Saluzzese - 31 marzo 2022, 11:16

Paolo Allemano fotografa la situazione del carcere di Saluzzo

L’ex sindaco della Città oggi è garante dei diritti delle persone private della libertà personale. E ha portato in Consiglio comunale lo spaccato attuale della casa circondariale, cogliendo sia gli aspetti positivi, ma anche le tante questioni ancora aperte e irrisolte. Plauso bipartisan di tutta l’assemblea per il lavoro svolto e per l’impegno

Il carcere di Saluzzo

Il carcere di Saluzzo

Il Consiglio comunale di Saluzzo riunitosi il 29 marzo si è aperto trattando il tema dei diritti delle persone private della libertà personale.

In aula era presente Paolo Allemano, ex sindaco della Città ed ex consigliere regionale, dal novembre 2019 garante dei diritti dei detenuti. La figura del garante, oggi ricoperta da Allemano, è istituzionalmente prevista in tutti i Comuni sede di carceri: è l’anello di congiunzione tra le realtà di privazione della libertà, in particolare il carcere, e la città.

Il suo ruolo è di garanzia, osservazione e dialogo rispetto alla salvaguardia di diritti e comportamenti conformi alla legge.

Il garante volge in particolare lo sguardo alle condizioni detentive perché non venga mai meno la dignità della persona né il rispetto del dettato costituzionale. Al tempo stesso, compie azioni di osservazione e monitoraggio delle condizioni di vita in questi luoghi e, ove necessario, sollecita un intervento da parte delle istituzioni competenti.

Le persone detenute hanno diritto di chiedere un colloquio con i garanti per esporre questioni e situazioni di difficoltà personale o legata all’ambiente di detenzione. Il garante ha inoltre un ruolo importante di promozione della cultura dei diritti nella collettività cittadina.

Allemano è al secondo rapporto annuale, portando all’attenzione del Consiglio l’attività relativa all’anno 2021.

Come è noto – spiega Allemano – alla fine del 2019 il carcere di Saluzzo cambiava natura passando ad essere quasi completamente luogo di reclusione di detenuti ad alta sicurezza”.

Nel carcere, dati di fine febbraio, sono infatti presenti 387 detenuti, tutti in regime di alta sicurezza tranne i detenuti assegnati al reparto semiliberi: di questi tre sono in regime di semilibertà, quattro in ordinamento penitenziario interno (pulizie uffici, caserma, manutenzione aree verdi) e uno in ordinamento penitenziario esterno (con la Cooperativa Voci Erranti a Savigliano). La capienza della casa circondariale, dichiarata sul sito del Ministero, si attesta a 447 posti.

Al tempo stesso, la fotografia del carcere dal punto di vista della pianta organica vede 231 agenti di Polizia penitenziaria previsti, ma in realtà gli assegnati al carcere sono soltanto 200, che a loro volta scendono a 181 agenti in servizio di fatto. Ci sono anche dodici unità di personale amministrativo (ufficio educatori, ragioneria, protocollo e informatici).

Dal punto di vista sanitario (materia di competenza regionale) si contano in servizio dieci medici, inquadrati come medici di continuità assistenziale. Di giorno effettuano due turni di sei ore con due medici per turno, un medico copre la guardia notturna. Sono altresì presenti, in modo discontinuo, specialisti ambulatoriali.

Si sono svolti nel corso del 2021 significativi interventi di cablaggio volti a potenziare i collegamenti digitali con notevole beneficio per i colloqui a distanza e per l’attività didattica.

La formazione in carcere

Nel carcere di Saluzzo sono attivi diversi percorsi di istruzione e formazione.

Il Liceo Soleri Bertoni ha avviato un corso completo di istruzione superiore di cinque anni di ragioneria ad indirizzo informatica Finanza e Marketing.

