Festa ai Salesiani di Bra in onore di Domenico Savio, il Santo che dà il nome all’Istituto di viale Rimembranze.
La sua memoria liturgica ricorre il 9 marzo, giorno della sua nascita al Cielo. Mentre i Salesiani e le diocesi piemontesi, lo festeggiano solennemente il 6 maggio, perché l’anniversario della morte andrebbe a coincidere altrimenti con la Quaresima.
Alle ore 18 è in programma la Santa Messa per tenere vivo il ricordo di colui che Pio XI definì “Frutto tra i primi, tra i più belli, tra i primi il più squisito dell’opera educativa di don Bosco”.
Così il direttore, don Alessandro Borsello: “Un Santo dell’Ottocento, ma ancora molto moderno, che viene oggi proposto ai giovani del nuovo millennio per ribadire che la santità ha una ricetta e consiste nello stare molto allegri”.
In questo senso, da oltre mezzo secolo l’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Bra si pone come sicuro punto di riferimento per la gioventù. E l’oratorio rappresenta da sempre il perno di un formidabile processo d’integrazione e di prevenzione per tenere insieme tanti bambini e ragazzi che hanno bisogno di essere guidati e amati.
Curiosità. San Domenico Savio è nato a San Giovanni di Riva presso Chieri (Torino) il 2 aprile 1842. Ancora bambino decise quale sarebbe stato il suo progetto di vita: vivere da vero cristiano. Ha soli sette anni quando, nel giorno della sua Prima Comunione, con il cuore in festa, decide i quattro propositi che lo accompagneranno per tutta la sua esistenza: “Mi confesserò e comunicherò sovente; voglio santificare le feste; i miei amici saranno Gesù e Maria; la morte ma non peccati”.
Ad ottobre del 1854 il ragazzo entrò nell’Oratorio di Valdocco a Torino e si distinse per la sua allegria, la sua fede e la sollecitudine per la salvezza delle anime, nella fattispecie di quelle dei suoi compagni, unitamente a carismi fuori dal comune.
Al loro incontro, don Bosco rimase molto colpito da questo giovane fervente nella fede: “Conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la grazia di Dio aveva operato in così tenera età”. Con la sua solita veracità il ragazzo gli rispose: “Io sono la stoffa, lei ne sia il sarto: faccia un bell’abito per il Signore!”.
Dopo che Pio IX ebbe proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, Domenico volle fare qualcosa di bello per Maria Santissima. Radunò i suoi amici migliori e disse: “Uniamoci, fondiamo una compagnia per aiutare don Bosco a salvare molte anime”.
L’8 giugno 1856 fonda la Compagnia dell’Immacolata, scrivendone il regolamento, a testimonianza della sua altissima spiritualità, anche se soltanto quattordicenne. Confessione e Comunione frequenti, preghiera e l’istruzione sulle cose della fede, l’impegno nel portare Dio ai compagni più difficili, questi i cardini della Compagnia dell’Immacolata.
La sua salute era già gravemente compromessa dalla tubercolosi e San Domenico Savio morì a Mondonio il 9 marzo 1857. Le ultime parole che disse, nello stupore della visione celeste, furono: “Che bella cosa io vedo mai!”.
Dal 1914 i resti del giovane riposano nella basilica di Maria Ausiliatrice a Torino. Proclamato Venerabile da Papa Pio XI nel 1933, è beatificato da Pio XII nel 1950 e poi canonizzato il 12 giugno 1954.
La sua devozione è molto diffusa in tutto il mondo, anche per il fatto che Domenico è il più giovane dei santi confessori non martiri. Inoltre, l’8 giugno 1956, centenario di fondazione della Compagnia dell’Immacolata, Domenico Savio è stato proclamato patrono dei Pueri cantores.