I primi avventori si presentano sul piazzale di prima mattina. Sono "quelli delle 7", come il dottor Giorgio Lurgo chiama affettuosamente la ristretta "compagnia di giro" di chi, da tempo, ha ormai fatto l’abitudine a questo rito periodico prima di presentarsi al lavoro. Con l’arrivo della quarta ondata, a questo ristretto gruppo di renitenti al Pfizer si è affiancato il ben più numeroso popolo di quanti, nelle ultime settimane, hanno dovuto cercare un’alternativa possibile ai canali di un sistema pubblico che ancora una volta fatica a star dietro al montare di numeri e casi. Anche loro attendono ordinati fuori dall’entrata il momento in cui il farmacista farà la sua comparsa tampone rapido alla mano.
"Da giorni facciamo non meno di cinquanta test al giorno – spiega il dottor Giorgio Lurgo, che guida il gruppo "Farmacie Benessere", che ha sedi a Borbore di Vezza d’Alba, Canale e Monteu Roero –. E’ il massimo di quanto ci viene consentito dalla normativa, che ci permette di effettuarne non più di quattro all’ora. Iniziamo alle 7,15 del mattino e andiamo avanti sino quasi a mezzogiorno. Ci fermiamo una mezz’ora prima della chiusura perché poi bisogna prendersi il tempo per avere gli esiti e registrarli sul portale della Regione, che molto spesso fa segnare lungaggini e momenti di stallo. Poi di nuovo il pomeriggio. Identici numeri li facciamo nella nostra farmacia di via Roma a Canale, qualcosa in meno nel nostro esercizio di Monteu Roero. Certo le richieste sarebbero molte di più e le prenotazioni che facciamo tramite la nostra app vanno immediatamente esaurite, mentre i nostri telefoni squillano per tutta la giornata, senza soluzione di continuità".
Il dottor Lurgo non fa distinzioni tra chi è vaccinato e no ("Per me è importante garantire a tutti gli stessi diritti") e registra il "comportamento esemplare" di quanti in questi giorni si rivolgono alle sue farmacie, rispettando ordinatamente le code fuori dall’ingresso delle sue farmacie, in attesa del proprio turno. "E’ quello che registro. Ricordo bene la corsa ad accaparrarsi disinfettanti e altri presidi durante la prima ondata, all’insegna dell’ognun per sé. Ora mi sembra di vedere un atteggiamento diverso, insieme al riconoscimento, da parte delle persone, per un servizio che ritengono utile e importante".
E infine non risparmia qualche critica a come è stata organizzata la risposta pubblica a questa nuova ondata. "Troviamo una quantità enorme di positivi tra i vaccinati. Questo però non mi stupisce, visto che stiamo utilizzando un farmaco studiato su un virus di due anni fa. Se quando da ragazzo diedi il mio esame di Igiene avessi ipotizzato una simile possibilità sarei ancora lì a darlo", scherza.
Ma lei è un "no vax", gli chiediamo: "Assolutamente no, però forse è passato un messaggio sbagliato, ovvero che il vaccino ci avrebbe protetto anche dall’infezione. E’ stato un 'liberi tutti' che, dal punto di vista della diffusione del contagio, ha portato ai risultati che vediamo".
Il prezzo per un test? "Quello definito dal Governo, 15 euro e 8 per la fascia 12-18 anni, se sono vaccinati".





