Economia - 28 giugno 2023, 16:40

Sul nuovo ospedale unico Cuneo attende (ancora) la Regione: "Basta litigare tra di noi"

L'appello della sindaca Manassero, incalzata nella discussione in consiglio comunale da un'intepellanza e due ordini del giorno: "Rischiamo di trovarci senza finanziamento e senza progetto. Si smetta di confondere le acque per colpire la maggioranza"

La sindaca Patrizia Manassero

La sindaca Patrizia Manassero

Ha ragione chi evidenzia che la discussione sul nuovo ospedale unico sia fortemente confusa, dico io anche a causa di chi strumentalizza un problema serio per ‘dare in testa’ alla maggioranza, un corso d’azione che politicamente ci sta ma che dubito aiuti a risolvere la situazione. Ci può non piacere il ppp, è legittimo e possiamo dirlo, ma tradurlo in ‘privatizzazione dell’ospedale’ è una bestemmia: se si fa una scuola tramite un mutuo si sta ‘privatizzando la scuola alla banca’? Non scherziamo”.

Commenta così Patrizia Manassero, sindaca di Cuneo, la lunga discussione che in entrambe le serate del consiglio comunale di giugno ha tenuto banco tra i consiglieri. Al centro, com’è facile intuire, l’ennesima richiesta di aggiornamento rispetto alla ‘situazione di stallo’ in cui versa l’iter per la realizzazione del nuovo ospedale unico della città, trattata in un’interpellanza realizzata da Giancarlo Boselli (Indipendenti) e due ordini del giorno, uno a firma congiunta tra Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia e uno prodotto dall’intera maggioranza.

Strali tra maggioranza e opposizione: Comune debole?

Il primo a prendere la parola – ancora nella serata di lunedì 26 – è stato Boselli: “Nonostante quanto Alberto Cirio e Luigi Genesio Icardi vadano dicendo, sul nuovo ospedale siamo ancora ‘al punto 0’ - ha detto - . A fronte di ritardi incredibili e del fatto che il focus dell’attenzione dei vertici regionali rimanga fisso su zone della provincia che non sono hub, si è visto mutare l’atteggiamento del PD regionale e provinciale: dopo un anno di discussione la sindaca si dice preoccupata, e deve esserlo perché fin’ora non ha esercito il proprio ruolo. Su questa come su molte altre questioni la sindaca ha perso il controllo e quella che avanza adesso è una risposta debole, una voce di lamento: la gente (specie quella che l’ha votata) si aspetta un’azione forte: Icardi lo si deve convocare qui, con coraggio, e che dia delle risposte”.

Penso che l’ordine del giorno della maggioranza sia debole, specie perché potreste non essere voi a gestire questa partita politica nei prossimi mesi, stanti i sintomi di difficoltà grave e instabilità che si esprimono, da parte vostra, ormai con cadenza quotidiana” ha concluso l’Indipendente.

Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) ha presentato il primo dei due ordini del giorno, concordando con Boselli sulla “debolezza dimostrata dal Comune nella gestione della vicenda”: “In una situazione di stallo come questa, figlia anche dei tentennamenti di questa amministrazione comunale oltre che di una gestione sconsiderata a livello regionale, la gente deve ricorrere al privato – ha detto - . Chiaro che, anche nella migliore delle ipotesi, avremo sei o sette anni di vuoto in attesa del nuovo ospedale in cui senza piani precisi dell’Aso e dell’Asl sarà difficile garantire il servizio; in tutto questo, la maggioranza prosegue senza affermare una posizione precisa, invece di richiedere al commissario Tranchida il rifiuto immediato del partenariato pubblico-privato come successo a Savigliano”.

A nome della maggioranza, invece, è intervenuto Carmelo Noto (PD): “Anche noi ci uniamo alla richiesta di convocare l’assessore regionale Icardi in un consiglio comunale aperto, una volta chiarita la scelta della Regione sul finanziamento – ha detto - . Assurdo chiedere a Tranchida di rifiutare un finanziamento disposto dall’organo regionale, dobbiamo essere pronti a supportare la scelta con tutti i mezzi a nostra disposizione. Non vogliamo concedere alla regione alcun appiglio e richiamare l’assessore alla responsabilità concreta del ruolo”.

Lo stallo e quelle rassicurazioni che (ancora) mancano

Tanti i consiglieri intervenuti nello spazio dedicato al dibattito, sia per l’interpellanza che per gli ordini del giorno. Nei banchi della maggioranza la prima a parlare è stata Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica): “Il problema principale della sanità come settore sta nei numeri, sia di risorse nel senso economico che nel numero di operatori: in Italia mancano 30.000 medici ospedalieri, 70.000 infermieri e 100.000 posti letto” ha sottolineato.

Sulla carta la Regione ha annunciato moltissimi progetti e una spesa totale di oltre 55 milioni di euro, in una situazione complessa e confusa da dirimere partendo dalla definizione delle responsabilità e delle competenze – ha aggiunto D’Ulisse - :  vogliamo un ospedale unico, al Carle, finanziato preferibilmente con soldi pubblici. Siamo preoccupati? Sì, da 10 mesi più o meno. Gli interlocutori a cui chiedere chiarezza sono il presidente Cirio e l’assessore Icardi”.

Respingiamo l’idea che le istituzioni locali abbiano giocato un ruolo da ‘vittima consenziente’, che ferisce l’impegno della sindaca e di tutti quanti noi” ha stabilito invece Vincenzo Pellegrino (Centro per Cuneo), ricordando come ad oggi non siano ancora note le conclusioni che l’advisor ha tratto dallo studio del progetto e la confusione generata dall’assessore Icardi nel campo della copertura economica dello stesso.

A concludere gli interventi della maggioranza Serena Garelli (Centro per Cuneo): “Il percorso che ha condotto alla scelta di Confreria come sede del nuovo ospedale unico, lungo ed esauriente, è stato aperto a tutti i possibili coinvolti. Cosa ci preoccupa, quindi? Tutto quanto successo dopo l’accoglimento dalla Regione delle indicazioni della città. Icardi non si può sottrarre al dare risposte e chiarimenti: il tempo è scaduto”.

Tra la minoranza, Beppe Lauria ha sostenuto la posizione secondo cui il Comune “avrebbe dovuto e potuto ritagliarsi uno spazio più incisivo, ci saremmo evitati questa sceneggiata napoletana in cui consiglieri di opposizione chiedono conto al sindaco della situazione, e la maggioranza fa un ordine del giorno sullo stesso argomento. Ci stiamo prendendo in giro? E per quanto, ancora, potremmo essere assenti su una partita vitale per la nostra città?

Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) ha invece sottolineato come i soldi per il finanziamento pubblico ci siano ma l’intenzione della Regione guardava da subito alla privatizzazione: “Il manifestarsi delle perplessità del PD arriva in ritardo, finora ha ottenuto un atteggiamento tiepido  - ha detto - , ma mi sembra continuiate su questa linea: a oltre un anno dalla presentazione del partenariato dovete cambiare passo, è ora di prendere una posizione netta. Lo dovete fare perché rappresentanti del centrosinistra”.

Non possiamo trovare una soluzione che metta d’accordo tutti, abbiamo due visioni diverse di sanità – ha commentato ancora Luciana Toselli (Cuneo per i Beni Comuni) - . Chiedo però che in Regione si faccia arrivare la richiesta concreta di risolvere la questione della sanità partendo dal territorio. Non possiamo aspettare il nuovo ospedale per poter lavorare sulla medicina del territorio, o sul problema del personale”.

Manassero: "Continuare a litigare tra di noi non aiuta"

Medicina del territorio e ospedale non sono concorrenti ma in prima linea nelle attenzioni dell’amministrazione comunale, e non giusto pensare diversamente – ha sottolineato la sindaca - . La privatizzazione della sanità non passa attraverso il pbblico-privato, che è una modalità legittima e prevista dalla legge, ma da altri fattori che spingono l’utenza".

Dobbiamo essere coerenti, tutti, specie nel rilevare il fatto che questo consiglio ha espresso da sempre forte attenzione e preoccupazione – ha continuato Manassero - E' chiaro che, se il parere sul partenariato fosse negativo, rischieremo di trovarci senza progetto e senza finanziamento. Io auspico che così non sia e che si vada invece verso un ‘piano B’ che abbia almeno un finanziamento per la progettazione, perché Cuneo, di quell’ospedale, ha veramente bisogno. I punti interrogativi sono tanti ma bisogna capire su quali concentrarsi nell'avanzare richieste; se continuiamo a bisticciare tra di noi per il solo motivo di mostrare i muscoli, assorbendo il silenzio di chi ha responsabilità regionali e nazionali, non li risolveremo mai”.

Simone Giraudi

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