Al Direttore - 11 ottobre 2022, 20:32

Ferrovie sospese, si dice che se ci fossero i treni la gente li prenderebbe: ma è davvero così?

L'analisi di un lettore: "Per riaprire tutte le linee piemontesi occorrerebbero circa 90 milioni annui e l'attuale contratto per il servizio regionale ne prevede 140 fino al 2032"

Ferrovie sospese, si dice che se ci fossero i treni la gente li prenderebbe: ma è davvero così?

Riceviamo e pubblichiamo.

Egregio direttore,

alcune considerazioni sulle ferrovie nel cuneese. Periodicamente numerose associazioni varie (non sempre in sintonia tra loro) esprimono lamentele e suggerimenti sul servizio.

Già più volte in passato ho espresso il mio modesto contributo: partiamo dalla stazione di Cuneo, in stato di semi-abbondono da tempo. Il gestore della rete, attraverso diverse controllate, sta lasciando marcire fabbricati vari senza proporre un utilizzo, chiede affitti esagerati.

Certamente una stazione enorme come quella di Cuneo non è facile da riqualificare, tuttavia si impongono interventi urgenti sulle pensiline (piove sui marciapiedi), sui marciapiedi stessi da rendere a norma per i diversamente abili, sull'ascensore (che risulta un elevatore).

Pensare di riaprire , come in molte stazioni, un locale che funga da bar, tabacchi ed edicola pare fattibile e sostenibile. Molte altre stazioni della linea necessitano di interventi onde evitare decadimenti in grado di compromettere la circolazione. Prima ancora di pensare alle linee sospese credo sia prioritario far funzionare meglio quelle attive. 

Occorre potenziare i collegamenti sulla Cuneo-Torino ripristinando i treni pre-Covid e adattando gli orari alle reali esigenze, sopratutto riducendo le percorrenze. Se , negli anni novanta, con le stesse fermate di oggi, la tratta veniva percorsa in 60 minuti mentre adesso ce ne vogliono di più è evidente il peggioramento. Certo, si perdono minuti nelle fermate per il servizio ma , visto che i treni hanno anche velocità maggiori, le carenze sono sulla linea.

Gli scambi sono ancora  a 30Km-h e andrebbero portati a 60 almeno sui binari principali, potenziare l'SCMT (il sistema di controllo ) con rappel in grado di annullare limitazioni.

Per il tratto da Fossano a Cuneo, fermo restando la soluzione migliore del raddoppio (che pare lontana) dotare le stazioni di incrocio di scambi retrattili in modo da non perdere troppi minuti. 

La Cuneo-Ventimiglia presenta il problema principale sull'infrastruttura nel tratto francese la cui sistemazione pare a lunga scadenza, occorre rifare la convenzione, trovare i denari, fare i lavori e non si ha nessuna fretta da parte francese (evidente che non vogliono pagare) e anche italiana. Quindi si va avanti così e le attuali 4 corse di A-R paiono un buon compromesso.

Per la stagione invernale si auspica un treno alla sera da Cuneo con ritorno da Ventimiglia la mattina seguente e quindi l'abolizione di un treno alla mattina da Cuneo (sarebbe logico togliere quello delle 6,41 e ritornare agli orari precedenti e cioè il treno da Fossano alle 7,25 il che consentirebbe di rimettere il Limone-Fossano dele 7,32 togliendo corse bus).

Difatti, per inserire un collegamento su Ventimiglia, si sono rovinati gli orari da Limone a Fossano e inoltre, dove esiste una linea ferroviaria funzionante, non servono autobus (forse molti non si accorgono che così, poco alla volta, la Regione fa sparire i treni).

Ognuno vorrebbe un orario proprio ma chiaramente occorre una sintesi fattibile. Questa è una linea, da sempre, bi-stagionale con maggior utilizzo estivo dove il pendolarismo sull'intera tratta è insignificante, ha senso se viene vista come collegamento Torino-Riviera con treni diretti (che saltano le fermate) come in passato.

La tratta Fossano-Limone necessita il ripristino dei treni soppressi il sabato e festivi.

Non è poi realistico pensare ad un ripristino di tutte le linee sospese. Partiamo dal fatto che siamo in Piemonte, la peggiore regione per il trasporto ferroviario e perennemente a corto di fondi: a parte il servizio SFM (quindi il bacino di Torino) tutto il resto è insufficiente.

Anche il fatto che sia stata l'ultima Regione a stipulare il contratto con Trenitalia (non molto chiaro), comporterà il fatto che arriveranno mezzi scartati da altre parti (vedi TAF).

In un discorso futuro si può ipotizzare la Cuneo-Mondovì come parte di collegamenti (Genova-Savona-Cuneo-Limone effettuati con materiale bimode (elettrico-batterie), peraltro esistenti in passato, che darebbero  nuovo incentivo. Già nel passato il maggior numero di utenti era tra Cuneo e Mondovì in quanto le altre stazioni (a parte Beinette) sono distanti dai centri urbani e serviti meglio dai bus.

Così come il ripristino di collegamenti Cuneo-Alba-Asti (pure questi già esistenti, visto poi l'annuncio della Regione sulla riapertura del tratto Alba-Asti) via Cavallermaggiore-Bra, pare opportuno anche qui con mezzi ibridi. Infatti è incredibile come le maggiori città della provincia non abbiano un collegamento ferroviario.

Anche il tratto Saluzzo- Savigliano ha sicuramente potenzialità, magari verso Torino o Bra-Alba.

Il fatto, benvenuto, che la fondazione FS abbia ripristinato diverse linee per un traffico turistico non vuol dire (come molti auspicano) che ritornerà un servizio regolare.

Certo resta da chiedersi che senso abbia tenere aperta una linea per 8-10 treni all'anno. Da calcoli approssimativi per riaprire tutte le linee piemontesi occorrerebbero circa 90 milioni annui e l'attuale contratto per il servizio regionale ne prevede (sino al 2032) 140. Sono scelte politiche, ma penso occorra essere pragmatici e attendere tempi migliori.

Si dice che se ci fossero i treni la gente li prenderebbe, ma non sempre, anche in passato, succede. Per vari motivi, quindi ci vogliono indagini accurate sul pendolarismo, densità abitativa, motivazioni dei viaggi e adeguate campagne tariffarie.

La conformazione della provincia non aiuta, così come la sovrapposizione  tra treni e bus sulle stesse tratte. Se pensiamo che molte linee furono costruite anche con risorse locali, non dobbiamo rinunciare ad un servizio migliore.     

Mauro Tosello 


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