Schegge di Luce - 03 marzo 2024, 08:29

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Antonio Dellagiulia

Commento del Vangelo del 3 marzo, III Domenica di Quaresima

“Gesù scaccia i mercanti dal Tempio”, disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo

“Gesù scaccia i mercanti dal Tempio”, disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».

Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.

Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo (Gv 2,13-25).

Oggi, 3 marzo, la Chiesa giunge alla III Domenica di Quaresima (Anno B, colore liturgico viola).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Antonio Dellagiulia, Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione e professore di psicologia dello sviluppo, presso l’Università Pontificia, a Roma.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di Luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole, uniti al bel disegno di Pinuccia Sardo, per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

La domanda: «Dove abita Dio» può sembrare l’ingenua domanda di un bambino che sta conoscendo meglio la fede che i genitori gli trasmettono, ma è anche l’anelito profondo del cuore di ogni uomo.

Se leggiamo i Salmi, troviamo infatti molte espressioni che indicano questa ricerca della presenza di Dio: «Il tuo volto Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto» (Sal.26). Sant’Agostino ha sintetizzato questo desiderio umano con una famosa affermazione: «Ci hai fatti per Te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te» (Sant’Agostino, Le Confessioni, I,1,1).

Il Vangelo di oggi ci invita a riflettere proprio sulla nostra relazione con Dio. Per il popolo ebraico il Tempio di Gerusalemme è il luogo dell’ascolto della Parola e quindi dell’incontro con Dio. Gesù si scaglia contro l’aver trasformato il luogo dell’incontro con Dio in un luogo di commercio. I gesti che compie sono molto forti: rovesciare i banchi, scacciare fuori tutti dal Tempio; essi ci parlano di quanto a Gesù stia a cuore che la relazione con Dio venga vissuta in modo autentico. Nel commentare questo passo Sant’Agostino scriveva: «Chi sono quelli che vendono le pecore e le colombe? Sono coloro che nella Chiesa cercano i propri interessi e non quelli di Gesù Cristo» (Sant’Agostino, Omelia 10, 6).

Una relazione autentica con Dio ci trasforma e ci porta, giorno dopo giorno, a conformare sempre più il nostro modo di pensare e di agire con quello di Gesù e non a giustificare i nostri interessi ed egoismi. Dobbiamo superare una logica che vede la nostra relazione con Dio come un “mercato”: io ti offro preghiera e sacrifici tu in cambio mi dai protezione. Contro questa logica Gesù si è scagliato violentemente nel Tempio per mostrarci il vero modo di intendere la relazione con Lui che è la gratuità: il Signore si dona a noi con tutto se stesso non per i nostri meriti, ma per la sua misericordia. A noi il compito di riconoscere il dono che ci fa della sua vita ed accoglierlo sempre nella nostra esistenza, togliere ciò che ci impedisce di vivere appieno questa relazione.

In questo tempo di Quaresima ci chiediamo: che cosa posso fare per rinnovare la mia relazione con Dio, cosa impedisce di viverla in modo autentico? Ce lo ha ricordato il Papa nel giorno delle Ceneri: «Farci ritornare a Lui non sono le nostre capacità e i nostri meriti da ostentare, ma la sua grazia da accogliere. Gesù ce l’ha detto chiaramente nel Vangelo: a renderci giusti non è la giustizia che pratichiamo davanti agli uomini, ma la relazione sincera con il Padre».

Silvia Gullino

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