Schegge di Luce - 25 dicembre 2023, 08:25

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di padre Daniel Orozco

Commento al Vangelo del 25 dicembre, Natale del Signore (Messa del giorno)

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di padre Daniel Orozco

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Gv 1,1-18).

 
Oggi, 25 dicembre, la Chiesa celebra in tutta solennità il Natale del Signore (Anno B, colore liturgico bianco).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è padre Daniel Orozco, sacerdote messicano in visita al Santuario della Madonna dei Fiori di Bra.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole che si uniscono al bel disegno dell’artista braidese Francesca Semeraro per accendere le ragioni della speranza. Eccolo, il commento.

«E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità (Gv. 1,14)».
Nel prologo del Vangelo di Giovanni, questo versetto, che viene letto e meditato nella Messa del giorno, è il nucleo dell’incarnazione, e quindi del Natale. Gesù, l’Emmanuele, rende Dio visibile e vicino all’uomo, lasciando la sua lontananza e assumendo un volto umano per diventare visibile, concreto e raggiungibile. «Si è fatto ciò che siamo, per renderci partecipi di ciò che Egli è» spiega San Cirillo di Alessandria.
«Il Natale di Gesù è il nostro Natale, quello della rinascita ad una nuova vita che pone fine a quella precedente» (San Basilio Magno), è una vita che ci dà le gioie della verità e della grazia, con cui possiamo combattere il male, il peccato e naturalmente ci dà la capacità di allegria e di gratitudine per aver ricevuto la partecipazione così vicina alla vita divina.
Questo bambino ci incoraggia a cantare e ad ammirare le meraviglie del Signore per il suo popolo, per la sua Chiesa… Proclamare che è Natale significa affermare che Dio, attraverso il Verbo fatto carne, ha pronunciato la sua ultima parola, la più profonda e più bella di tutte. L’ha introdotta nel mondo, e non può essere ripresa, perché è un’azione decisiva di Dio, perché è Dio stesso presente nel mondo. Ecco cosa dice questa parola: «Mondo, ti amo! Uomo, ti amo» (Karl Rahner).

Silvia Gullino

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