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Cultura Energetica | 13 settembre 2023, 19:47

CULTURA ENERGETICA/10 - Con la direttiva "case green" classe E obbligatoria per tutti gli edifici entro il 2030: ecco i passi da fare nelle nostre case

Nel nostro spazio settimanale l'imprenditore albese Massimo Marengo (Gruppo Marengo, Albasolar, AspecHome) spiega come ridurre i costi di gestione e aumentare l’efficienza energetica di abitazioni, uffici, negozi, attività artigianali e industriali

CULTURA ENERGETICA/10 - Con la direttiva "case green" classe E obbligatoria per tutti gli edifici entro il 2030: ecco i passi da fare nelle nostre case

Il tema del risparmio energetico è quanto mai attuale, come anche quello della sostenibilità. Ma cosa fare in concreto per difendersi dal caro bollette e al contempo ridurre l’impatto dei nostri consumi sull’ambiente? Ne parliamo con Massimo Marengo, imprenditore albese con alle spalle una pluridecennale esperienza nel settore delle energie rinnovabili, fondatore del gruppo Albasolar e della start-up AspecHome, che settimanalmente ci offrirà utili suggerimenti per risparmiare incrementando il comfort degli spazi in cui viviamo.

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Arriverà presto anche in Italia la direttiva "case green", norma comunitaria che obbliga gli Stati membri a darsi regole utili a intervenire prioritariamente sull’efficienza di quel 15% di edifici considerati più energivori e per questo collocati nella classe energetica G (la più bassa), migliorandone di almeno due classi le prestazioni.

Il testo che i singoli Stati dovranno declinare nei rispettivi territori prevede che tutti i nuovi edifici, residenziali o meno, dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, mentre quelli esistenti dovranno raggiungere la classe E entro il 2030 e quindi la D entro il 2033. Per il riscaldamento si prevede peraltro il divieto di utilizzo di combustibili fossili a partire dal 2035.

Dall’Europa arrivano quindi queste ambiziose indicazioni di massima. Toccherà ai singoli Stati trovare le vie giuste per declinarle al meglio, magari a partire da incentivi specifici, che potranno essere finanziati dal pacchetto denominato "European Green Deal".

Assumere la classe energetica E come valore minimo richiesto per tutti gli edifici entro il 2030 significa che, a partire dal 1° gennaio di quell’anno, non sarà evidentemente più possibile, o sarà comunque alquanto problematico, pensare di alienare un immobile che non sia stato opportunamente adeguato sotto il profilo del suo impatto energetico. Se vorremmo vendere la nostra casa, in sostanza, questa non potrà essere in classe G. Cosa fare concretamente per raggiungere questo obiettivo?

A tale misura – scommettono osservatori e addetti ai lavori di casa nostra – potrebbero accompagnarsi incentivi economici mirati. Nuovi bonus, quindi, sulla falsariga di quelli sperimentati in anni recenti nel nostro Paese. Magari più specifici, è l’auspicio di molti, ed è probabile che, a differenza di 110 e compagnia, gli aiuti prendano in maggiore considerazione un aspetto sinora piuttosto trascurato: quello delle misure che rientrano nel cosiddetto "building automation".

A differenza del passato, e di interventi che hanno sempre guardato al solo "contenitore" e poco al "contenuto", in quelli collegati all’applicazione della direttiva "case green" verranno considerate nel debito conto le possibilità offerte dalla tecnologia. Oggi sono infatti in vendita tutta una serie di dispositivi intelligenti, come ottimizzatori di luce, luci a Led e numerosi altri, che richiedono un investimento decisamente meno esoso di quello necessario a realizzare un cappotto o un impianto fotovoltaico, ma che danno ottime performance, assicurando una grossa mano nel raggiungimento dell’obiettivo preposto.

Nel nostro Paese uno degli argomenti avanzati contro la discussa misura Ue riguarda l’alta incidenza degli edifici storici, sui quali è quindi complicato immaginare di operare in modo strutturale. Una strada di particolare interesse in quest’ottica sarà proprio la componente tecnologica, che può venire in aiuto a partire dalle numerose apparecchiature oggi in grado di operare collegandosi su reti WiFi, invece che via cavo.  

Ma quali sono questi interventi? Cosa si può fare esattamente nel privato, nel produttivo e nel terziario? Quali sono i primi passi da compiere? Il punto di partenza è ovviamente capire in che classe energetica risulta il nostro immobile. Una valutazione per la quale è indispensabile affidarsi a un professionista, in grado di verificare stato e consumi dell’edificio e di collocarlo secondo l’ormai nota classificazione in lettere, dalla A alla G.

In merito agli interventi che possono consentirci di arrivare al risultato occorre poi valutare i migliori secondo una comparazione che tenga in debito conto il rapporto costi-benefici. In questo senso la posa di un cappotto esterno all’edificio può valere anche due classi, ma costa tanto e si tratta di un’opera piuttosto invasiva.
Un discorso simile vale per la sostituzione dei serramenti, che costa molto. Possiamo certamente pensare all’installazione di una pompa di calore, meglio se alimentata da un impianto fotovoltaico per la produzione diretta di energia, ma l’intervento di gran lunga più utile se confrontato al costo è quello che ci consente di controllare quanto consumano e quanto spendono la nostra casa e gli oggetti che al suo interno impiegano energia.

Quella che chiamano la "misura dei consumi", insomma, possibile a partire dalla posa di un "energy smart system" come il sistema AspecHome, che ci consente di non soltanto di controllare in qualsiasi momento lo stato dei consumi di impianti ed elettrodomestici, valutando intanto la sostituzione di questi ultimi con dispositivi in classe A, ma anche di programmarne e governarne l’utilizzo nel corso della giornata, modificandone l’impiego in qualsiasi momento e anche a distanza.

Alla stessa stregua, un altro intervento certamente utile e poco dispendioso è la posa di valvole termostatiche Wifi sui termosifoni: si tratta di dispositivi che hanno un grandissimo vantaggio perché  – a differenza delle valvole meccaniche –, possono operare anche da remoto e lavorare programmando la temperatura del locale su determinate fasce orarie.

Parliamo quindi di azioni dal costo tutto sommato limitato, per un impegno complessivo che può essere contenuto in pochissime migliaia di euro, ma che già da sole dovrebbero essere in grado di fare avanzare la classificazione energetica del nostro edificio di almeno una classe. Una volta che il nostro edificio operi governato da un sistema di building automation sarà poi possibile scoprire che l’installazione di una pompa di calore per la produzione della sola acqua sanitaria può farci compiere un altro upgrade.

Il tema è quindi quello: andare a capire quali possono gli interventi che costano meno in relazione all’importante risparmio energetico che ci possono garantire. Questo in un quadro nel quale la diagnosi energetica del nostro edificio assume particolare importanza, così come una valutazione non limitata soltanto all’involucro, ma anche al suo contenuto, secondo una visione dello stesso a 360°.

 

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