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Attualità | 04 novembre 2022, 18:39

Santo Stefano Roero ha un disavanzo di 2,7 milioni. La sindaca Facco pronta a dichiarare lo stato di “dissesto finanziario”

Non recuperabile la situazione di bilancio ereditata dalla nuova Amministrazione. Durante il Consiglio comunale di lunedì il primo cittadino non potrà che affidarsi a un “organo straordinario di liquidazione”

Il municipio di Santo Stefano Roero

Il municipio di Santo Stefano Roero

Nuova tappa nelle vicissitudini finanziarie del piccolo comune di Santo Stefano Roero, comunità di poco più di 1.300 abitanti, dopo i rilievi sui bilanci del  Municipio sollevati dalla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, l’indagine penale che ha coinvolto l’ex sindaco Renato Maiolo, ora rinviato a giudizio, e il commissariamento seguito alle dimissioni del suo successore Giuseppe Tibaldi.

Giuseppina Facco, da poco più di un anno, mese alla guida della nuova Amministrazione comunale, si è trovata a dover gestire un piano di riequilibrio non più attuabile.

“A grandi linee il disavanzo iniziale – spiega il primo cittadino – era intorno ai 920.000 euro, dai quali si poteva rientrare in 13 anni. Ma nel frattempo sono emerse altre passività, per un totale stimato di quasi 2.700.000 euro. La Corte dei Conti ha analizzato la nostra situazione sui 920.000 euro, non sul totale emerso successivamente e in più sono saltate le tempistiche per i provvedimenti emergenziali dovuti al Covid. Adesso dovremmo ripianare i debiti in soli tre anni: una condizione a cui non possiamo far fronte”.

Prosegue la sindaca: “Il dissesto finanziario di un Comune è simile a un fallimento, in cui il curatore si chiama ‘Organo straordinario di liquidazione’. Il d.Lgs n° 267/2000 all’art. 244 recita: ‘Si ha stato di dissesto finanziario se l’Ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, ovvero esistono nei suoi confronti, crediti liquidi ed esigibili terzi, cui non si possa fare validamente fronte’ e questa è proprio la condizione in cui ci troviamo”.

È molto interessante considerare quanto dice la legge rispetto al fallimento di un ente pubblico, un Comune nella fattispecie, che deve tener fronte a impegni diversi da quelli di un’azienda o un ‘attività qualsiasi.
Le normative in materia affermano un concetto fondamentale, cioè che un ente locale non può cessare di esistere come una semplice impresa privata e per poter garantire la continuità amministrativa è proprio la ‘dichiarazione di dissesto’ a creare una frattura tra passato e futuro, lasciando in vita il soggetto e facendolo ripartire libero da debiti, ma anche privo di crediti o patrimonio, se ceduto per esigenze di liquidazione.

Lunedì, 7 novembre, si aprirà dunque una nuova pagina per Santo Stefano Roero. Inevitabile pensare a un futuro diverso e più sereno per il paese e i suoi abitanti.

Silvano Bertaina

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