Il Comune di Cuneo si spenderà in favore delle persone con disabilità parziale escluse - come dichiarato dal messaggio INPS 3495 del 14 ottobre - dal diritto all'assegno di sostegno all'invalidità: il consiglio comunale nella serata di lunedì 29 novembre, infatti, ha votato all'unanimità la proposta presentata da Cuneo Solidale Democratica, Crescere Insieme, Gruppo Misto di Maggioranza e Partito Democratico.
"Il centro dell'ordine del giorno è un messaggio dell’INPS dell’ottobre scorso già tradottosi in una misura concreta - ha spiegato la consigliera Tiziana Revelli nel proprio intervento di presentazione - , con la comunicazione che l’assegno mensile riconosciuto dalla legge 118 del 1971 sino al 14 ottobre a tutte le persone con disabilità maggiore o uguale al 74% della capacità lavorativa, verrà ora erogato soltanto a chi non possiede alcun tipo di reddito, e non anche a chi ne recepisce uno compreso nei 5.000 euro".
A bloccare il riconoscimento dell'assegno - dal valore di 242,84 euro assicurati per 13 mensilità fino al persistere della condizione di non occupazione - è una sentenza della Corte di Cassazione: "Ci sembra la misura vada nella direzione opposta a quella del rimuovere gli ostacoli di natura economica e sociale presente nella Costituzione - ha aggiunto ancora Revelli - e penalizza chi, con competenze e grande sforzo, a volte svolge un’attività lavorativa di importante rilevanza. Chiediamo alla Giunta di farsi portavoce presso il Governo per l’adozione di iniziative a tutela delle persone danneggiate da questo provvedimento".
Un auspicio che il consiglio ha raccolto in toto, con un solo astenuto nel corso della votazione. Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) si è prodotto in un intervento davvero accalorato in cui ha ufficializzato il sostegno del gruppo consigliare all'ordine del giorno: "Già è folle costringere una persona con disabilità a un reddito di 260 euro circa e a dover arrotondare con altri lavoretti, togliere anche quelli è assurdo - ha detto - . Più folle ancora è che un invalido totale prenda 300 euro al mese, e che la questione sia stata sollevata, purtroppo, soltanto da Salvini. Che ci sta a fare la sinistra in Parlamento? Che fine ha fatto lo spirito di uguaglianza sociale, e come si può accettare una situazione di questo tipo?"