Attualità - 21 aprile 2023, 11:23

Cuneo, per il Miac cambio di ragione sociale e di nome: presentato il piano di rilancio

A pochi giorni dalla notizia di abbandono del mercato bovino ‘alla vecchia maniera’ i vertici della società hanno incontrato i consiglieri comunali presentando le idee da tramandare alla prossima governance. Le minoranze: “Non ci obbliga nessuno a tenere in piedi una realtà che ha sempre prodotto solo debito”

Cuneo, per il Miac cambio di ragione sociale e di nome: presentato il piano di rilancio

La parola d’ordine, per il Miac, è e sarà - nel prossimo futuro e soprattutto con il cambio di governance in arrivo - ‘rilancio’. La dirigenza ormai in scadenza, composta dal presidente Marcello Cavallo, il vicepresidente Enzo Tassone, la direttrice Cristina Allisiardi e il vicedirettore Dario Vallauri, si è presentata ieri (20 aprile) in sala Vinaj per il tradizionale incontro con la commissione bilancio: al centro, inevitabilmente, i nuovi sviluppi relativi all’area e alla società partecipata, tra cui l’abbandono del mercato bovino ‘alla vecchia maniera’.

Il rilancio passerà dal cambio di ragione sociale e nome

Il nuovo piano strategico di rilancio – illustrato principalmente da Cavallo e Allisiardi – prende corpo dai mutamenti profondi e dagli sviluppi che il comparto agroalimentare sta affrontando ormai da alcuni anni (non solo per l’impatto della pandemia). È stato approvato dalla totalità dei soci (ovvero il Comune di Cuneo, la Finpiemonte partecipazioni, la Fondazione CRC, CCIAA Cuneo e Provincia di Cuneo).

Sin dall’inizio del nostro triennio di governance abbiamo cercato di attivare un’opera di ottimizzazione e razionalizzazione, individuando i punti di forza della società per potervi capitalizzare – ha spiegato Cavallo - . Un percorso non facile ma anche interessante che sta dando frutti importanti e che gioca sulla trasversalità di Miac a livello territoriale e regionale”.

Il Polo Agrifood, una delle sette realtà di questo tipo in Regione, è un elemento essenziale per il futuro della struttura – ha aggiunto il presidente - . Soprattutto, è frutto di una grande attività di collaborazione e coesione, sia tra i soci che tra i dipendenti stessi, che ringrazio: se la società può immaginare di avere un futuro è soprattutto grazie all’impegno che loro hanno profuso”.

Allisiardi ha delineato le varie ipotesi per gli ulteriori sviluppi dell’area, contenute nel piano. Al di là di un cambio di sigla – inevitabile, dopo l’abbandono del mercato – e di ragione sociale l’attuale Miac punterebbe principalmente sul proprio ruolo di polo logistico a sostegno delle aziende e degli imprenditori; si propone poi di rendere la società sede della commissione unica nazionale per la definizione delle tendenze di mercato e dei prezzi dei prodotti agricoli, di istituzionalizzare il ‘borsino’ già esistente, di gestire in maniera proficua i 77.000 metri quadri dell’area a livello immobiliare (di cui soltanto 21.200 sarebbero utilizzati), di investire nell’energia green come intervento di pubblica utilità, di affittare l’attuale palazzina degli uffici per renderla centro di trasformazione agroalimentare, di impostare un’attività di ‘innovation hub’ come ‘incubatore’ per nuove realtà imprenditoriali.

Allisiardi ha anche illustrato il conto economico del Miac. Per il 2022 il risultato civilistico comprese le imposte segna un -64.722 euro, ma più incoraggianti sono i risultati preventivi sul 2023, 2024 e 2025 (rispettivamente +4.092 euro, +21.603 euro e +30.559 euro).

Lauria, Sturlese e Boselli: "Il Comune subisce o indirizza?"

La successiva discussione tra consiglieri si è rivelata lunga e articolata, e ha offerto non solo spunti di riflessione generale ma anche qualche momento più ‘teso’. I consiglieri di minoranza Beppe Lauria, Ugo Sturlese e Giancarlo Boselli si sono interrogati principalmente sul ruolo che la politica – ovvero il Comune e la sua maggioranza di governo – ha e ha avuto nel tempo come socio di riferimento del Miac.

