Attualità - 06 maggio 2022, 16:09

Oggi è la Festa ai Salesiani di Bra in onore di San Domenico Savio

Santa Messa alle ore 18 nella cappella dell’Istituto dedicato al Santo considerato l’esempio educativo di Don Bosco per eccellenza

Don Giovanni Bosco e Domenico Savio in un'iconica rappresentazione artistica

Don Giovanni Bosco e Domenico Savio in un'iconica rappresentazione artistica

Festa ai Salesiani di Bra in onore di Domenico Savio, il Santo che dà il nome all’Istituto di viale Rimembranze.

La sua memoria liturgica ricorre il 9 marzo, giorno della sua nascita al Cielo. Mentre i Salesiani e le diocesi piemontesi, lo festeggiano solennemente il 6 maggio, perché l’anniversario della morte andrebbe a coincidere altrimenti con la Quaresima.

Alle ore 18 è in programma la Santa Messa per tenere vivo il ricordo di colui che Pio XI definì “Frutto tra i primi, tra i più belli, tra i primi il più squisito dell’opera educativa di don Bosco”.

Così il direttore, don Alessandro Borsello: “Un Santo dell’Ottocento, ma ancora molto moderno, che viene oggi proposto ai giovani del nuovo millennio per ribadire che la santità ha una ricetta e consiste nello stare molto allegri”.

In questo senso, da oltre mezzo secolo l’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Bra si pone come sicuro punto di riferimento per la gioventù. E l’oratorio rappresenta da sempre il perno di un formidabile processo d’integrazione e di prevenzione per tenere insieme tanti bambini e ragazzi che hanno bisogno di essere guidati e amati.

Curiosità. San Domenico Savio è nato a San Giovanni di Riva presso Chieri (Torino) il 2 aprile 1842. Ancora bambino decise quale sarebbe stato il suo progetto di vita: vivere da vero cristiano. Ha soli sette anni quando, nel giorno della sua Prima Comunione, con il cuore in festa, decide i quattro propositi che lo accompagneranno per tutta la sua esistenza: “Mi confesserò e comunicherò sovente; voglio santificare le feste; i miei amici saranno Gesù e Maria; la morte ma non peccati”.

Ad ottobre del 1854 il ragazzo entrò nell’Oratorio di Valdocco a Torino e si distinse per la sua allegria, la sua fede e la sollecitudine per la salvezza delle anime, nella fattispecie di quelle dei suoi compagni, unitamente a carismi fuori dal comune.

Al loro incontro, don Bosco rimase molto colpito da questo giovane fervente nella fede: “Conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la grazia di Dio aveva operato in così tenera età”. Con la sua solita veracità il ragazzo gli rispose: “Io sono la stoffa, lei ne sia il sarto: faccia un bell’abito per il Signore!”.

Dopo che Pio IX ebbe proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, Domenico volle fare qualcosa di bello per Maria Santissima. Radunò i suoi amici migliori e disse: “Uniamoci, fondiamo una compagnia per aiutare don Bosco a salvare molte anime”.

L’8 giugno 1856 fonda la Compagnia dell’Immacolata, scrivendone il regolamento, a testimonianza della sua altissima spiritualità, anche se soltanto quattordicenne. Confessione e Comunione frequenti, preghiera e l’istruzione sulle cose della fede, l’impegno nel portare Dio ai compagni più difficili, questi i cardini della Compagnia dell’Immacolata.

La sua salute era già gravemente compromessa dalla tubercolosi e San Domenico Savio morì a Mondonio il 9 marzo 1857. Le ultime parole che disse, nello stupore della visione celeste, furono: “Che bella cosa io vedo mai!”.

Dal 1914 i resti del giovane riposano nella basilica di Maria Ausiliatrice a Torino. Proclamato Venerabile da Papa Pio XI nel 1933, è beatificato da Pio XII nel 1950 e poi canonizzato il 12 giugno 1954.

La sua devozione è molto diffusa in tutto il mondo, anche per il fatto che Domenico è il più giovane dei santi confessori non martiri. Inoltre, l’8 giugno 1956, centenario di fondazione della Compagnia dell’Immacolata, Domenico Savio è stato proclamato patrono dei Pueri cantores.

Silvia Gullino

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