Di pari passo, la formazione universitaria, partita con 6 iscritti nel 2018, è arrivata nell’anno accademico in corso a 31 iscritti, suddivisi tra Scienze politiche, Giurisprudenza, DAMS, Comunicazione e media. “A gennaio 2020 – spiega Allemano – la formazione universitaria si è strutturata come polo universitario autonomo, con un’apposita convenzione con lo scopo di favorire il diritto allo studio e l’accesso agli studi universitari dei detenuti ospitati nella casa di reclusione. L’obiettivo era ed è garantire le migliori opportunità di svolgimento dei percorsi di studio, assicurando condizioni di detenzione che li favoriscano e integrando tali percorsi in un coerente programma individualizzato di trattamento.

Alla convenzione ha fatto seguito, a completamento di un complesso iter fatto di mediazioni e di interventi strutturali, l’apertura di una sezione del carcere dedicata agli studenti”.

La sezione è operativa da marzo 2022: Allemano ha parlato di un “notevole cambiamento, perché favorisce l’instaurarsi tra gli studenti di un clima facilitante l’apprendimento con il formarsi di una identità orientata alla crescita culturale che si riflette su tutto il sistema carcerario”.

Sempre a marzo, su iniziativa di alcuni studenti reclusi, si è insediato un laboratorio in carcere che ha il compito di rivedere il vademecum e la guida dei diritti dei detenuti pubblicati nel 2018, per dare riferimenti utili e aggiornati alla comunità penitenziaria. Il gruppo è guidato dalla clinica legale “Carcere e diritti 2” del dipartimento di giurisprudenza dell’università di Torino.

Sono poi presenti anche i corsi di formazione professionale gestiti dalla Fondazione “Casa di carità Arti e Mestieri”. Dodici detenuti partecipano al corso di panificatore-pasticcere, mentre nelle prossime settimane partirà il corso di addetto al giardinaggio e ortofrutticoltura, sempre per dodici detenuti. Nel corso dell’anno saranno poi attivati i corsi di falegnameria, tecniche di cucina e di edilizia polivalente. Tendenzialmente i corsi, finanziati dalla Regione, hanno durata di 600 ore, prevedono esame finale e conseguimento di attestato di qualifica professionale.

Il volontariato in carcere

In carcere opera l’associazione “Liberi dentro”: “una presenza costante – spiega il garante - a supporto delle attività ordinarie di cui necessitano i detenuti, come sartoria, sportello Caf, colloqui di sostegno, pratiche burocratiche varie, progetto biblioteca”.

Con l’attenuarsi delle misure restrittive dovute alla pandemia, ha ripreso a pieno ritmo la gestione della struttura comunale “Casa di Donatella”, luogo di incontro tra reclusi e famiglie di cruciale importanza per la ripresa dei colloqui in presenza, a supporto di famiglie che si muovono dal sud Italia con costi non indifferenti.

Fanno parte di “Liberi dentro” anche i volontari che supportano l’attività di formazione scolastica e curano la biblioteca: “ha una capienza di circa 6 mila volumi e si sta facendo un grande sforzo organizzativo per avvicinarla ai reclusi”. Alla stessa associazione afferisce poi anche il laboratorio di sartoria che si è manifestato in più occasioni della vita cittadina durante l’anno 2021”.

C’è poi anche l’associazione “Voci Erranti”, che da anni promuove un laboratorio teatrale che produce spettacoli di rilievo nazionale, e che si è vista premiata dalla presenza di otto iscrizioni al DAMS, a riprova di quanto abbia inciso sui reclusi l’esperienza dei laboratori teatrali. Nell’ambito del laboratorio teatrale è prevista la formazione per tecnico luci e scenografo. L’associazione segue quotidianamente il laboratorio di pasticceria in carcere, attività in crescita sia qualitativamente che quantitativamente, in grado di far fronte a una crescente domanda interna ed esterna.

