Attualità - 13 giugno 2023, 13:30

“Basta strumentalizzare il biodigestore, impianto all'avanguardia utile alla collettività”

Le riflessioni dei borgarini Marco Bona e Sergio Garis. Sui costi di conferimento negli altri Consorzi è in atto una guerra di monopolio: “Sono prezzi fuori mercato. Parliamo di politiche di ribasso che puntano a bloccare questi progetti”

Sergio Garis e Marco Bona

Sergio Garis e Marco Bona

 

“Borgo San Dalmazzo può evitare la riapertura della discarica se attiva un circuito virtuoso con gli altri Consorzi della Provincia. Insomma, per evitare il rischio di mettere mano alla discarica, l'unica maniera è andare avanti col trattamento dell'organico e quindi procedere con il progetto biodigestore”.

Non hanno dubbi i borgarini Marco Bona e Sergio Garis. Il primo è stato consigliere comunale capogruppo di minoranza di Borgo 3.0 e presidente della Commissione Ambiente dal 2017 al 2022. Il secondo è un tecnico, consigliere Acsr per diversi anni con lunga esperienza nell’ambito del trattamento e recupero dei rifiuti, nonché autocandidato al cda Acsr in sostituzione del presidente dimissionario Agostino Forneris. Hanno incontrato i giornalisti per presentare il loro punto di vista sui progetti biodigestore e teleriscaldamento, a tre giorni dall'assemblea Acsr convocata venerdì 16 giugno per ratificare la convenzione che permetterà il passaggio del contributo Pnrr dal Cec all’Acsr.

È mancato un confronto pacato sull'argomento. Riteniamo irresponsabile verso la collettività restare in silenzio di fronte ad affermazioni palesemente false e lesive degli interessi del bene comune”.

Ecco punto per punto, le loro riflessioni

Mancato conferimento dell'organico al biodigestore

Nessun consorzio (ACEM - Azienda Consortile Ecologica Monregalese, CSEA – Consorzio Servizi Ecologia e Ambiente, coaBsER - Consorzio Albese Braidese Servizi Rifiuti) ha deliberato il rifiuto a partecipare al progetto biodigestore, anzi Alba ha esplicitato e ribadito recentemente il suo interesse, gli altri consorzi hanno contratti che scadono entro 2-3 anni.

Sostenere che mancherà l'organico è falso. La prospettiva è che sta progredendo. Ci sono comuni dell'abese dove non si è ancora cominciato a fare raccolta dell'organico. Il Piano Regionale dei Rifiuti di recente approvazione individua in 90 chili per abitante l'anno il target a cui la raccolta differenziata dell’organico sta portando, pari a 52.830 tonnellate l'anno per la provincia di Cuneo, ben superiori ai fabbisogni del biodigestore”.

I costi di conferimento

Sulla mancata sostenibilità del progetto in relazione al fatto che la spesa attuale che i Consorzi stanno affrontando per il conferimento dell'organico è molto più bassa di quella proposta da Acsr (tariffa di ingresso di 92 euro a tonnellata che potrebbe essere ridotta a 74 euro a tonnellata), Bona e Garis parlano di guerra di monopolio: “Sono prezzi fuori mercato. Parliamo di politiche di ribasso che puntano a bloccare questi progetti in una logica di guerra di monopolio. Uno sguardo al recente passato è esemplificativo. Fino ad un paio di anni fa le tariffe dei grandi impianti arrivavano a 120-150 euro a tonnellata a fronte degli 83di ACSR e dei 100 in provincia di Cuneo”.

Una tecnologia obsoleta?

Chi sostiene che quella del biodigestore sia una tecnologia obsoleta è male informato. Le linee guida UE parlano di biocompostaggio come strategia vincente. Sta aumentando del 30% a livello mondiale. Quale tecnica è migliore di questa? Avere tanti piccoli biodigestori con relativi problemi di costi del personale e manutenzione? La compostiera nel giardino? Può farlo solo qualcuno”, commenta Garis.

E aggiunge Bona: Il biodisgestore è un impianto all'avanguardia. Gli elementi pesanti nell'organico potrebbero arrivare da una raccolta porta a porta non eseguita correttamente. Ma vengono filtrati perchè in un biodigestore non devono entrare materiali inquinanti”.

Emissioni di CO2

Che l'impianto produrrebbe CO2 è una fesseria – dice Bona -. Il metano prodotto, pari al 10-15% circa del carbonio in ingresso, di fatto riduce di una quota equivalente la CO2 prodotta dal processo, il contrario di quanto affermato negli incontri pubblici. Vale la pena ricordare che la CO2 prodotta è di origine biologica e fa parte del ciclo naturale del carbonio, tanto assorbono le piante oggi tanto la digestione degli scarti organici restituisce all’ambiente domani, con un bilancio zero sulle emissioni di CO2”.

La sinergia con il teleriscaldamento

L’affiancamento dei progetti di teleriscaldamento e di biodigestore - proprio come sostenuto dall'attuale minoranza borgarina – poteva offrire sinergie tecniche, economiche ed ambientali rilevanti.

Spiegano Bona e Garis: “Il biodigestore ha bisogno di energia termica ed elettrica, che l’impianto di teleriscaldamento produce e, in base alle attuali norme di legge, può essere scambiato tra impianti contigui con significativi risparmi e vantaggi per entrambe le parti.

Il progetto Edison Energia dichiarava un fabbisogno di 4,3 milioni di mc di metano, il progetto ACSR prevede la produzione di 3 milioni di mc di metano. In quest’ottica il fabbisogno di metano del teleriscaldamento viene coperto per il 75% da biometano, una fonte rinnovabile di metano”.

Meglio affidarsi in futuro a impianti privati?

Chi garantisce che un impianto privato rispetta tutte le norme di sicurezza ambientale? - si chiede Garis -. Sono gravi le affermazioni di alcuni amministratori pubblici riportate dai giornali che dichiarano preferibile il ricorso agli impianti privati esistenti rispetto allo sviluppo del progetto CEC-ACSR, totalmente pubblico. Si tratta di posizioni che seguono le logiche di mercato, logiche di profitto, che contrastano con le esigenze di garanzia e di economia dei servizi di pubblica utilità, come lo sono i rifiuti e l’acqua pubblica”.

I tre milioni che mancano

Nell’assemblea dei sindaci del Consorzio ecologico cuneese di lunedì 5 giugno è stato ufficializzato l'aggiornamento dei costi sul biodigestore con un aumento di ben 3,1 milioni (non coperti dai 12,8 milioni del Pnrr).“Si fa un mutuo pagato con le bollette dei cittadini e spalmato su vent'anni. Da sempre succede così. Come fa ad essere un problema?”, risponde Bona.

La nomina nel cda Acsr

Una questione che non è all'ordine del giorno del prossimo consiglio Acsr di venerdì e che molto probabilmente potrebbe slittare a settembre. Concludono Bona e Garis: “E’ grave che vengano proposte per il consiglio di amministrazione e la presidenza di ACSR figure apertamente contrarie al progetto (Ettore Zauli, ndr), che non possono tutelare la collettività sul corretto sviluppo dell’opera e degli interessi collettivi”.

Cristina Mazzariello

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