Perché il Comune di Cuneo non interviene conservando correttamente villa Invernizzi in attesa di un restauro completo e una successiva destinazione specifica?
Questa è la domanda che muove il comitato di quartiere ormai da un anno, essendo l'ultima richiesta ufficiale d'intervento all'amministrazione comunale datata gennaio 2020.
I malumori e gli scetticismi dei residenti riguardo la villa arrivano da lontano, dalla presentazione del PEC incentrato sull'area adiacente a piazza Brunone Lanteri e compresa tra via Rosa, via Dante Livio Bianco e via Avogadro nel quale si prevedeva la costruzione di un fabbricato di 90.000 metri cubi a uso prevalentemente di servizi e commercio. Approvato nel 2009 dopo una riduzione a 66.000 metri cubi, tornati poi a 90.000 con l'adozione da parte del Comune di un nuovo regolamento edilizio.
A sparigliare ulteriormente le carte è arrivata, poi, la decisione della Soprintendenza dei Beni Culturali di Torino di inserire la villa sotto vincolo.
Secondo i membri del comitato le proposte avanzate nel corso del tempo - realizzazione di nuove aree verdi tra piazza Lanteri e via Avogadro, riduzione della cubatura prevista per il progetto edilizio ed eventuale spostamento in altra area, previsione di una nuova viabilità di collegamento con il prolungamento di via Raffaello e l'allargamento di via Rosa, e recupero di villa Invernizzi con destinazione specifica a favore delle attività del quartiere stesso - sono rimaste del tutto inascoltate.
Il presidente del comitato Andrea Odello, Lelio Invernizzi e Gerardo Pintus hanno incontrato a inizio settimana Giancarlo Boselli - prossimo candidato alle elezioni amministrative nel 2022 per la lista "Indipendenti" - , incentrando l'incontro proprio sulla questione.
"Occorre un intervento immediato di manutenzione per liberare la villa almeno dalla vegetazione che sta penetrandola, soprattutto nel retro e nel tetto - sottolinea Boselli in un post su Facebook - . In consiglio comunale più volte il consigliere Ugo Sturlese ha posto il problema. Chiediamo un segno di immediata attenzione da parte del sindaco e dell’assessore al patrimonio, che ha la responsabilità diretta di questo stato di grave ammaloramento che, se non sarà contenuto, porterà a breve termine a danni strutturali irreparabili di cui qualcuno dovrà rispondere".





