Attualità - 13 marzo 2024, 10:25

Cuneo pensa alla Comunità Energetica partendo dalla scuola di Madonna dell’Olmo

Ieri sera (12 marzo) in commissione consiliare la presentazione da parte di ACDA della bozza di statuto, con il focus sulla media frazionale. Serale: “Momento giusto per parlarne. Iniziare da una scuola molto significativo”

Cuneo pensa alla Comunità Energetica partendo dalla scuola di Madonna dell’Olmo

Proprio all’inizio di questa consigliatura abbiamo vissuto difficoltà e incertezze relativamente all’aumentare dei costi dell’energia: abbiamo toccato con mano quanto il rincaro possa pesare sul bilancio della città. Per questo, già in tempi non sospetti, a ragionare su politiche di sostenibilità energetica con l’obiettivo di fornire alla cittadinanza interessata strumenti specifici”.

Parole del vicesindaco di Cuneo Luca Serale che nella serata di ieri (martedì 12 marzo) ha preso parte alla riunione congiunta delle commissioni consiliari III e V, incentrata sulla presentazione della bozza di statuto relativamente alla creazione e definizione delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Con lui anche le presidenti Carla Santina Isoardi e Alessia Deninotti, l’assessore Andrea Girard, gli ingegneri Martinetto, Giaccardi e Picus e Stefano Barbero del settore “energie rinnovabili” di ACDA.

Il progetto su Madonna dell’Olmo

Abbiamo iniziato un percorso di concerto con la Fondazione CRC, con la quale stiamo intervenendo sulla scuola media di Madonna dell’Olmo, dove stiamo di fatto creando una sorta di vera e propria comunità energetica - ha aggiunto Serale - . Che sia stata scelta una scuola come luogo dell’impianto ci pare elemento di grande importanza”.

Il progetto legato alla scuola frazionale ha visto l’installazione di un impianto da 19,8 Kw/h, capace di configurare un risparmio energetico di circa quattromila euro annui per l’edificio. Sarà il primo di una serie di impianti fotovoltaici che, guardando lontano, andranno a servire la più ampia Comunità Energetica cittadina.

Le Comunità Energetiche e lo statuto

A definire in maniera più chiara e ampia che cosa siano le Comunità Energetiche Rinnovabili ci ha pensato Barbero, che insieme ad ACDA collabora sul tema con il Comune e la Fondazione CRC sin dal 2022: “Le comunità energetiche sono unioni tra soggetti diversi votate alla produzione e condivisione della propria energia elettrica, ricavata da fonti rinnovabili – ha spiegato - . L’obiettivo è fornire benefici ambientali, economici e sociali a livello di comunità stessa, non quello di ottenere profitti finanziari, e diverse sono le specifiche a cui attenersi: la realizzazione di un sistema di produzione destinato al consumo o condiviso nella rete, un massimale di potenza pari a un MegaWatt, l’utilizzo unico di impianti a fonti rinnovabili, anche di terzi, entrati in esercizio a partire dal 16 dicembre 2021 e la contestualità nella stessa Cabina Primaria dei punti di prelievo e d’immissione dell’energia”.

Nelle nostre zone l’incentivo economico alla produzione di energia condivisa istantaneamente è di circa 0,13 centesimi al Kw/h – ha spiegato ancora Barbero - . La bozza presentata questa sera è frutto di un lavoro di condivisione con il gestore del servizio elettrico, sufficientemente snella da poter essere concretizzata sul serio ma allo stesso tempo completa, con tutto quel che è richiesto dal decreto legge. L’incentivo è una realtà raggiungibile, ma dobbiamo agire ora”.

Siamo tra i primi comuni in Italia a prendere direzioni chiare in merito alla creazione e alla gestione delle Comunità Energetiche Rinnovabili – ha specificato, ancora Serale - : in merito, oggi, c’è una legislazione in fortissimo fermento, che abbiamo integrato nella bozza di statuto”.

Le minoranze: “Tema importante, serve approfondirlo meglio”

Nello spazio riservato al confronto tra consiglieri commissari, dai banchi della minoranza la richiesta è stata principalmente una: la convocazione di altri incontri – soprattutto uno con la VII commissione presieduta da Noemi Mallone, deputata al confronto in merito a regolamenti e statuti -  per meglio approfondire la tematica. A richiederli Giancarlo Boselli (Indipendenti), Beppe Lauria (Indipendenza!), Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) e Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni).

Si tratta, questa, di una commissione interlocutoria o prelude all’arrivo dello statuto nel prossimo Consiglio comunale? - ha chiesto il primo – Perché in queste settimane ne stanno succedendo di tutti i colori ma non arriviamo a pensare che abbiate deciso precisamente di non portare la bozza nell’unica commissione presieduta dalla minoranza”.

Il ragionamento su cui potremmo anche essere tutti d’accordo dovrebbe portarci a defiire cosa il Comune voglia o non voglia fare – ha aggiunto Lauria - . Non manifesto avversione alla proposta, sia chiaro, ma non mi convince per nulla la modalità di questa commissione congiunta. Definiamo le sensibilità, il loro costo e l’intenzione di aderirvi. Iniziamo un percorso di confronto e riflessione, costruiamo un contesto non privo di un’altra versione, portata con cognizione di causa. Procediamo in maniera seria, se possibile e se interessa ancora a qualcuno”.

Dello stesso avviso anche Bongiovanni, che si è detto più che favorevole alla creazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili: “Ma se si arriva con uno statuto pronto e solo da approvare, senza informazioni specifiche, appare tutto un po’ strano. Avrebbe senso convocare una commissione apposita e discutere in modo più partecipato e condiviso: ho provato a confrontare la vostra bozza con altre e mi pare più scarna, o forse solo più snella”.

L’argomento è troppo importante, non si può deliberare in maniera superficiale – ha aggiunto Sturlese - : c’è poco da fare i trionfalisti, in Piemonte ci sono episodi di CER già attivi da diversi anni e fino a oggi il Comune non è mai stato grande promotore di Comunità Energetiche Rinnovabili. Serve approfondire meglio l’argomento: non è che la passata consigliatura abbia visto poi troppi passi avanti sull’argomento”.

La risposta all’assessore e vicesindaco Serale: “Ammetto di non essermi confrontato con la presidente Mallone ma lo farò, così come anche con il presidente del Consiglio comunale, ma non è sgarro istituzionale visto che questo statuto arriva di fatto ‘dall’esterno’ del Comune”.

Sono contento, almeno sulla filosofia, di vederci tutti d’accordo – ha concluso il vicesindaco - . Non mi pare però di esser stato coercitivo; quella presentata è una bozza, non so se scarna oppure no e le commissioni servono per sviscerare il tema, la presentazione in consiglio comunale è solo la conclusione, servissero più momenti di approfondimento li faremo senza problemi perché non abbiamo scadenze. Ma ci pareva il momento più opportuno per approcciarci all’argomento”.

Simone Giraudi

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