Da qualche tempo, in corso Giolitti, all'angolo con via Bassignano, c'è un telo blu a coprire una forma. L'area è recintata e aspetta solo di essere "liberata". Succederà dopo Pasqua, il 5 o il 12 di aprile, quando sarà inaugurata l'opera Dikatomi, vincitrice dell'edizione 2021 del Concorso Scultura da Vivere della Fondazione Peano di Cuneo.
E' stata realizzata interamente a mano in marmo nero Marquina da Furkan Depeli, artista turco che aveva vinto il Concorso sul tema "RINASCITA - Dalla memoria della pandemia a un mondo nuovo".
Un'opera dal forte impatto visivo e concettuale. La crisi esistenziale condizionata dalla persistenza degli effetti del virus è interpretata in senso catartico verso un supremo spirito di condivisione e di legame capace di superare le contraddizioni, le “dicotomie” e gli ostacoli del vivere. Un’esperienza di vita che può riprendere a germogliare come alludono le due figure incapsulate in una forma geometrica che sintetizza un seme spaccato a metà.
Una rinascita, quindi, da un seme. Ed è un seme di bellezza ciò che quest'opera vuole rappresentare, non a caso in corso Giolitti, area tra le più difficili della città, da anni raccontata per il degrado e la microcriminalità che la caratterizzano.
Il Comune di Cuneo ha avuto in comodato gratuito la statua dalla Fondazione Peano, che ne ha la proprietà. La scelta di corso Giolitti è dovuta anche a questioni concrete: la possibilità di aggancio all'illuminazione pubblica, avendo l'opera tre giri di strisce led sulla base, che saranno agganciate al crepuscolare dell'illuminazione pubblica accendendosi con i lampioni del corso; la recente rimozione della cabina telefonica, che ha lasciato lo slargo "vuoto" ma, soprattutto, il processo di riqualificazione dell'area su cui stanno lavorando l'amministrazione comunale e il quartiere.
Il quartiere, a partire dal presidente Francesco Carbonero, ha condiviso e accolto con piacere la scelta del Comune. E' evidente che le risposte al disagio della zona debbano essere altre, ma è altrettanto vero che non ci può essere riqualificazione senza l'arte, nel suo ruolo di portatrice di bellezza e di interrogativi fondamentali.









