Attualità - 12 gennaio 2023, 10:21

Se l’energia preoccupa le imprese della Granda: "Il ritorno al nucleare è imprescindibile" [FOTO E VIDEO]

“Semplificare la burocrazia", tra le richieste dei tanti imprenditori che hanno preso parte alla tavola rotonda organizzata da Confindustria Cuneo con ospite il presidente nazionale della Piccola Industria Giovanni Baroni

Alcuni momenti della tavola rotonda tenuta ieri presso la sede dell'associazione industriale

Alcuni momenti della tavola rotonda tenuta ieri presso la sede dell'associazione industriale

Nucleare si o nucleare o no? Quando, a metà degli anni '80, successe il disastro di Chernobyl, in tutta Italia si alzo una sola voce: mai più nucleare. Tutte le (poche) centrali presenti nel nostro Paese (la più vicina si trovava a Trino Vercellese), furono smantellate.

Oggi, a distanza di 40 anni, complice la crisi che morde e soprattutto il prezzo impazzito dell’energia elettrica parte del mondo politico, ma soprattutto quello imprenditoriale sta facendo marcia indietro.

Certo, è un nucleare completamente diverso rispetto quello di allora. Di quarta generazione”, l’ha definito il presidente provinciale e vice regionale della Piccola Impresa Alberto Biraghi durante la tavola rotonda sulle energie rinnovabili organizzato da Confindustria Cuneo. Ma imprescindibile”, ha aggiunto il presidente nazionale della Piccola Industria Giovanni Baroni, presente alla tavola rotonda ed intervenuto a conclusione lavori.

Grande la partecipazione all'incontro, che si è tenuto nella sede di Confindustria Cuneo. Ad introdurre la discussione lo stesso Biraghi,insieme ai saluti di Luca Robaldo, presidente della Provincia di Cuneo e Sindaco Città di Mondovì e della sindaca di Cuneo Patrizia Manassero

Folta la partecipazione di pubblico, con quattro imprenditori cuneesi che hanno portato le loro testimonianze: Marco Costamagna di MTM Hydro Srl. Lorenzo Gallo di GreenHas Italia Spa, Roberto Meo Colombo di Technofabric Spa e Riccardo Preve di Preve Costruzioni Spa.

D’altra parte il tema era di quelli che scottano di questi tempi. I numeri non mentono e quelli che sono scaturiti durante la tavola rotonda sono da brividi: appena tre anni fa le aziende pagavano l’energia elettrica 52,30 euro ogni megawatt. Prezzo impazzito nel corso del 2022, arrivando a toccare la cifra pazzesca di 303,95 euro Mwh: un rincaro di oltre il 500%, che farebbe convincere circa la necessita di una svolta verso l’energia pulita anche il più scettico tra i sostenitori contrari.

Serve a poco la leggera tendenza al ribasso di questi ultimi mesi, con il prezzo dell’energia elettrica sceso sotto i 300 euro per Mwh: una soglia che se psicologicamente può sembrare interessante, a conti fatti incide ben poco.

Che fare, quindi? Intanto le imprese della Granda già tre anni fa decisero di “far squadra”: insieme con Confindustria Cuneo, come le migliori realtà sportive si riunirono in un consorzio, Granda Energia.

Tutti insieme si può agire con maggior incisività e potere sul libero mercato del pazzo, e per certi versi complicatissimo, mondo energetico. Restando, nel contempo, un po’ più al riparo dal fluttuare dei prezzi. Cosa di non poco conto in questo anno e mezzo di profonda crisi. Che, alla fine, ha dato i suoi frutti. “Proprio per questo contiamo di allagare di più la nostra platea”, dice il responsabile della sicurezza per l’associazione degli industriali cuneesi, Andrea Corniolo.

Le nostre piccole imprese stanno affrontando questa emergenza energetica ormai da un anno e sono tragicamente abituate all’aumento dei prezzi – aggiunge il presidente nazionale della Piccola Industria Giovanni Baroni -. In un primo momento gli imprenditori hanno agito come farebbe un buon padre di famiglia, vale a dire riducendo i consumi ed investendo in energie alternative, ma da sole non possono farcela”.

Cosa chiedono gli imprenditori alle istituzioni? “Semplicemente di semplificare la parte burocratica – aggiunge Baroni -. Si pensi che in Italia dalla realizzazione di un impianto fotovoltaico alla sua effettiva messa in opera possono passare dei mesi. Ma ci sono anche aspetti di carattere congiunturale, come l’abbattimento dei costi delle bollette senza oneri: costi che si ripercuotono soprattutto sulle piccole imprese, perché le grandi godono di altre agevolazioni che, sostanzialmente, permettono loro di recuperare questi oneri. Poi ci sono quelli carattere strutturale: si pensi che la Germani ha già messo in funzione due rigassificatori e ne realizzerà altri tre nel corso dell’anno; sotto questo aspetto il nostro Paese è al palo. Insomma, ci si dimentica delle urgenze e sotto questo punto di vista il clima clemente non ci può dare sempre una mano”. 

Ma qual è la competitività attuale delle imprese cuneesi? “Anche nella nostra provincia non si guarda più solo al caro energia, ma a tutto ciò che impedisce alle nostre imprese di volare in alto”, ha detto il presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola, che abbiamo avvinato a fine giornata:   

 

Cesare Mandrile

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