Ci vengono presentati dei nuovi indirizzi per il futuro della società e dell’area, quando a definirli dovrebbe essere (anche) il Comune – ha detto Lauria - , e ci viene spiegato che non sussiste più la tensione ideale degli inizi e che si andrà su progetti che, ‘sulla carta’ e stanti tutti i ‘se’ del caso, paiono positivi. Ma è indubbio che da quando è nato il Miac abbia prodotto solo debito e che nel corso del tempo ci sia stata conferita più che altro fuffa, quindi mi chiedo: la politica sostiene o subisce le decisioni? Io credo più la seconda”.

Il nuovo piano di rilancio cambia la natura stessa della società, prendendosi anche molti rischi, ma cosa succederà se dovesse rivelarsi fallimentare? - ha domandato Boselli – Il socio di maggioranza, una volta di più, gioca ‘di rimessa’ quando dovrebbe invece prendere in mano la situazione ma nessuno ha ordinato al Comune di tenere in piedi il Miac, se reputa questi nuovi indirizzi irrealizzabili o non credibili”.

Sturlese ha, anche fatto riferimento alla vendita di terreni – per 90.000 metri quadri per 3.9 milioni di euro, perfezionata nell’aprile 2021 - che ha coinvolto la Scannell Properties (sussidiaria del ben più noto colosso americano dell’e-commerce Amazon): “I problemi del Miac si sono legati ad affare immobiliari di cui avreste dovuto rendere conto, specie perché un’azienda non può funzionare bene solo alienando le proprietà. Così è troppo facile”. La questione è stata poi ripresa anche, in ulteriori interventi, da Boselli e Lauria: le minoranze hanno definito ‘gravissima’ la vicenda e specialmente la mancanza di trasparenza in merito e ‘sospetta’ (parole del capogruppo degli Indipendenti) la vendita dei terreni a un valore di mercato così superiore al normale.

I tre consiglieri si sono anche scagliati contro lo spostamento della Mostra nazionale della razza Piemontese a Fossano.

Cavallo ha rigettato del tutto i dubbi e le accuse sulla vendita dei terreni spiegando come il denaro corrisposto sia stato precedentemente indicato da una perizia realizzata dallo studio di geometri ‘Pellegrino’ di Roata Rossi (coinvolgendo, quindi, l’attuale assessore e allora consigliere di maggioranza Luca Pellegrino). “Abbiamo realizzato un’operazione di lunga data già ratificata, non avremmo potuto fare diversamente” ha aggiunto.

Il piano di rilancio non è stato elaborato a casaccio e non si basa su idee e iniziative ‘sulla carta’, ma è frutto della condivisione con i soci e della presa d’atto del fatto che non c’è più interesse da parte degli allevatori nel portare i capi sul mercato – ha aggiunto ancora Cavallo - . Per quanto riguarda la Mostra nazionale, poi, non è un problema di spazio, che c’è tutto”.

Di chi è, allora, la responsabilità? “La scelta rispetto lo spostamento a favore del territorio di Fossano è stata dell’Anaborapi, che gestisce l’evento – ha detto la sindaca Patrizia Manassero - . Una scelta puramente politica, non credo dettata dall’intenzione di ‘punire’ la nostra città; abbiamo già fissato un incontro, spero chiarificatore, con i vertici dell’associazione”.

La sindaca – nel suo intervento di chiusura - ha ringraziato i vertici Miac per la presentazione del piano strategico, definendolo come un documento su cui realizzare analisi e valutazione delle prospettive ma chiarendo anche come gli sviluppi del mercato che ne hanno giustificato la stesura non abbiano stupito nessuno (e, di certo, non gli addetti ai lavori): “I risultati patrimoniali aprono sicuramente a ragionamenti d’indirizzo sulle prospettive e sull’interesse pubblico, ma l’eventuale cambio di definizione societaria non metterebbe in discussione quest’ultimo – ha detto - : il mondo è cambiato, e ora la ricerca è un ambito che viene visto come di particolare interesse”.

Simone Giraudi

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