“Una scelta obbligata, l’ultima cosa che avremmo voluto fare, specie in quanto amministrazione in scadenza. Ma il crollo all’interno della struttura di residenza per anziani non era preventivabile”.
Così Enzo Garnerone, sindaco di Cervasca, spiega la variazione di bilancio approvata nel corso del consiglio comunale tenutosi ieri sera (venerdì 24 febbraio), che destina fondi emergenziali e, appunto, non preventivati, a copertura delle spese relative alla struttura della casa di riposo comunale. Fondi da raggiungere con l’aumento dell’ IMU su alcuni fabbricati non di unità abitative da 9,6 a 10,6 e con il ritocco dell’addizionale comunale IRPEF (saranno esenti dai 42.000 euro in giù).
Misure che, indubbiamente, faranno storcere il naso a qualcuno ma che Garnerone assicura non vesseranno i cittadini più del dovuto: “Con il ritorno degli ospiti alla nostra casa di riposo le spese aggiuntive decadranno, quindi all'inizio dell'anno nuovo rimoduleremo come possibile quel che riguarda l’addizionale IRPEF”.

"Abbiamo le mani legate. Riapriamo il prima possibile"
A circa tre mesi dal crollo i lavori di riqualificazione e sistemazione della casa di riposo sono terminati in questa settimana: hanno coinvolto 1.136 metri quadri di controsoffitto e circa 5.000 metri quadri come tinteggiatura tra pareti e corridoi. Garantiranno la sicurezza degli ospiti e il futuro della struttura per i prossimi anni. Entro metà marzo si prevede di riportare i soggetti attualmente ospitati al ‘Mater Amabilis’ di Cuneo.
“Con lo spostamento abbiamo dovuto far fronte a una spesa inattesa di oltre 152.000 euro tra spesa di utilizzo locali da versare al Consorzio (90.500 euro), maggiori oneri sulla mensa da versare alla Markas (26.600 euro) e spese di gestione di un fondo rischi (22.000 euro), a cui abbiamo dovuto sommare il minore incasso derivato dagli affitti mancanti degli ospiti (13.000 euro) e l'aumento di 60.000 euro per costi luce e gas” ha spiegato il sindaco.

“Abbiamo assorbito con fondi comunali l’aumento di 10.000 euro sul trasporto scolastico e quello di 14.000 euro per i maggiori oneri derivanti dal contratto per i dipendenti comunali – ha aggiunto Garnerone – ma non ci stiamo più dentro. Abbiamo le mani legate. Forse, se ci si fosse mossi in modo differente già nel 2006 all’epoca del primo crollo, le cose sarebbero ora diverse ma non serve rimuginare sul passato. Importante, adesso, è mettere in quadro i conti e fare in modo di riaprire il prima possibile la struttura”.