Continuano le attività usuali il Centro provinciale di istruzione adulti che cura corsi di scuola media e di lingua inglese; il CRIVOP (Cristiani volontari penitenziari) cui fa capo il progetto cineforum con la proiezione di film a cadenza mensile; il Movimento impegno educativo azione cattolica che cura un laboratorio di canto e un corso di musica gestito dall’APM e finanziato dalla Fondazione CRS.

È venuto purtroppo a mancare l’animatore dell’associazione ‘Cascina Macondo’, Pietro Tartamella. – aggiunge Allemano – Mi piace ricordarlo con le parole di un suo allievo: ‘Ho avuto il grande piacere di conoscere Pietro durante la mia detenzione a Saluzzo. Ci tengo a dire che quando sono uscito avevo lasciato in cella quasi tutte le mie cose tranne i preziosi scritti di Pietro. Le sue lezioni vivranno per l’eternità... Riposa in pace caro Pietro, maestro di poesia e di amore”.

Da diversi anni i progetti di Cascina Macondo prevedono la pubblicazione di una antologia di scritti elaborati dai detenuti, dalle persone disabili, dai bambini o da quanti, all’esterno, collaborano con l’associazione.

L’UEPE, l’Ufficio per l’esecuzione penale esterna

Allemano ha poi spiegato che attualmente sono in esecuzione 25 misure alternative, tre indagini per l’ammissione alla misura alternativa dalla libertà, 80 procedimenti di messa alla prova per imputati adulti.

Le persone in esecuzione penale esterna sono soggette a prescrizioni limitative della libertà personale e ad azioni sempre più proattive, rappresentate dal lavoro di pubblica utilità o da attività svolte a titolo gratuito che presuppongono rapporti con gli enti del territorio sia del pubblico che del privato sociale”.

Ci sono alcune criticità, come il fattore logistico che, a fronte dell’obbligatorietà al mantenimento dei contatti con l’Uepe, comporta notevoli difficoltà e costi di spostamento da parte dell’utenza, in particolare per le persone residenti nei Comuni più distanti. “Sono in corso delle interlocuzioni con il Comune di Saluzzo al fine di poter avviare uno sportello di prossimità sul territorio”.

L’Uepe è al lavoro anche su delle specifiche aree tematiche, come l’aumento della violenza domestica e alterazioni del comportamento da abuso etilico. Sulla problematica dell’abuso di alcolici, sempre più estesa alle fasce giovanili, i funzionari dell’Uepe che hanno operato e che operano nel saluzzese e soprattutto nella Valle Po.

L’emergenza Covid

La terza e la quarta ondata Covid, come ha riportato il garante Allemano, non hanno creato criticità significative.

In carcere è proseguita l’attività di vaccinazione, “in genere ben accetta nella misura in cui ha significato per i reclusi una ripresa dei colloqui in presenza. Manca tuttavia un quadro completo dele vaccinazioni”.

I detenuti hanno continuato a usufruire dei collegamenti digitali con le famiglie e in queste settimane si sta progressivamente passando ai colloqui in presenza. Risultano a oggi 16 positivi nelle carceri piemontesi.

Le attività del garante in carcere

Colloqui con i reclusi: attività svolta con cadenza all’incirca settimanale, su richiesta dei detenuti. Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2021 i colloqui sono stati 70. Il 5 luglio si è tenuto un colloquio con 25 reclusi su un ampio spettro di problemi, tra cui spiccavano l’inadeguatezza degli spazi per i colloqui, la gestione Covid, ritardi nelle pratiche burocratiche, razionamento acqua calda, rinnovo materassi.

Di pari passo, il garante ha tenuto relazioni con il mondo carcerario in tutte le sue espressioni: Direzione, Comando, area educativa, volontari, istituzioni scolastiche, area sanitaria, amministrazione penitenziaria regionale e nazionale, UEPE.  

I problemi aperti

In carcere permangono tuttavia alcune criticità.

