Attualità - 28 agosto 2023, 20:10

Cuneo, davanti al Santa Croce la tenda della minoranza: "Lo stallo sul nuovo ospedale logora un'eccellenza del territorio"

Nella serata di oggi (lunedì 28 agosto) Cuneo Mia, Cuneo per i Beni Comuni e Indipedenti hanno dato il via alla mobilitazione: per i prossimi quattro giorni saranno aperti al confronto con Comune, Provincia e Regione

Da sinistra: Paolo Armellini e Giancarlo Boselli, Ugo Sturlese, Claudio Bongiovanni

Da sinistra: Paolo Armellini e Giancarlo Boselli, Ugo Sturlese, Claudio Bongiovanni

L’utilizzo di soldi pubblici per la realizzazione del nuovo ospedale unico è farraginoso, come dichiarato da Icardi? Non capiamo perché. Ma vediamo bene le dirette conseguenze della strada pubblico privata, di cui la pioggia di dimissioni delle ultime settimane è la punta dell'iceberg, un caso che in Italia non ha eguali. Intanto, i calcoli con cui abbiamo dimostrato che la soluzione del partenariato è la più costosa non sono mai stati smentiti da nessuno. Serviva un'azione forte e unitaria per smuovere le intenzioni della Regione, ed eccoci qui”.

Ha parlato così Claudio Bongiovanni, leader del gruppo consiliare Cuneo Mia, tra i presenti oggi (lunedì 28 agosto) davanti all’ospedale Carle del capoluogo per inaugurare il presidio di protesta realizzato assieme agli altri gruppi di minoranza Cuneo per i Beni Comuni e Indipendenti.

Obiettivo della manifestazione – che proseguirà per i prossimi quattro giorni e quattro notti – è riportare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’inaccettabile situazione di stallo in cui versa la sanità territoriale, in particolar modo figlia delle lungaggini e dei “lati oscuri” dell’iter progettuale relativo al nuovo ospedale unico della città.

Presenti tra il centinaio di cittadini riunitisi davanti ai cancelli del nosocomio anche l’assessore Gianfranco Demichelis, i consiglieri comunali Luciana Toselli e Beppe Lauria e il consigliere regionale Ivano Martinetti.

Quella di oggi è un’iniziativa importante per l'intera Provincia e non solo per la città, e spero dia il via a un confronto profondo e fruttuoso – ha commentato Martinetti - . Come opposizione in consiglio regionale, abbiamo rilevato sin dall'inizio l'insensatezza del partenariato come sistema di finanziamento antieconomico e che andrà a incidere in maniera profonda sulla tenuta dell'azienda ospedaliera. Ma la verità è che a Cuneo si consuma il vero fallimento della politica sanitaria, sostanzialmente inesistente, di una Regione che sulla salute dei suoi cittadini naviga e ha sempre navigato a vista”.

Sturlese: "Stallo logorante, aggravato da ritardi sul nuovo ospedale" Dell'introduzione si è occupato il decano del consiglio comunale di Cuneo – ed ex primario – Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni), che ha illustrato la grave situazione di crisi in cui versa la sanità pubblica dell'intero paese: "Una situazione complicatasi a causa delle conseguenze della pandemia e di precise strozzature formative che hanno portato alla riduzione dello staff ospedaliero – ha detto - : il 6% della popolazione, senza i soldi necessari per ricorrere al privato, ha già abbandonato le cure e questa è una vergogna a cui dovremmo tutti ribellarci”.

In Italia siamo al più basso livello europeo di finanziamenti dedicati alla sanità pubblica, si rischia l’implosione per mancanza di risorse – ha aggiunto Sturlese - : l’obiettivo è quello di favorire la sanità privata, che è più costosa (infatti negli USA si spende tre volte più di noi a fronte di un’aspettativa di vita inferiore) ed esclusiva”.

Sturlese ha riassunto gli ultimi sei anni di discussione amministrativa relativa alla sanità territoriale, culminata con la votazione che ha deciso come sito di costruzione del nuovo ospedale unico la frazione di Confreria. Quando sarebbe più sensato invece ampliare la sede del Santa Croce, e farlo tramite l'utilizzo di fondi pubblici: il consigliere è tornato a chiedere un cambio di rotta deciso e l'utilizzo dei 141.000.000 di euro che la Regione vuole stanziare a sostegno del partenariato pubblico privato e dei 32.000.000 già stanziati dallo Stato per interventi sulla struttura esistente.

Lo stallo che viviamo attualmente, di cui la Regione è prima responsabile, evidenzia ritardi relativi al nuovo ospedale che arrestano l’innovazione dell’edilizia sanitaria e le riflessioni concrete sulla programmazione generale, non è più tollerabile – ha aggiunto ancora Sturlese - . Abbiamo bisogno che i cittadini si mobilitino”.

Anche Luciana Toselli – compagna di lista di Sturlese ed ex candidata sindaca - ha rincarato la dose: “A Savigliano era previsto un nuovo ospedale finanziato con il partenariato ma la giunta si è opposta e le cose sono cambiate: credo sia un bel segnale, specie per una città come la nostra in cui la commissione che ha deciso lo spostamento al Carle l’ha fatto senza un vero studio di fattibilità. La verità è che più si allunga l'attesa di un nuovo ospedale e di una riorganizzazione, più vivremo questo logorante stallo”.

Le tre liste, unite, sono la prima forza politica della città
A conclusione della conferenza stampa di apertura della manifestazione è intervenuto Giancarlo Boselli, che ha approfondito il tema delle responsabilità dello stallo generale in cui la sanità territoriale risulta attualmente invischiata ricordando come – da quando è partito l’iter relativo al nuovo ospedale – non esista un solo atto giuridico che confermi le intenzioni della Regione tranne quello che stabilisce l’ubicazione della futura struttura.

Capisco che Icardi sia troppo occupato in Cina e Cirio qui, a farsi rieleggere – ha detto, ironicamente - , ma le loro responsabilità sono ovviamente lampanti. Non solo, però, perché Amos l’ha inventato il centro sinistra e la nostra richiesta di un incontro chiarificatore in commissione rimane inevasa da sei mesi ormai. Ma c'è anche una responsabilità precisa del Comune e della sindaca. È un anno che discutiamo e solo recentemente, dopo il lancio di questa nostra campagna, Manassero è intervenuta con forza, forse spinta dalla vergogna del silenzio e della sottomissione totale alla Regione: un momento importante di riflessione deve essere fatto nella maggioranza, serve si rendano conto di quel che è successo e di come la Regione abbia preso in giro specialmente loro”.

Inizia qui, oggi, una battaglia che continuerà in consiglio comunale e attraverso ogni strada possibile, anche quella del passo indietro sull’ubicazione della struttura: l’ospedale deve vivere nella città, non uscirne, e che venga spostato fuori non ha nessun senso quando lo si potrebbe rinnovare a blocchi come qualunque altra struttura sanitaria ha fatto negli ultimi 10-15 anni. È bene si consideri che l'insieme delle nostre liste copre oltre il 20% dei consensi in città: quando ci muoviamo, insieme, siamo la prima forza politica di Cuneo”.

Simone Giraudi

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