Attualità - 24 marzo 2021, 20:11

Saluzzo, Caritas intitola la Casa di Prima accoglienza a Monsignor Diego Bona per la sua attenzione agli ultimi

La cerimonia “in famiglia” domani 25 marzo. Una sala sarà intitolata ad Anna Maria Busso ex direttrice Caritas

Carlo Rubiolo, Franco Demaria, monsignor Cristiano Bodo

Carlo Rubiolo, Franco Demaria, monsignor Cristiano Bodo

L’intitolazione della Casa di Prima accoglienza avverrà domani 25 marzo nel  cortile di corso Piemonte 63, in forma ristretta.

Lo  ha annunciato alcuni giorni fa in Vescovado con la diretta online sulla pagina Facebook della Diocesi di Saluzzo, monsignor Cristiano Bodo nell’ambito di una conferenza stampa che ha aggiornato sulle novità riguardanti iniziative legate ai beni culturali, ai cammini pastorali per i giovani, alle attività della Caritas e ai cantieri di restauro in corso.

Alla conferenza ha partecipato il vicesindaco Franco Demaria che ha ringraziato  per la collaborazione e il legame del vescovo col territorio e Saluzzo. “La riapertura del centro di accoglienza è estremamente importante. Riparte un percorso che ha affiancato il Comune per decenni. Un percorso non facile: ricordo da giovane assessore quando don Gullino si era impegnato in questa attività. Le preoccupazione di allora era per l’immigrazione degli albanesi e si ripete oggi per quella degli africani.

C’è in realtà solo povertà che non è soltanto degli stranieri: gli utenti della Caritas sono anche italiani, persone che hanno perdono il lavoro, gli affetti. Mi piace che attorno al nuovo centro ci sia una collaborazione di gruppo, con l’Associazione AVASS, la Comunità Cenacolo e la comunità dei frati di San Bernardino. Mi ha aperto il cuore sapere che avete voluto dedicare il centro a Monsignor Diego Bona, un Vescovo che ha lasciato un grande ricordo così come Anna Maria Busso Olivero: due persone esempi di disponibilità e generosità. Vi ringrazio perché come Diocesi e come Caritas siete sempre presenti ad aiutarci nelle difficoltà che affrontiamo giornalmente”. 

Il Vescovo Bodo ha sottolineato : “La struttura sarà dedicata a Monsignor Bona che spostò l’episcopio in corso Piemonte. Mi disse che lo fece perché pensava all’episcopio come luogo della cultura, della cura e della carità. Con questa intitolazione andiamo a   sottolineare una sua capacità: l’attenzione agli ultimi. Oltre alla Caritas, Mons Bona era infatti anche presidente di Pax Christi. Ricordarlo significa chiedere a lui di proteggere dal cielo gli ospiti e la struttura, fondamento della Caritas. Se non esiste prima accoglienza, come ci hanno insegnato santi e beati, non esisterebbe oggi la Caritas”. 

Carlo Rubiolo, Direttore della Caritas : “Quando qualche mese fa l’Associazione Papa Giovanni ci ha comunicato che doveva abbandonare la gestione della casa per motivazioni interne, mi ero quasi arreso all’idea di dover rinunciare ad una struttura come questa perchè le risorse umane della Caritas non potevano garantire una gestione simile. L’intervento del nostro Vescovo, che ha cominciato a tessere le sue relazioni, è riuscito a coinvolgere la Comunità Cenacolo, il convento di San Bernardino e alla fine siamo riusciti a trovare la soluzione per offrire la possibilità di dare accoglienza.

I francescani hanno messo a disposizione Frate Andrea Nico Grossi che continua a svolgere la missione che già svolgeva a Parma, con la mensa. Mettendo insieme le risorse siamo riusciti a ripristinare la funzionalità di questa Casa anche se i numeri della sua capienza non sono elevati.

È comunque un’offerta che risponde ad un bisogno effettivo e grave sul territorio. Per la sala che abbiamo in fondo al cortile, che è un crogiolo di iniziative e che viene usato per vari servizi, abbiamo pensato di intitolarlo ad Anna Maria Busso Olivero, direttrice dal 2000 al 2009 che continuerà a lasciare un segno anche con questa intitolazione”.

Il dormitorio darà accoglienza a 11 uomini, la mensa fornirà pasti per una cinquantina di persone.

 

VB

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