Carlo Calenda a Cuneo, ieri 29 maggio, per presentare il suo libro “La libertà che non libera” e per sostenere il candidato a sindaco Patrizia Manassero, in prima fila ad ascoltare la lectio magistralis del leader di Azione, introdotto da Enrico Costa.
Calenda parla del suo libro e della necessità, a maggior ragione per gli uomini dello Stato, di mantenere la Memoria e quindi di conoscere la Storia. Nel primo capitolo del suo libro parla di un fenomeno che non abbiamo ancora vissuto totalmente, la “cancel culture”. Parla di come sia cambiata l’informazione, il concetto di genere, la libertà e il progresso tecnologico.
“Quello che conta è non avere limiti e perimetri. A me non importano le conseguenze della mia scelta di libertà, che è prevalente. Stiamo vivendo una furia iconoclasta che ci dice che tutto ciò che ci caratterizza e ci identifica come esseri umani va buttato. Ci stiamo disumanizzando”. Sono le sue parole in una sala San Giovanni, a Cuneo, gremita. Un discorso che tocca tanti punti: i giovani, la pandemia, la tecnologia, la scuola. Il futuro.