Il vero passo avanti sulla questione relativa al recupero dello stabile dell'ex Policlinico di Cuneo è che la convenzione alla base del piano di recupero vero e proprio sembrerebbe vedere l'accordo sia della Città che del proponente-gestore: la data per la firma definitiva del documento verrà precisata dopo le feste di fine anno.
Parole dell'assessore cuneese Alessandro Spedale. L'argomento è stato discusso nell'ultimo consiglio comunale della città capoluogo, a seguito della presentazione di un'interpellanza specifica da parte di Giancarlo Boselli (Indipendenti). Nel pubblico, diversi residenti della zona.
Boselli: "Il quartiere arrivato al limite della sopportazione"
"Siamo ancora, da anni, fermi al punto in cui eravamo alla partenza del mandato amministrativo – ha sottolineato il capogruppo di via Meucci - : una situazione ormai arrivata al limite della sopportazione, e per la quale ancora manca una risposta concreta da parte dell'amministrazione comunale".
"Per recuperare in maniera forte un'area della nostra città serve intervenire sui fabbricati ammalorati – ha aggiunto Boselli - . Se l'assessore ha deciso che da questa situazione non è in grado di uscirne lo dica e lo ammetta, prendendone atto e dando disposizioni precise. Serve ordinare la messa in ordine del fabbricato, l'abbattimento dei balconi, risanare lo stabile e chiuderlo, se non si riesce a fare altrimenti. Ma se non ci saranno risposte concrete nel corso del mese di gennaio organizzeremo una manifestazione pubblica in corso Dante".
Lauria e Sturlese: "All'ingordo si dica di darsi una mossa!"
I consigliere Beppe Lauria (Indipendenza!) e Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) sono intervenuti al dibattito, con posizioni critiche rispetto all'operato della maggioranza (e di quelle che l'hanno preceduta).
"Abbiamo fatto arricchire un nostro concittadino senza preoccuparci prima del fatto che ci possa essere un'eventualità di guadagno per la nostra comunità. Mi è stato spiegato fosse opportuno andare in questa direzione altrimenti quella parte di città ne avrebbe tratto dei problemi ma dopo sette anni, siamo ancora qui".
"Se il privato non c'è, il pubblico può intervenire, addebitandogli poi i costi – ha ricordato il consigliere - . Credo che la parte di città che oggi è venuta a manifestare il disagio di vivere in un posto che, tempo fa, era una meraviglia meritino risposte: all'ingordo si dica di darsi una mossa, altrimenti si agisca".
E proprio di "ingordigia" ha parlato anche il decano dei Beni Comuni, definendo la situazione come "scandalosa": "Siamo sempre allo stesso punto per la legge regionale 7 accordava ai proprietari importanti vantaggi, a cui il privato voleva legittimamente accedere – ha aggiunto - : la legge, però, è stata impugnata dal governo e giace ancora in Corte Costituzionale. Non è però accettabile che questo stallo, che fa comodo proprio al proponente, continui per sempre".