Il completamento del progetto di raccolta differenziata dei rifiuti, che non appare ancora effettuata: secondo Allemano “occorre prevedere un lavorante per la raccolta differenziata, effettuare una ricognizione nelle sezioni sulla dotazione di appositi contenitori e ricontattare il Consorzio per le nuove esigenze”.

Poi bisogna definire il nuovo progetto per l’utilizzo del laboratorio imprenditoriale, per anni già adibito a birrificio artigianale: c’è in fase di valutazione il trasferimento del biscottificio interno, in vista di un ampliamento delle attività e di assunzione di altri detenuti.

Sono stati stanziati dei fondi per il solo acquisto di attrezzature, ma l’adeguamento strutturale dei locali, a cura della cooperativa Voci Erranti, richiede somme ingenti (intorno a 200 mila euro) e si devono valutando altre forme di finanziamento.

Un altro obiettivo è il recupero e la completa rifunzionalizzazione logistica degli spazi di attività formativa, scolastica e lavorativa: “il locale del vecchio padiglione a suo tempo destinato ad ampliamento della cucina è stato adibito ad ufficio spesa. E lo spazio lasciato libero dallo spostamento dell’Ufficio Sopravvitto è stato in parte utilizzato dalla sartoria, in parte destinato a ‘saletta pc’ per le due sezioni del vecchio padiglione che ne sono prive”.

Allemano ha poi sottolineato come sia necessaria una previsione e realizzazione “di interventi volti all’effettivo utilizzo dei locali inizialmente destinati alla cucina e alla lavanderia del nuovo padiglione, per lungo tempo dichiarati come non disponibili per via di un contenzioso tra l’amministrazione e la ditta appaltatrice, ora accertati come utilizzabili, ma necessitanti di lavori di adeguamento/suddivisione degli spazi”.

Sarà anche “indispensabile” individuare “con urgenza” spazi adeguati all’attività di sartoria interna e del laboratorio delle borse: “la possibilità di trasformare l’iniziativa in vera e propria attività lavorativa esige spazi adeguati”.

Si punta poi alla riqualificazione dell’area colloqui, con la previsione di un adeguato spazio bimbi e di un’area esterna: “attualmente gli spazi sono angusti, non accoglienti e con forte limitazione della privacy”.

Paolo Allemano è anche un medico, oggi in pensione, ma che per molti anni ha prestato servizio proprio all’ospedale di Saluzzo. Nella sua relazione, infatti, non manca un’attenta analisi alle problematiche di carattere sanitario: “Si acuisce la carenza delle figure di ortopedico, oculista, dermatologo, otorino, così come è inadeguata la diagnostica strumentale in carcere.

Il salto di qualità che si sta facendo in era pandemica con la telemedicina deve assolutamente applicarsi ai bisogni sanitari in carcere. Si porta ad esempio la disponibilità sul territorio dell’Asl di apparecchiature radiologiche ed ecografiche utilizzabili al domicilio dei pazienti. Non si comprende come possa essere esclusa da queste prestazioni, effettuabili in loco eventualmente con refertazione a distanza da parte del medico specialista, una popolazione di oltre 400 persone di età medio alta.

Non è stato ripreso il supporto psicologico agli agenti di Polizia penitenziaria dopo l’esperimento condotto nel 2019 con la presenza di due psicologi e il supporto economico della Fondazione CRS. A maggio ragione dopo la pandemia è auspicabile la strutturazione dell’intervento”. 

Le conclusioni

Si può parlare, a due anni dal passaggio a carcere ad alta sicurezza, di una transizione matura e con aspetti virtuosi, con particolare riferimento al decollo dell’area formativa. – ha ancora aggiunto Allemano – Passi avanti significativi sono stati fatti sul piano della digitalizzazione con riduzione dell’isolamento dei reclusi.

È necessario che l’Amministrazione ponga attenzione ad alcuni adeguamenti strutturali non differibili (riqualificazione area colloqui, riuso dei locali dismessi) onde essere in sintonia con gli obiettivi della riforma penitenziaria, orientati al recupero e alla formazione più che alla reclusione.

