Politica - 28 dicembre 2022, 07:13

Per Alberto Cirio il 2023 sarà un anno da vivere sul chi va là

Oltre al voto regionale (si andrà alle urne in Piemonte nel 2024) dovrà tenere gli occhi aperti anche sulla “sua” Alba chiamata al rinnovo del Consiglio comunale. I “Fratelli”, forti dell’essere primo partito, proveranno ad insidiarne la leadership sia in Regione che in provincia

Per Alberto Cirio il 2023 sarà un anno da vivere sul chi va là

La recente consultazione politica nazionale del 25 settembre scorso ha spostato ulteriormente verso destra l’asse della politica cuneese.

Fratelli d’Italia, fagocitando oltre la metà dei voti che nel 2019 erano andati alla Lega, è diventata la prima forza politica nella Granda.

Il partito di Giorgia Meloni (il traino è stato soprattutto suo) ha ottenuto consensi che oscillano – alla Camera - tra il 31,49% nel collegio di Cuneo e il 29,12% in quello di Asti-Alba. Non dissimili i dati del Senato che, nel collegio Piemonte 5, hanno assegnato a FdI il 29,71%.

La somma delle percentuali ottenute da Lega e Forza Italia non raggiunge quella dei Fratelli, che restano dunque, dopo il voto politico di tre mesi fa, la prima forza con un netto scarto di differenza rispetto ai due partner di coalizione.

Un trend che è stato costante in pressochè tutti i Comuni del Cuneese e che ha ridisegnato i rapporti di forza in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, comunali e regionali, nel 2024.

L’anno che si apre sarà dunque una lunga campagna elettorale in vista della consultazione regionale e amministrativa.

Nessuno, al momento, sembra mettere in discussione il ruolo di Alberto Cirio, nonostante il suo partito, Forza Italia, stia attraversando una fase non certo tra le più smaglianti della sua trentennale storia.

Cirio mantiene la presenza in Forza Italia le cui cure, nel Cuneese, ha affidato al fidatissimo Franco Graglia, ma al contempo inizia a muoversi in proprio lavorando ad una sua lista alla quale sta alacremente lavorando Gianluca Vignale, secondo il modello seguito dai colleghi governatori di Veneto, Luca Zaia, e Friuli, Massimiliano Fedriga.

Il centrosinistra piemontese è in ambasce non avendo – oggi come oggi – un personaggio (uomo o donna) da contrapporre a Cirio con speranze di successo.

Le acque burrascose in cui si agita il Partito Democratico, gli consentono dunque movimenti ad ampio raggio che arrivano fino al Terzo polo di Calenda-Renzi.

Per ora si tratta di interlocuzioni di cortesia, utili a mantenere vivi i contatti in realtà mai interrottisi col vicesegretario nazionale di Azione Enrico Costa, ma il governatore – con l’astuzia propria del “langhet” – tiene aperti non solo due ma tutti i forni possibili.

I “Fratelli”, forti dei numeri che assegnano loro la golden share del centrodestra finora non ne insidiano la leadership in maniera evidente, ma nel corso del 2023 non è difficile immaginare che alzeranno progressivamente il tiro.

La Lega, dal canto suo, gli ha già lanciato un aut aut per bocca del capogruppo Alberto Preioni “Chiuda subito la porta ad Azione-Italia Viva, altrimenti saranno problemi”.

Ma di questo il governatore non sembra preoccuparsi più di tanto anche perché sa che la Lega, dopo il calo di consensi alle politiche, difficilmente riuscirà a riottenere quei numeri soverchianti di cui dispone oggi in Consiglio regionale.

È appena il caso di ricordare che anche la “sua” città, Alba, andrà al voto nel 2024 insieme ad altre “tre sorelle” della Granda, Bra, Fossano e Saluzzo.

Un interrogativo circola in questi giorni nel mondo politico piemontese: sceglierà, ancora una volta, la tattica dell’opossum oppure andrà a passo di bersagliere?  

 

Giampaolo Testa

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU