Attualità - 17 agosto 2023, 08:03

“Un lupo ha distratto i cani e altri si sono buttati nel gregge”: così Matteo Bestiale ha perso le sue pecore a Prato Nevoso

Sabato 12 agosto sono precipitate in un dirupo del Monte Mondolè, a Frabosa Sottana. Un centinaio i capi deceduti, 150 salvati ma molti sono feriti. Oltre 13 mila euro raccolti per lui: “Grazie a chi ha donato. E un grazie immenso allo straordinario lavoro di recupero del Soccorso alpino”. E ora? “Non mollo, ma non so se continuare a rischiare in alpeggio”

Matteo Bestiale con il suo gregge prima dell'attacco dei lupi

Matteo Bestiale con il suo gregge prima dell'attacco dei lupi

“Un lupo mi ha distratto i cani e altri si sono buttati in mezzo al gregge. C'era la nebbia bassa, in un punto pieno di cespugli. Ero lì con le mie pecore e le mie capre. Quando ho visto che gli animali indietreggiavano verso il dirupo, io mi sono precipitato in un canalone secondario. Sono arrivato sotto, in un punto un po' laterale. Preso dall'agitazione mi sono arrampicato mentre le pecore cadevano. Le capre sono più agili e molte sono riuscite a saltare via da sole. Sono riuscito a fermare una settantina di pecore che ancora non aveva raggiunto il bordo e le ho rispinte sul sentiero”.

È stato un pomeriggio tragico quello di sabato 12 agosto per il giovane pastore Matteo Bestiale, 21 anni. In pochi minuti, intorno alle 14.30, ha perso gran parte del suo gregge di pecore e capre, precipitato in un dirupo del Monte Mondolè, in località Prato Nevoso del Comune di Frabosa Sottana. Con lui due pastori maremmani e tre cani da conduzione.

Un centinaio i capi precipitati e deceduti. Circa 150 quelli salvati con una complessa operazione di recupero del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, coadiuvato dai vigili del fuoco. Ma almeno 50 di questi sono rimasti feriti, ingessati o steccati, e non torneranno più a camminare come prima. Di certo non potranno più salire in alpeggio.

Il primo che è accorso sul posto è stato suo cugino, malgaro anche lui: “Quando ha visto dove ero arrampicato si è messo le mani nei capelli e ha chiuso gli occhi. C'era un salto di almeno 30 metri di roccia. È andata bene che non mi sono fatto niente. Eppure non ci ho pensato due volte. Questo mestiere è la mia vita, noi pastori viviamo per i nostri animali. Ho fatto tanti sacrifici, ho assistito a tante nascite. Quando ho visto che si buttavano giù, non ho pensato alla mia sicurezza”.

Matteo Bestiale è residente a Monastero Vasco, il diploma in Agraria. Ha ricevuto in dono le prime due capre quando aveva 12 anni. Piano piano sono diventate una ventina, poi un centinaio. Un anno fa ha ampliato il numero con il gregge del pastore anziano Michele Baracco. Le alleva in alpeggio, le munge e fa i formaggi tramite l'azienda agricola 'Casa Frescu' di Frabosa Sottana.

Insomma “un giovane margaro simbolo di un territorio montano”. Con questa motivazione amici, residenti e villeggianti di Prato Nevoso hanno deciso di aiutarlo attivando una raccolta fondi sulla piattaforma online GoFundMe. In soli tre giorni sono stati raccolti oltre 13 mila euro.

Non immaginavo mai più una cosa del genere – commenta il giovane pastore -. Ci tengo davvero tanto a ringraziare tutti quelli che hanno donato, telefonato, mandato un messaggio. In particolare un grazie immenso ai ragazzi del Soccorso alpino. Sono volontari e hanno fatto un grande lavoro, credo oltre quello che competeva loro, tra sabato sera e domenica mattina. Grazie anche agli amici che mi hanno aiutato a interrare le carcasse lunedì, secondo la direttiva dell'Asl. Ne ho chiamati quattro e sono venuti in venti. Sono gesti che fanno piacere, seppur nella disgrazia”.

Se ripenso a quanto successo mi viene male - continua il malgaro -. I maremmani che partivano e, in un niente, le campane che andavano giù. Mi sono trovato lì davanti ai miei animali fracassati. Le gambe non mi hanno retto, sono stato un'ora buona a piangere come un bambino. Per due notti non ho dormito. E ogni volta che guardo il capretto che ha perso la mamma o la pecora che ha perso l'agnellino, mi si stringe il cuore”.

Appena accaduto il fatto ha pensato di mollare tutto. Ma la solidarietà ricevuta e l'amore per questo mestiere gli ha fatto cambiare idea: “Io non mollo, i miei animali non li vendo. Senza di loro non posso stare”, risponde ora convinto Matteo Bestiale. Anche se non sarà facile ripartire: “Sono giorni che penso tanto. Non so se convenga ancora rischiare in alpeggio, oppure impostare l'azienda in modo differente. Tanto l'anno prossimo i lupoi ci saranno ancora. Potrei ridurre il numero di capi e stare basso in pascoli più puliti e meno impervi. Anche giù ci sono lupi, ma un attacco è più facile da gestire. Mi spiace – continua -. Qua mi piace, la vita in alpeggio è un'altra cosa. Ma al primo posto metto i miei animali e la loro sicurezza. Se penso che due pastori maremmani non sono bastati. Cosa devo fare? Devono prenderne sei? Così poi nessun turista si avvicina più e si creano altri problemi? Non è semplice. La mia attività non la interrompo, ma sto valutando seriamente di cambiare impostazione”.

Cristina Mazzariello

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