Attualità - 29 dicembre 2022, 15:16

Amazon al Miac di Cuneo? Oscurati i cartelli ma non il "sorriso arancione"

Resta il mistero. A Cuneo tutto tace, mentre nelle Marche annunciano la costruzione di un nuovo polo logistico in pompa magna. La proprietà sarebbe passata a un grande gruppo immobiliare ma al vice sindaco Serale risulta “nessuna variazione di proprietà nè variazione urbanistica”

Amazon al Miac di Cuneo? Oscurati i cartelli ma non il "sorriso arancione"

Cosa succede nell'Area ex Miac di Cuneo venduta a Scannell Properties nell'aprile 2021?

Sembrava certo l'arrivo di un centro di smistamento Amazon.

La struttura è ormai terminata, così come i parcheggi e l'illuminazione. All'apparenza sembra un sito prossimo all'inaugurazione, ma tutto tace. Non ci sono offerte di lavoro sul portale dell'azienda in zona Cuneo. E soprattutto, i cartelli all'ingresso, che riportavano la scritta Amazon, sono stati oscurati. Anche se, a guardar bene, sotto un segnale 'exit' spunta la freccia ricurva arancione, il logo che abbiamo imparato a riconoscere sui pacchi che ci arrivano a casa.

Segno che il colosso di Seattle fondato da Jeff Bezos non approderà mai a Cuneo? Potrebbe essere uno dei primi effetti di quegli “aggiustamenti” sui livelli di personale in Italia annunciati all'ANSA da Mariangela Marseglia, vicepresidente e country manager Amazon Italia e Spagna. L'azienda di e-commerce più famosa al mondo sarebbe pronta a licenziare circa 10 mila persone, specie negli Usa.

Alla luce di questa crisi, non sarebbe così strano che Amazon abbia fatto un passo indietro su Cuneo.

I NUMERI DI AMAZON IN ITALIA E IN PIEMONTE

Partiamo dai numeri. Secondo la rivista Wired nel biennio 2020 e 2021 “Amazon ha raddoppiato la sua rete di magazzini in Italia, tagliando il nastro di 28 nuove strutture e arrivando a quota 51 impianti. Negli ultimi mesi, invece, il ritmo è rallentato. Nel 2022 il colosso dell'ecommerce ha piantato solo tre nuove bandierine lungo lo Stivale. Alessandria, San Salvo (provincia di Chieti) e Ardea, alle porte di Roma”. Oggi la multinazionale arruola 17mila persone in Italia.

In totale il Piemonte conta già sette siti: tre centri di distribuzione a Torrazza Piemonte (Torino), Novara e Vercelli; tre depositi di smistamento a Grugliasco (Torino), Brandizzo (Torino) e Alessandria; e un centro di distribuzione urbano a Torino.

Manca in effetti la copertura nell'area sud-ovest del Piemonte, ma quanto può essere strategica?

Nel frattempo l'azienda si trincera dietro un netto NO COMMENT: "In merito alla vostra richiesta di informazioni, l’azienda non commenta piani futuri".

L'ALONE DI MISTERO

Quello che infastidisce i cuneesi è l'alone di mistero che ha sempre ammantato la vicenda Amazon nel capoluogo.

Pare strano visto che un'operazione similare è stata annunciata in pompa magna a Jesi nei giorni scorsi. A comunicare la costruzione di un nuovo sito logistico nelle Marche sono stati i politici locali, ma anche l'amministratore delegato di Amazon Italia Logistica Lorenzo Barbo e il managing director di "Scannell Properties" Nick Deeks. Ci sono loro dichiarazioni su tutti i giornali marchigiani.

A Cuneo nessuno sa nulla.

UNA CATTEDRALE NEL DESERTO?

Al momento la proprietà dell'area sarebbe ancora di “Scannell Properties”, la multinazionale americana di sviluppo immobiliare che lavora per Amazon in Europa.

Secondo voci di corridoio, la proprietà sarebbe passata a un grande gruppo immobiliare che dovrebbe affittare a un altro soggetto. Ma al vice sindaco e assessore all'Urbanistica di Cuneo Luca Serale risulta “nessuna variazione di proprietà nè variazione urbanistica”.

La vendita con evidenza pubblica a “Scannel Properties” è stata conclusa sotto la presidenza del Miac di Marcello Cavallo. Parliamo di 3,9 milioni di euro per un terreno di 93 mila metri quadrati.

Noi abbiamo fatto la vendita del terreno in termini corretti, concludendo un'operazione partita con la proposizione di un Pec (Piano esecutivo convenzionato) molti anni prima – dichiara Cavallo -. Avevamo una perizia fatta da un notaio. Noi siamo una partecipata pubblica e abbiamo concluso un'operazione importante e interessante, in linea con le indicazioni dei soci. Di quello che accade dopo non siamo tenuti a sapere. Perchè noi dovremmo interessarcene? Non abbiamo interesse su quel sito lì e non abbiamo mai immaginato una eventuale sinergia con Amazon”.

Il problema è che non rimanga una cattedrale nel deserto, un sito fantasma. “Lo escludo – conclude Marcello Cavallo - Gli investimenti fatti in quell'area sono troppo importanti. I lavori (eseguiti dalla Fast di Bergamo, ndr) sono stati eseguiti molto alacremente per concludere tutto nei tempi richiesti. Ci sono postazioni per la ricarica elettrica. Se Amazon rinunciasse, resterebbe comunque un sito appetibile per operatori della logistica, fatto con estrema cura. La posizione, vicino all'uscita dell'autostrada, è poi assolutamente strategica”.

Pare infatti che un'azienda importante di logistica abbia chiesto informazioni. Se non sarà Amazon, sarà altro...

Cristina Mazzariello

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