Ha un bellissimo sorriso Elisa, nome di fantasia perché desidera non rivelare la sua identità.
Quei suoi lunghi capelli spesso sono stati per lei un rifugio, tenuti sciolti a coprire il più possibile il viso, il tentativo anche di scomparire.
“Come quando da bambini si pensa che basti coprirsi con le mani per non essere visti. Si vorrebbe che fosse così.”
In occasione della giornata di oggi, 15 marzo, del Fiocchetto Lilla dedicata ai Disturbi del Comportamento Alimentare, il racconto di una dei tanti giovani della nostra provincia che ha affrontato questa sofferenza: “Ti accorgi ad un certo punto che non riesci più a controllare nulla, o almeno così ti sembra, che la realtà non è bella come immaginavi da piccola e che gli altri sembrano essere sempre pronti a ferirti. Ti accorgi che stai crescendo, con tutte le sfide che questo comporta anche nel rapporto con i genitori, che il tuo corpo sta cambiando e non vuoi, non vorresti in quel modo, non ti riconosci. Ti accorgi di un bisogno d’amore profondo che ricerchi dentro te, ma che non riesci ad afferrare. Così, ti punisci.”
Mesi di abbuffate per prendere peso, seguiti da mesi di restrizioni ed attenzione maniacale. “Io ero sempre troppo: troppo magra se dimagrivo perché stanca dei commenti sulle mie cosce, troppo grassa se invece prendevo i chili a furia di sentirmi chiedere se davvero mangiavo. Non ero però mai del mio peso, mai mi sentivo bene. Poi ero per gli altri sempre troppo ingenua, troppo diversa dalle altre ragazze che a 18 anni avevano tutte già avuto grandi esperienze sessuali, mentre io non avevo nemmeno dato il primo bacio. Troppo dedita alla lettura secondo loro, troppo strana perché non pensavo a trovare un fidanzato.”
L’adolescenza, le false amicizie e quel dolore tenuto nascosto che sembrava non avere fine. Il controllo su se stessa attraverso il cibo, a cui hanno fatto seguito momenti, durante i primi anni di università, a non riuscire più a controllare. “Nel dimagrire e poi prendere peso sono poi arrivate le abbuffate: passavo ore al supermercato, indecisa su cosa comprare, acquistavo tantissime cose e poi mi pentivo e dovevo mangiare tutto. Dolce, salato e poi ancora dolce. Non riuscivo a controllarmi più.”
Scoprire sentimenti veri, percepirli nei propri confronti e riuscire a confidarsi, a chiedere aiuto: “C’è stata in particolare una persona che devo ringraziare, un’amicizia autentica e profonda. Ad un certo punto è stato capire che, come non avevo mai trattato male gli altri perché conoscevo quanta sofferenza avrebbe procurato, non ero però stata in grado di trattare bene me stessa. Non era giusto.
Accettare, così, l’infrangersi anche di certi sogni, senza però smettere di cercare la propria felicità. Essere attenti agli altri, nella stessa misura in cui si pretende attenzione. Aver cura di sé e scoprirsi unici, seppur di un’unicità sofferta. È riuscita a chiedere aiuto Elisa, lei che ora riesce a guardare al futuro. Si è comprata il suo primo elastico per capelli ed è meravigliosamente tenace mentre afferma: “Il dolore c’è, ma non soffoca più!”




