Anche quest’anno il monastero di Santa Chiara, a Bra, ha acceso le sue meravigliose luci natalizie.
Nella chiesa in viale Madonna dei Fiori, le Sorelle Clarisse ci mostrano una delle loro proprietà più preziose: il presepe. Scene bucoliche di vita campestre, dall’insito legame con Greccio, dove, nella notte santa del 1223, Francesco cercò di rievocare fedelmente il grandioso avvenimento del Natale.
Dalla stella cometa, ai pastori che portano al pascolo il gregge, tutta la scena brilla di fascino, riconducibile ad un eloquente e tangibile vissuto di fede. Bello immergersi in questa atmosfera, resa ancora più soave dal caratteristico albero di Natale, costituito da tante luci che accendono anche il cuore delle persone.
Fino alla capanna dove troviamo la Santa Famiglia, fulcro di tutta l’esperienza cristiana. In questa cornice, “La Madonna diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo”. Con queste parole, l’evangelista Luca ci proietta in quella che è la notte dei tempi, in cui Gesù venne alla luce in una semplice mangiatoia, ai confini del mondo allora conosciuto. Da quel giaciglio il Signore si è fatto Parola di speranza per l’umanità di ieri, oggi e domani.





