Teatro gremito, l’Iris di Dronero, lo scorso sabato 4 dicembre per la testimonianza di Elena Sorba raccontata nel libro “Back to Mum. Cammino fino a voi”, edizione supportata dall’associazione Penta di Mariano Comense.
Il proprio vissuto, affermando di aver denunciato il marito per difendersi e difendere i figli dalla violenza, per poi essersi trovata vivere un vero e proprio incubo, con i figli che attualmente vivono in una comunità.
“Strappati a me, che sono la loro mamma. Tutto questo è ingiusto.” - dice Elena che nel libro ha raccontato il suo cammino di Santiago, un viaggio per lei dal forte valore simbolico: parole, a raccontare i giorni e quei pensieri rivolti ai suoi due figli.
Insieme ad Elena Sorba, è intervenuta Adonella Fiorito, presidente dell’associazione Mai+Sole, che da anni si occupa di vittime di violenza e che ha seguito Elena nei periodi vissuti a Cuneo. Nella sua esposizione, dopo aver presentato l’associazione, ha ripreso alcuni messaggi ricevuti dalla mamma: “Ora i miei bimbi sono in comunità, sono salvi, ma per salvarli ho dovuto perderli.”
Ad intervenire è stata anche Sonia Chiardola, psicologa e psicoterapeuta, che ha parlato dei danni dovuti all’istituzionalizzazione dei minori e concludendo l’intervento ha detto: “Trauma in greco significa ferita, rottura mentre in tedesco è sogno. Leggendo il bellissimo libro di Elena ho pensato che questo enorme trauma durante il cammino è diventato sogno di speranza e tutti noi ci auguriamo che diventi al più presto realtà.”
La parola infine a Nadia Mattalia, laureata in servizio sociale, che ha parlato del viaggio a Santiago vissuto attraverso le parole di Elena: “Ho un disabilità fisica che mi impedisce di deambulare per lunghi tratti, ed è stato come se attraverso la sua descrizione particolareggiata compissi anche io questo cammino insieme a lei, visto che fisicamente non potrò mai farlo.”
A moderare l’incontro Matteo Monge e Veriana Barale che, con la sua voce incredibile, ha accompagnato in musica l’incontro.
“La coppia, nonostante fossimo separati da quattro anni, è stata definita conflittuale, e i miei bambini sono stati portati via, ma la violenza non è conflitto. Questo libro è per loro, ma è anche senza di loro. Sono le grandi vittime di questa vicenda e per sopravvivere a questa lontananza sto usando una sorta di amnesia volontaria, il pensiero mi fa troppo male.”
In tanti, al termine, si sono avvicinati ad Elena per un affettuoso saluto. Il 22 dicembre ci sarà l’udienza presso il Tribunale dei Minori di Milano, dove si stabilirà se i bimbi potranno tornare dalla mamma.
L’apertura di un blog, raccontando la personale vicenda (http://backtomum.com/). “L’affetto che sto ricevendo è immenso e commovente. Mi aiuta tantissimo e ci tengo a ringraziare le persone che attraverso le parole mi aiutano a non arrendermi.”