Si chiede inoltre di sostenere l’appello alla direzione aziendale dell’Asl Cn1, affinché si potenzi la diagnostica in carcere riducendo i tempi di attesa dei reclusi, e di vigilare sulla mancata copertura stabile dei ruoli dirigenziali.

Pare inoltre quanto mai opportuno che l’Amministrazione comunale sia tra i firmatari della convenzione con la Fondazione Pio del San Paolo allo scopo di facilitarne l’attuazione. Ad esempio, potrebbe intervenire sui trasporti, dare visibilità e sostenere le fondazioni promotrici, facilitare inserimenti lavorativi nelle partecipate.

È lodevole l’iniziativa dell’assessorato che cerca di creare uno sportello a Saluzzo per i soggetti in carico all’UEPE nell’ambito di azioni congiunte con la rete locale dei servizi, rispetto a momenti di sensibilizzazione e di prevenzione che possano in qualche modo favorire risposte aggregative di contrasto ai fenomeni in crescita dell’abuso etilico e della violenza domestica”.

Le reazioni del Consiglio comunale

In Consiglio comunale le reazioni alla lettura del documento di Allemano sono state unanimi. Tutti hanno ringraziato il garante per il lavoro svolto.

A partire dall’assessore Fiammetta Rosso: “Grazie Paolo. La relazione trasmette veramente un percorso di transizione avvenuto sotto due profili. Non solo dal punto di vista del Covid, che in questi due anni ha segnato la vita della comunità dei ristretti, ma anche per la trasformazione del carcere ad alta sicurezza. Due fattori che hanno notevolmente impattato. E la relazione sottolinea gli elementi di positività. Come le videochiamate e le possibilità tecnologiche. Non solo sono servite durante l’emergenza, ma potrebbero diventare modalità ordinarie per il diritto all’affettività e alle reti amicali”.

Il presidente del Consiglio comunale Enrico Falda: “Grazie per l’esaustiva relazione, che ogni anno ci fa incontrare un mondo molto lontano dal nostro. La riflessione che ci fai fare con quanto ci hai detto è molto importante. Da parte del Comune penso che l’attenzione sia sempre molto alta, nonostante i grandi problemi che ci hai illustrato oggi”.

Nicolò Valenzano: “A nome della maggioranza, il ringraziamento al garante per questa interessante relazione, ma soprattutto per l’ottimo lavoro svolto. Un lavoro di garanzia della vivibilità e delle possibilità rieducative e formative del carcere. Grazie per le problematiche sollevate e per l’attenzione che porti al dibattito pubblico rispetto alle questioni aperte. Grazie per la sensibilità culturale sul tema. E per la dimensione propositiva di grande interesse”.

Domenico Andreis: “Allemano mi ha portato indietro tempo. Ho vissuto il carcere, per nove mesi, in età militare. E il carcere lo capiscono solo le persone che ci mettono piedi, testa e cuore dentro. Immagino tutte le difficoltà che provi nel fare le cose, perché vengono decuplicate. Dico anche di non dimenticarvi del personale di Polizia penitenziaria: passano più tempo con i carcerati che con le loro famiglie. Sono sottodimensionati, figuriamoci la situazione che vivono”.

Carlo Savio: “Grazie per il lavoro svolto. Avvicinandoci ogni anno a una realtà che ci sembra lontana. Dalla relazione traspare la sensibilità e l’impegno profuso da Allemano nel suo lavoro. Scuola, università. Lavoro, sanità sono tutti elementi per andare verso una direzione rieducativa. E il garante è essenziale per raggiungere questi obiettivi”.

Il sindaco, Mauro Calderoni: “Mi aggiungo ai ringraziamenti, per l’opera che svolgi a nome di tutta la comunità saluzzese, all’interno del carcere”.

Nicolò Bertola

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