Cuneo e valli - 10 giugno 2022, 08:31

Flussi: i braccianti in Granda ci sono ma non possono lavorare. Oltre un centinaio gli stranieri imprigionati nel limbo della burocrazia

Senza un’occupazione e spesso senza una dimora, da oltre un mese attendono che il Viminale riattivi la piattaforma informatica che elabora i contratti per ottenere l’assunzione. L’economia agricola appesa a un clik, ma la frutta non aspetta

Flussi: i braccianti in Granda ci sono ma non possono lavorare. Oltre un centinaio gli stranieri imprigionati nel limbo della burocrazia

“I braccianti ci sono ma non possono lavorare perché non hanno un contratto. E in attesa che la piattaforma si rimetta in moto, il comparto agricolo perde ogni giorno una parte dl suo raccolto. La frutta non aspetta i tempi biblici della burocrazia e in attesa che il Viminale riattivi la piattaforma informatica, mirtilli, pesche e susine, maturano, cadono e marciscono. Così un’annata agricola buona rischia di finire al macero”.

Con queste parole piene di amarezza, Fabiano Porcu - direttore Coldiretti Cuneo - racconta non solo il danno ma anche la beffa che ha travolto gli imprenditori agricoli di tutta Italia e che il Cuneese, per primo, ha segnalato ai vertici della politica per poter trovare una soluzione che sia adeguata e celere.

Ogni giorno in più che passa è un ulteriore danno economico per tutto il comparto, nonostante la soluzione sia a portata di mano, anzi di un semplice tasto che deve essere schiacciato per riavviare il sistema informatico che gestisce i flussi, bloccato dal 22 aprile al 10 maggio ed ora in attesa che qualcuno esegua quel salvifico clik.

“Questa è una buona annata - prosegue il direttore Porcu - eppure rischiamo che la frutta non raggiunga i punti vendita dove così ci saranno solo prodotti stranieri e con i prezzi alle stelle. E questo nonostante una parte dei mille e 600 flussi del Cuneese, siano già arrivati: alcune centinaia di persone sono come parcheggiate in attesa che si riattivi la piattaforma per avere un contratto che permetta loro e quindi agli imprenditori, di essere in regola”.

Una sorta di limbo che nuoce a tutto il comparto e crea un cortocircuito: i braccianti sono regolarmente in Italia ma non possono lavorare perché privi di contratto .

In questo momento il settore che patisce maggiormente è quello dei piccoli frutti, giunti ormai a maturazione. La raccolta viene effettuata per l’80 per cento per scuotimento ma per il restante venti percento serve una manodopera formata che in questo momento non c’è.

Le aziende “si scambiano” i pochi lavoratori disponibili ma la frutta non ritarda la maturazione in attesa che la piattaforma informatica torni ad essere operativa.

Quindi l’annata è persa? “Siamo certamente in una fase critica - dice il direttore Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu - ma io voglio essere ottimista. Certo è che anche con un immediato ripristino della piattaforma dei flussi, i tempi sono troppo stretti per avere in tempo i raccoglitori di frutta in Granda”.

E quindi quale potrebbe essere la soluzione? “Per assurdo per andare avanti è necessario tornare indietro, spiega il direttore Porcu -. La soluzione concreta è che, visto che il programma d’aggiornamento del sito non funziona, agli stagionali venga rilasciata al più presto una autorizzazione cartacea per poter raccogliere frutta e ortaggi e per gli altri venga dato il visto per entrare al più presto in Italia. Questo però va fatto nel minor tempo possibile”.

NaMur

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