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Economia | 17 settembre 2021, 11:15

Alla Rolfo di Bra 20 ore di sciopero per il mancato rinnovo dell’integrativo

Oggi prima astensione dal lavoro dopo l’ennesimo rinvio sul premio, fermo da undici anni

Alla Rolfo di Bra 20 ore di sciopero per il mancato rinnovo dell’integrativo

Un pacchetto di venti ore di sciopero, le prime due delle quali sono state programmate per oggi (venerdì 17 settembre), con un’uscita anticipata dal turno pomeridiano.

Questa la prima azione che le sigle sindacali Fiom Cgil e Fim Cisl hanno proclamato alla Rolfo Spa di Bra per protestare contro lo stallo delle trattative per il contratto integrativo aziendale e il relativo premio di produzione, che da undici anni non viene rinnovato.    

"L’ultimo era stato concordato tredici anni fa – spiega il segretario provinciale dei metalmeccanici Cgil Domenico Calabrese –. Dopodiché i lavoratori ne hanno via via perso pezzi durante la crisi del 2008-2010, mentre dal 2014 in avanti la contrattazione è sempre stata rimandata, con l’azienda ad addurre ogni volta problematiche diverse. Lo scorso anno la motivazione era stata che si sarebbe dovuto attendere il rinnovo del contratto nazionale, mentre quest’anno ci è stato detto che 'mancherebbero le condizioni'. Eppure l’azienda sta lavorando con continuità, gli ordinativi non mancano, e anche nella fase più complessa della pandemia il lavoro è proseguito impegnando anche maestranze con contratti temporanei".

Oltre al riconoscimento di un premio da erogarsi in un prossimo triennio in considerazione dei risultati ottenuti, i rappresentanti dei lavoratori chiedono l’adeguamento del buono pasto, fermo a un 'ticket restaurant' di 1,07 euro al giorno.

"I segnali che provengono dall’azienda sul lavoro sono buoni – dice ancora il sindacalista Cgil –, per cui siamo molto delusi da questa chiusura sull’integrativo. Crediamo che sui lavoratori vada fatto un investimento, che tenta anche conto di come anche nei momenti più difficili hanno saputo dimostrare grande responsabilità e senso di attaccamento all’azienda. Oggi chiediamo un atto di dignità nei loro confronti", prosegue Calabrese, che intanto punta il dito sul continuo ricorso – in aggiunta a una forza lavoro di circa 300 addetti – a una trentina di lavoratori in staff leasing: "Si tratta di figure che costano mediamente il 15% in più. Se l’azienda in questi anni avesse provveduto a stabilizzarle oggi forse avremmo avuto le risorse per aggiornare i ticket".

Ezio Massucco

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