Saluzzese - 11 febbraio 2021, 15:00

Parco del Monviso: “Se il buongiorno si vede dal mattino non c’è da aspettarsi un granché”

Dopo le travagliate vicende delle nomine, le riflessioni di Paolo Allemano, ex consigliere regionale che aveva partecipato attivamente ai lavori per la nascita del Parco

Da sinistra, Paolo Allemano e Gianfranco Marengo

Da sinistra, Paolo Allemano e Gianfranco Marengo

Il Parco del Monviso ha finalmente dipanato la questione delle nomine interne.

Dopo le vicende travagliate legate alla designazione del presidente, ruolo poi affidato a Dario Miretti, e alla nomina del CdA e dei vertici della Comunità delle Aree protette, l’Ente si avvia ora ad una piena operatività.

Ma Paolo Allemano, consigliere regionale nella passata legislatura Chiamparino, proprio alla luce delle note vicende degli ultimi venti mesi, pone una serie di ragionamenti sulle dinamiche che hanno portato sin qui.

Allemano aveva partecipato attivamente ai lavori per la nascita del Parco del Monviso.

I passaggi li ricorda lui stesso: “Con la legge regionale numero 19 del 3 agosto 2015 veniva modificata la legge regionale sulle aree protette, risalente al Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità del 2009, e veniva istituito il Parco del Monviso”.

Un percorso che Allemano definisce “un grande lavoro: un anno di discussioni accese sul territorio, 24 sedute di commissione, 540 emendamenti.

Un lavoro che ha pagato perché ha coinvolto i Comuni nella gestione di un’area protetta finalmente dotata di un marchio di valenza internazionale, il Parco del Monviso. Perché il lavoro di questi anni ha dato opportunità alle imprese montane orientando i finanziamenti comunitari; ha contribuito a creare una rete territoriale che ha scavalcato l’arco alpino saldandosi al parco del Queyras; ha sviluppato il marchio della biosfera; ha prodotto laboratori di ricerca sull’ambiente montano; ha ideato un festival alpino (UNA festival di Ostana) di grande suggestione; ha promosso l’attività sportiva e turistica di alta montagna; ha dato un forte contributo alle politiche di area vasta del saluzzese”.

Uno sguardo al passato, per poi approdare alle vicende dei giorni nostri.

A 20 mesi dall’inizio della legislatura Cirio si arriva, l’8 febbraio 2021, al rinnovo del CdA del Parco. – ci dice Allemano - Ci saremmo attesi che si chiedesse scusa per il ritardo nell’adempiere a un obbligo di legge.

Ci saremmo attesi che si riconoscesse al presidente uscente Gianfranco Marengo il merito di essersi speso senza riserve e con efficacia nel prosieguo del mandato in un clima di incertezza politica, quantomeno demotivante.

Ci saremmo attesi che qualcuno, nei lunghi mesi di gestazione della presidenza, avesse anche pensato al direttivo del Parco e avesse palesato ai sindaci, chiamati ad esprimersi col voto in assemblea, le scelte fatte. A tutti i sindaci, non solo quelli di area politica.

Può succedere che in politica chi vince occupi tutti gli spazi, non è bello, ma è più sopportabile se viene palesato con assunzione di responsabilità.

Nulla di tutto questo è avvenuto”.

E che dire di fronte all’affermazione di un membro del nuovo Consiglio: “…questo CdA dovrà cambiare radicalmente quello di prima, cercando di dare un’anima al Parco che crei sviluppo sul territorio…”.

Se questa è l’analisi politica del Centrodestra sul Parco, perché aspettare 20 mesi per un cambiamento? Non sarà che i giochi di potere, più che la volontà di fare delle buone politiche per il territorio, abbiano avuto il sopravvento?

Non ci resta che sperare in un cambio di rotta, perché se il buongiorno si vede dal mattino non c’è da aspettarsi un granché”.

Nicolò Bertola

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU