Pomposamente pubblicizzato come “Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri 10 ottobre 2022, Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità. Incentivo ai Comuni per la redazione del Piano abbattimento barriere architettoniche (PEBA)” era stato pubblicato l’avviso pubblico per la presentazione delle domande di partecipazione dei Comuni al riparto delle risorse statali per la redazione dei Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (Peba), approvato con Determina Dirigenziale della Regione Piemonte 1360/A1418A/2023 del 21/06/2023.
All’avviso potevano partecipare i Comuni che, alla data del 16 febbraio 2023 non avessero ancora adottato il PEBA così come stabilito dall’art. 3, comma 1, del Decreto ministeriale 10 ottobre 2022. I comuni erano stati raggruppati in sei fasce:
6^ fascia - Comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti contributo di € 2.000;
5^ fascia - Comuni con popolazione tra 1.000 e 4.999 abitanti contributo di € 4.000;
4^ fascia – Comuni con popolazione tra 5.000 e 20.000 abitanti contributo di € 8.000 (fascia privilegiata);
3^ fascia - Comuni con popolazione tra 20.001 e 40.000 abitanti contributo di € 10.000; 2^ fascia - Comuni con popolazione tra 40.001 e 106.000 abitanti contributo di € 15.000;
1^ fascia - Comuni con popolazione superiore a 105.000 abitanti contributo di 20.000. Ora c’è la graduatoria dei beneficiari dell’incentivo e, sorpresa scontata, i 147 Comuni della 6^ fascia, che hanno fatto domanda, cioè, quelli con popolazione inferiore a 1.000 abitanti sono tutti risultati con incentivi non liquidabili per esaurimento delle risorse disponibili. Il che significa che le assegnazioni sono state fatte dalle fasce con popolazioni più numerose che hanno assorbito le risorse disponibili a danno dei Comuni montani, cioè, proprio quelli della 6^ fascia con popolazione inferiore a 1000 abitanti.
Il sindaco di Casteldelfino Domenico Amorisco, amareggiato, fa rilevare: “I Governi, sia statale che quello regionale, distribuiscono i loro finanziamenti col criterio del numero della popolazione. Ormai è diventata una regola consolidata e ai piccoli Comuni montani, per lo scarso numero dei residenti, neanche le briciole! E tutto questo con la benedizione silenziosa dell’UNCEM, l’Unione Nazionale dei Comuni Montani, che invece dovrebbe tutelare gli interessi dei piccoli comuni montani impedendo la loro sparizione per la mancanza di servizi, infrastrutture, sportelli bancari e postali, ambulatori medici e farmaceutici, finanziamenti PNRR che hanno contribuito a generare lo spopolamento della montagna.
Magra consolazione, ora aggiungiamo a queste carenze ataviche anche il piano di abbattimento delle barriere architettoniche (PEBA) con la mancata assegnazione dell’incentivo di 2 mila euro”.





