Attualità - 31 ottobre 2023, 19:26

Emergenza idrica, Manassero: "Cinque giorni difficili. Serve un piano di emergenza idrica"

Paolo Armellini (Indipendenti) chiede conto alla sindaca rispetto la gestione della crisi sanitaria, denunciando "incertezza e superficialità". Manassero ammette: "E' mancato un protocollo chiaro. Facciamo tesoro dell'esperienza per migliorare"

Emergenza idrica, Manassero: "Cinque giorni difficili. Serve un piano di emergenza idrica"

"Vero che le cose si potevano fare meglio o in maniera diversa, contestualmente al disagio legato all'inutilizzabilità dell'acqua potabile degli scorsi giorni. Ma si tratta anche di una grande opportunità da cogliere per elaborare, finalmente, un piano di emergenza idrica".

Non un'ammissione di colpa – come forse avrebbe voluto il proponente dell'interpellanza, Paolo Armellini (Indipendenti) – quella della sindaca di Cuneo Patrizia Manassero rispetto alla gestione dell'emergenza idrica (e la comunicazione operata nelle sue diverse fasi) che la città ha affrontato nei giorni dal 20 al 24 ottobre scorso, ma un fare tesoro dell'esperienza per migliorarsi. E stendere un protocollo ufficiale da riprodurre in futuro.

Armellini: "Cinque giorni di dubbi, omissioni e superficialità"

L'argomento è stato discusso in consiglio comunale nella serata di lunedì 30 ottobre, proprio sotto spinta dell'Indipendente. "Cinque giorni è durata l'emergenza – ha detto - . Cinque giorni di incertezza interpretativa, dubbi, omissioni e superficialità nell'affrontare un problema così grave".

"Si trattava di un'emergenza sanitaria e avrebbe dovuto essere trattata in questa maniera: chi di dovere l'ha sottovalutata ampiamente - ha aggiunto Armellini, che ha segnalato anche la mancanza di cartelloni di segnalazione nei pressi delle fontane e fontanelle cittadine (rimaste attive anche durante l'emergenza) - . In che modo, esattamente, la cittadinanza avrebbe dovuto farsi carico della comunicazione della situazione? Non c'è stata capillarità ma solo confusione e incompletezza".

I consiglieri chiedono un protocollo standard da seguire

A unirsi alla denuncia anche i consiglieri comunali Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) e Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni).

"Concordo sul fatto che la situazione sia stata sottovalutata – ha detto il primo, sottolineando come anche i distributori di "acqua del sindaco" non avessero alcuna indicazione - . Eventi di questo tipo sono e saranno sempre più frequenti, serve e servirà prepararsi in modo da intervenire sempre con la massima tempestività possibile. Conosco diverse persone che non erano assolutamente a conoscenza della cosa mentre avveniva, specie le persone più anziane o meno avvezze all'utilizzo delle nuove tecnologie".

"Non vogliamo tragicizzare la questione ma è ovvio che siano stati compiuti errori nella comunicazione da parte dell'amministrazione comunale – ha rincarato la dose Sturlese – ed è ancor più preoccupante pensare al fatto che fenomeni come questo potranno concretamente ripetersi. È mancato un protocollo efficace".

Il consigliere Elio Beccaria (Crescere Insieme) ha espresso i propri dubbis sulla proposta – avanzata dallo stesso Armellini – di utilizzare macchine comunali con megafoni per informare la popolazione: "L'ultima volta che ho visto una scena simile è stato nel 1999 per il grande incendio allo stabilimento Michelin, e comunque anche in quel caso le lamentele non sono mancate".

"Molti cittadini hanno vissuto l'emergenza in maniera molto tranquilla - ha aggiunto ancora Beccaria - . La rete creatasi nelle frazioni ha funzionato egregiamente nell'informare la cittadinanza e grosse contestazioni non sono state avanzate. Facciamo tesoro comunque dell'esperienza e guardiamo al futuro".

Presto una commissione di analisi

E proprio questo è, appunto, lo spirito che ha animato la risposta della prima cittadina cuneese. "Lo ammetto, sono stati giorni non semplici – ha detto Manassero - . Sapere la città senza acqua potabile e seguire l'andamento della situazione ha richiesto un impegno e un'attenzione non solo molto intensi ma anche di fatto inaspettati. Nelle prime ore la situazione appariva davvero come più contenuta e meno grave del previsto: ciò che è emerso, appunto, è l'assenza di un protocollo chiaro e definito".

"Dobbiamo prepararci a ogni tipo di situazione, sapere chi fa cosa e come e lavorare sulla comunicazione con nuovi e vecchi mezzi – ha aggiunto la sindaca, sottolineando poi la necessità di tenere aperta l'acqua nelle fontane per ripulire le tubature - ; al giorno d'oggi esistono tanti strumenti possibili e nessuno arriva a tutti e sempre. I lavori per la definizione del piano di emergenza idrica sono già partiti e proseguiranno in una commissione specifica".

Simone Giraudi

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