Eventi - 10 aprile 2023, 08:57

Torniamo indietro nel tempo: i castelli più belli da visitare a Pasquetta

Sette meravigliosi manieri a pochi passi da casa per sentirsi re e regine

In foto il castello dei Principi Acaja, a Fossano

In foto il castello dei Principi Acaja, a Fossano

Che ne dite di una classica gita di Pasquetta per tornare indietro nel tempo là dove tutto è rimasto com’era una volta? Preparatevi, perché oggi si va alla scoperta di castelli a due passi da casa, quelli belli e ovviamente super instagrammabili. Credeteci, nelle “stories” farete un figurone affacciati dai torrioni o circondati da sale sfarzose, provando la sensazione di essere un re o una regina di epoca medioevale. 

Ah, tutti i manieri proposti aderiscono alla Giornata dei Castelli Aperti, domenica 14 maggio. Prendete nota della prima tranche. 

Castello dei Marchesi Del Carretto a Saliceto (foto sotto). Si trova lungo l’antica Via del Sale, che collegava il Piemonte alla Liguria. L’esistenza di un nucleo abitato sopra la collina, detta della Rosa, è documentata prima del X secolo, suddiviso in Borgovero e Borgoforte, entrambi abbattuti dai saraceni. Edificato come fortilizio, tra i secoli XII-XIII, si presenta oggi come una poderosa struttura residenziale a pianta trapezoidale, rinforzata da tre torri agli angoli. Una quarta torre, di cui si notano le vestigia sul muro, fu spianata durante l’assedio spagnolo. Informazioni: 017498021; 3355289151. 

 

Castello dei Principi Acaja a Fossano. Quello che vedrete è il risultato della costruzione iniziata da Filippo d’Acaja nel 1314. Prima esisteva un baluardo di difesa, la “bicocca”, costruito dopo il 1236. Fu tra i secoli XVI e XVII che il castello attraversò il periodo più florido, quando vi abitò la Madama Reale Cristina di Francia: fu abbellito con stucchi e dipinti, oggi quasi del tutto perduti, mentre due torri furono rivisitate con l’aggiunta di gallerie belvedere. Successivi ampliamenti si ebbero nel Seicento quando il castello fu trasformato in carcere con i grandi saloni trasformati in piccole celle. Nell’Ottocento il castello divenne caserma militare e in seguito sede di una scuola di veterinaria. Nella seconda metà del Novecento si intrapresero i lavori di recupero e la fortezza degli Acaja fu adibita a sede della Biblioteca civica e dell’Archivio di Stato. Informazioni: 017260160; 800210762. 

 

Castello della Manta (foto sotto). Un primo nucleo fortificato, situato sulla sommità del colle, in vista del gruppo del Monviso, esisteva già nel XIII secolo. Il castello inizia ad assumere l’aspetto attuale ad opera del casato dei Saluzzo della Manta all’inizio del Quattrocento. L’immagine attuale è la tipica risultante della graduale metamorfosi di un castello medievale in un complesso di costruzioni di epoche e aspetti differenti, con la perdita progressiva di quasi tutti i caratteri di opera fortificata per acquisire l’aspetto di signorile dimora. Il complesso castellano è frutto di successive aggregazioni a partire dall’originario fortilizio del XIII secolo e si è arricchito nel Cinquecento. Il Castello della Manta custodisce nel salone baronale una delle più stupefacenti testimonianze della pittura del gotico internazionale, il ciclo di affreschi nella Sala Baronale. Valerano, signore di Manta dal 1416, operò organicamente per costruire il suo castello in struttura residenziale aggiornata sui modelli funzionali e decorativi dell’epoca tardogotica. Attualmente è di proprietà del FAI. Informazioni: 017587822; 0175289766. 

