Politica - 21 ottobre 2021, 10:40

Salvini: “Entro l’autunno voglio i nomi dei candidati sindaco del centrodestra”

A Cuneo la richiesta del leader della Lega suona come una sveglia per i suoi e uno sprone per Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il Capitano annuncia, per il partito, il rinnovo dei segretari provinciali e cittadini in tutta Italia, attraverso i congressi. Si va verso un ridisegno della mappa del potere verde in Piemonte e in provincia?

Matteo Salvini, Riccardo Molinari (segretario regionale e capogruppo Camera Lega), Bergesio e Gastaldi. Passato il tempo dei brindisi, ora quello dell'autocritica e della riflessione

Matteo Salvini, Riccardo Molinari (segretario regionale e capogruppo Camera Lega), Bergesio e Gastaldi. Passato il tempo dei brindisi, ora quello dell'autocritica e della riflessione

Matteo Salvini è furibondo per due motivi.

Il primo è il pessimo risultato di Torino, dove il “suo” candidato, Paolo Damilano, ha perso e la Lega non ha raggiunto la soglia del 10%.

Il secondo perché c’è stato il temuto sorpasso (per quanto d’un soffio) dei Fratelli d’Italia.

Ora, incalzato da Giancarlo Giorgetti e dalla corrente dei governatori del Nord Est, cerca di capire le ragioni della sconfitta e, al contempo, di adottare contromisure per conservare una leadership che mai come in questo momento vede minacciata.

C'è la sensazione diffusa che qualcosa nel rapporto tra Salvini e il suo popolo si sia rotto.

Quando si sente accerchiato, il Capitano – com’è nel suo stile - gioca d’attacco lanciando, in questo caso, l’ennesima “rifondazione leghista”.

Annuncia il rinnovo di “tutti i segretari cittadini e provinciali in tutta Italia”, mediante congressi, contestualmente ad una “campagna di ascolto del Paese reale, attraverso un confronto serrato con categorie produttive e sociali, amministratori locali, famiglie e imprese”.

Obiettivo: cercare di risintonizzarsi al mondo dei ceti produttivi del Nord, che altrimenti rischia di voltare le spalle ad una Lega che aveva ricevuto “federalista” e che lui ha trasformato in “sovranista”, facendola diventare “Lega-Salvini Premier”.

In quale modo? Cambiando dirigenti e, se del caso, anche i candidati, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, elezioni politiche comprese.

“Non è più la stagione degli improvvisati in politica. La gente chiede di risolvere i problemi e ne ha abbastanza di slogan. Per farlo ci vogliono persone che abbiano un percorso nell'amministrazione e competenze da mettere al servizio del partito e delle istituzioni”, ha dichiarato ier l’altro alle agenzie di stampa Matteo Bianchi, fedelissimo di Giorgetti.

Un messaggio nemmeno troppo velato al “cerchio magico” che, in maniera carsica, si riaffaccia di tanto in tanto in via Bellerio.

Il clima, dunque, va surriscaldandosi e non potranno non esserci ricadute anche nel Cuneese dove la Lega raccoglie percentuali bulgare essendo di gran lunga il partito più votato.

Ma vediamo, nel dettaglio, come nel corso di questi ultimi anni è andato crescendo il consenso e qual è oggi la mappa del potere “verde” locale.  

Alle elezioni politiche 2013 la Lega aveva ottenuto in provincia di Cuneo il 7,25%. Alle ultime politiche (4 marzo 2018) aveva quasi quadruplicato i consensi ottenendo il 27,40%.

Due i parlamentari eletti nel 2018: il senatore Giorgio Maria Bergesio (collegio plurinominale) e il deputato Flavio Gastaldi  (collegio uninominale di Cuneo- Saluzzo-Savigliano).

Alle consultazioni europee 2014 la Lega aveva ricevuto in provincia di Cuneo il 10,30%. Cinque anni dopo, nel 2019, l’apoteosi, arrivando al 43,94%.

A Strasburgo è risultata eletta l’ex presidente della Provincia di Cuneo e già capogruppo regionale, Gianna Gancia.

Alle regionali del maggio 2014 i consensi erano stati 26.864 (10,70%) con l’elezione di un solo consigliere regionale nella lista cuneese, Gianna Gancia.

Alla consultazione regionale del 26 maggio 2019, i voti, anche in questo caso, erano quadruplicati: 108.392 (41,30%) con l’elezione  di tre consiglieri regionali: Luigi Genesio Icardi (attuale assessore alla Sanità), Paolo Demarchi e Matteo Gagliasso.   

Per trovare percentuali così alte di consenso ottenuti da una forza politica in terra di Granda, occorre andare indietro di mezzo secolo, quando la Democrazia Cristiana (prima del 1975), dominava incontrastata la scena politica ad ogni livello.

Ma il paragone non regge poiché nel Nord Ovest la Lega – a diversità di quanto avvenuto nel Nord Est – non ha saputo realizzare quella rete capillare sul territorio che consentiva alla Dc di avere salde in mano le redini dei poteri istituzionali e degli enti economici.

Sarà interessante capire – sempre che gli annunci abbiano un seguito – come si ridisegnerà la mappa del potere “verde” in Piemonte e nel Cuneese, a partire dai meccanismi di selezione della classe dirigente.

 

Giampaolo Testa

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