prossimo: “Il dito puntato e il giudizio che usiamo nei confronti degli altri molto spesso sono segno dell’incapacità di accogliere dentro di noi la nostra stessa debolezza, la nostra stessa fragilità. Solo la tenerezza ci salverà dall’opera dell’Accusatore”.

L’omaggio a San Giuseppe è stato suggerito anche dal particolare momento che il mondo vive con la pandemia. “Tale desiderio - scrive Francesco - è cresciuto durante questi mesi di pandemia, in cui possiamo sperimentare, in mezzo alla crisi che ci sta colpendo, che le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solò”.

Quanta gente - spiega il Pontefice - esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti”.

Tutte queste persone, osserva Francesco, “Possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in ‘seconda linea’ hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. A tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine”.

“Padri non si nasce, lo si diventa”, conclude il Papa illustrando la paternità di San Giuseppe. E lancia un appello: “Nella società del nostro tempo, spesso i figli sembrano essere orfani di padre. Anche la Chiesa di oggi ha bisogno di padri”.

Silvia Gullino

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