 

Castello di Serralunga d’Alba (foto sotto). Il Castello sovrasta il paese e colpisce immediatamente per lo slancio e la verticalità della sua architettura gotica. Il luogo era anticamente fortificato da una torre, all’epoca in cui i signori del luogo erano Bonifacio Minore e Ottone Del Carretto. Nel 1190, il feudo dei Del Carretto venne acquistato da Manfredo di Saluzzo. La torre venne abbattuta nel 1340, quando il possedimento pervenne ai Falletti, importante famiglia signorile delle Langhe, per far posto all’attuale castello, edificato da Pietrino e dal figlio Goffredo II. Presenta le facciate in mattoni a vista, caratterizzate da fasce ad archetti. Pochissime le finestre, bifore o monofore. Nell’interno sono visibili alcuni camini di notevoli dimensioni e soffitti lignei. Fu oggetto di un consistente restauro negli anni ‘50, compiuto dalla Soprintendenza, quando divenne di proprietà statale. Informazioni: 0173613358. 

 

Castello Falletti di Barolo (foto sotto). L’etimologia del nome Barolo deriva probabilmente dal celtico “bas reul”, cioè luogo basso, data la conformazione geografica del territorio. Le prime notizie di una fortificazione verso la valle Talloria risalgono al X secolo, con la concessione di re Berengario I di costruire una difesa contro gli attacchi degli Ungari prima, e dei Saraceni poi. Atti duecenteschi testimoniano la cessione del castello al comune di Alba e poi alla famiglia Falletti. Già eretto a Contea nei primi anni del Seicento, Barolo diviene Marchesato nel 1730. Il primo Marchese è Gerolamo Falletti, uomo di grandi abilità militari, che nel 1731 ottiene il titolo di vicerè di Sardegna. Nell’Ottocento il castello diventa residenza di campagna dei Marchesi Carlo Tancredi Falletti e della moglie Giulia Colbert. Tra gli abituali ospiti a Barolo vi è lo scrittore e patriota Silvio Pellico. Rispettando le ultime volontà della marchesa Giulia, alla sua morte nel 1864 viene istituita l’Opera Pia Barolo, un ente morale incaricato di amministrare le fortune di famiglia e il castello diventa un collegio. Nel 1970 il castello viene acquistato dal Comune di Barolo. Informazioni: 0173386697. 

 

 

Castello Reale di Govone (foto sotto). In cima alla collina di Govone, il castello è delimitato a nord e ad ovest da un vasto parco all’inglese e ad est da un giardino pensile, ricco di aiuole, fontane ed alberi. La costruzione attuale è opera dei Conti Solaro, Signori di Govone fin dal XIII secolo. Fu ricostruito per interessamento del Conte Roberto Solaro e del nipote Ottavio Francesco Solaro, al quale l’architetto Guarino Guarini (1624-1683) dedicò il progetto della stessa ricostruzione. L’esecuzione dell’opera fu proseguita dagli eredi, tra i quali il Conte Giuseppe Roberto Solaro e Luigi Giuseppe Ottavio Solaro che commissionò il monumentale scalone di ingresso, realizzato con le sculture provenienti dalla Fontana d’Ercole della Reggia di Venaria Reale. Il Castello Reale di Govone fa parte del circuito delle Residenze Sabaude piemontesi, che l’UNESCO ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale (World Heritage). Informazioni: 017358103; 3714918587. 

 

La Castiglia di Saluzzo (foto sotto). La Castiglia fu la residenza fortificata dei Marchesi di Saluzzo, dinastia quattro volte secolare che giunse a contendere ai Savoia il dominio del Piemonte. Edificata come roccaforte dal marchese Tommaso I tra il 1270 e il 1286, il castello è nei secoli ampliato, dotato di quattro torri, bastioni, ponte levatoio e fossato. Venne trasformato in dimora signorile poi in caserma, prigione, ricovero di invalidi. Oggi la Castiglia ospita il Museo della Civiltà Cavalleresca e il Museo della Memoria Carceraria, a ricordare le due principali funzioni svolte dall’edificio. Inoltre nella manica ottocentesca trovano sede l’Esposizione e Collezione permanente Fondazione Garuzzo, saloni per esposizioni temporanee e l’Archivio Storico. Informazioni: 3293940334. 

Allora, quale avete scelto di visitare?

Silvia Gullino

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