Economia - 06 marzo 2023, 11:30

Come funziona la partita IVA

Come funziona la partita IVA

La partita IVA è un codice identificativo di chi svolge un’attività d’impresa o lavoro autonomo ed è composta da una combinazione di 11 numeri che servono ad identificare in modo univoco l’attività negli archivi dell’Agenzia delle entrate. 

Nel caso in cui l’impresa sia rappresentata da una persona fisica, la combinazione numerica, può coincidere con il codice fiscale del titolare.

Il funzionamento pratico della partita IVA, oltre a quanto summenzionato, è quello di contribuire fiscalmente allo stato mediante un’imposta sui beni e sui servizi offerti che viene riconosciuta, appunto, con l’acronimo IVA. 

Tale imposta viene dedotta all’interno dalla propria dichiarazione dei redditi, è comunque opportuno specificare che l’IVA non grava sui titolari d’impresa o lavoro autonomo, ma bensì viene applicata dagli stessi sui beni e servizi che vengono erogati al pubblico, per cui l’imposta grava direttamente sul consumatore.

Per quanto riguarda l’obbligo di apertura della partita IVA questo grava sulle seguenti tipologie di lavoratori autonomi: 

  • tutti coloro i quali generano un’entrata annuale superiore a 5.000 euro;
  • tutti coloro i quali svolgono un’attività continuativa come ad esempio la vendita di prodotti online o la collaborazione con un’altra azienda per più di 30 giorni

All’interno di questo articolo andremo a spiegare come funziona nel dettaglio la partita IVA, il calcolo IVA, quali sono i regimi più convenienti a seconda delle esigenze personali, gli obblighi e i costi di mantenimento della partita IVA. 

Come aprire la partita IVA?

Il processo di apertura della partita IVA è abbastanza semplice oltre ad essere totalmente gratuito, il lavoratore che ha intenzione di aprire una partita IVA non dovrà far altro che: 

  • Munirsi di apposito modulo all’interno del quale viene indicato il codice ATECO
  • Allegare un documento di riconoscimento contestuale alla richiesta

Una volta in possesso della documentazione summenzionata, il richiedente, potrà procedere all’apertura della partita IVA scegliendo una delle seguenti opzioni: 

  • Recarsi fisicamente presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate di competenza territoriale
  • Inoltrare una missiva attraverso mezzo raccomandata con ricevuta di andata e ritorno (allegando ovviamente tutta la documentazione utile)
  • Online all’interno del sito dell’Agenzia delle Entrate mediante la compilazione di un modulo che deve essere poi inoltrato all’istituto attraverso posta certificata PEC e firma digitale

Il processo di apertura della partita IVA, per quanto possa apparire semplice, cela delle insidie soprattutto in termini di scelta del codice ATECO. Il codice ATECO è una combinazione alfanumerica che identifica un’attività economica, diverso dalla partita IVA, e serve a comunicare all’Agenzia delle Entrate la tipologia dell’attività che si intende svolgere. 

Per fare un esempio, un’azienda che ha intenzione di aprire un’agenzia di marketing online avrà un codice ATECO totalmente differente rispetto ad un commerciante che ha intenzione di avviare un’attività di ristorazione. Identificare la propria categoria professionale è basilare, soprattutto per determinare l’importo dei contributi che si dovranno versare annualmente presso l’INPS. 

Nel caso in cui non ci si senta sicuri nell’identificazione del codice ATECO vi è l’opportunità di aprire la partita IVA affidandosi ad un intermediario. In tal caso il costo varia tra i 100 e i 300 euro.

Come si calcola l’IVA?

Il calcolo IVA è un calcolo percentuale che viene applicato direttamente sul prezzo di vendita di un prodotto/servizio. Tale percentuale tiene in considerazione i seguenti valori: 

  • l’aliquota IVA applicabile che varia dal 7 al 19%
  • l’importo lordo del prodotto/servizio comprensivo di ulteriori tasse
  • l’importo netto
  • l’importo IVA che va ad aggiungersi all’importo netto

La formula per calcolare dell’IVA è la seguente: 

  • (prezzo netto imponibile * aliquota IVA) diviso 100

Il regime forfettario e il regime ordinario

In Italia esistono due diversi regimi fiscali: 

  • regime forfettario
  • regime ordinario

A seconda del regime all’interno del quale viene identificata la partita IVA tasse, adempimenti fiscali e contabili cambiano notevolmente. 

Ma quali sono gli elementi che distinguono questi regimi fiscali?

Sostanzialmente ciò che determina la differenza tra i due regimi è il fatturato, infatti rientrano nel regime forfettario tutti coloro che hanno un fatturato annuo inferiore a 85.000 euro, tutti coloro i quali superano tale soglia saranno obbligati a passare al regime ordinario. 

Per ovvie ragioni, il regime forfettario, consente un risparmio notevole sulle tasse da pagare con un’aliquota del 5% per i primi 5 anni di attività che raggiunge il 15% allo scadere del 5° anno. Il regime ordinario, invece, è sottoposto ad una tassazione più alta e quindi ad una gestione contabile più complessa. 

Partita IVA: quali sono gli obblighi?

Le aziende o i lavoratori autonomi in possesso di partita IVA devono adempiere ad obblighi fiscali quali: 

  • emettere una fattura elettronica ogni qualvolta viene erogato un prodotto o servizio, quindi essere dotati dei software che consentono l’interscambio della fatturazione;
  • dichiarare annualmente l’IVA;
  • liquidare, versare e fare una dichiarazione periodica dell’IVA
  • compilare i registri contabili con tutte le fatture emesse e ricevute
  • registrare le detrazioni

Oltre agli obblighi sulla gestione, il titolare di partita IVA, è tenuto anche ad attenersi ai seguenti oneri:

  • IRPEF (Imposta sul reddito persone fisiche)
  • IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive)
  • Contributi INPS
  • Assicurazione INAIL
  • Iscrizione alla camera di commercio

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