Volley - 24 marzo 2024, 20:25

Cuneo Granda Volley, una retrocessione che viene da lontano: le ragioni di una disfatta

Dopo sei stagioni la Granda perde la massima serie nel volley femminile. Tanti, troppi gli errori commessi nelle ultime due annate che alla fine hanno portato al passo falso decisivo. Che succederà ora?

Cuneo Granda Volley, una retrocessione che viene da lontano: le ragioni di una disfatta

Disastro Cuneo. Si conclude nel modo più assurdo e amaro la stagione della Honda Olivero S.Bernardo, che riporta Cuneo Granda Volley in serie A2 dopo sei stagioni. Bastava un punto alla squadra di Micoli per ottenere la salvezza, invece quel punto lo ha fatto Bergamo con Scandicci. E non importa come: lo ha fatto e basta, mentre le piemontesi hanno perso la loro ennesima occasione. L’ultima.

Un insuccesso sportivo che viene da lontano. Sì, perché Cuneo Granda Volley, non dimentichiamolo, è reduce da un paio di annate mica da ridere. Come dimenticare la 2022/2023, quella dei cinque allenatori per intenderci? Approcciata con Luciano Pedullà, affrontata da Emanuele Zanini e Domenico Petruzzelli, poi chiusa con Simone Gandini e Massimo Bellano. Un vero e proprio record.

E per non farsi mancare nulla, in mezzo ci furono anche il burrascoso addio dell’Amministratore Delegato Diego Borgna e le dimissioni del presidente Dino Vercelli, sostituito dal tandem Patrizio Bianco ed Emilio Manini. Un tourbillon di emozioni da far tremare i polsi. Nonostante ciò le Gatte riuscirono a salvarsi, occupando l’undicesima posizione con 28 punti.

Squadra rivoluzionata in primavera, coach confermato, si era pronti ad affrontare un campionato più tranquillo. Che qualcuno guardasse un po’ troppo in su, parlando di posizione finale nella zona medio alta della classifica, ci era sembrato evidente, ma arrivare a giocarsi la salvezza all’ultima giornata contando sulle disavventure altrui, beh francamente sembrava impensabile. Invece è successo. E ti può andare bene una volta, magari anche due, ma alla terza paghi caro e salato.

Diciamola tutta, la rosa a disposizione di coach Bellano era quel che era, ed anche costruita con scarsa oculatezza: la scelta dell’opposto, per esempio, quanto meno azzardata. Terry Enweonwu arrivava da uno stop lungo un anno e, nonostante le rassicurazioni in merito ad una forma ritrovata già durante l’estate, non è mai stata completamente all’altezza nel fisico. Si è scelto di affiancarle una giovane, talentuosa ma inesperta quale Anna Adelusi. Che ha anche giocato bene, ma poi si è infortunata ed allora sono stati guai. Sylves e Hall al centro hanno fatto quel che potevano, certo non sono il tandem Stufi-Squarcini di due anni prima, ma quella era una squadra che lottava con altre ambizioni. Kubik, Adelusi e Haak? Tre buone schiacciatrici. Chi ha deluso di più è stata Lena Stigrot, arrivata per fare la differenza ha alternato prestazioni buone (poche) ad altre inguardabili. Bene il libero Scognamillo, anche lei però costretta a fermarsi a lungo per guai fisici.

Tra un guaio e l’altro la classifica si faceva sempre più incerta e la squadra precipitava in un buco nero dal quale non ne usciva più. Così ancora una volta ha pagato il tecnico. Quel Massimo Bellano che tecnicamente gli addetti ai lavori dicono sia un buon allenatore, ma in quanto motivatore c’ha azzeccato davvero poco. Una cosa non siamo mai riusciti a capire: cosa ha fruttato continuare gli allenamenti fino a fine giugno, per poi riprenderli ad inizio agosto? Miglioramenti dal punto di vista tecnico, onestamente, ne abbiamo visti pochi.

Infine è arrivata la parentesi Micoli, uno che parla poco ma quando lo fa dice le cose con schiettezza e senza peli sulla lingua. Gli è stato chiesto di portare la squadra alla salvezza, non ci è riuscito ma è l’unico a non avere colpe. Di più probabilmente non poteva fare con un gruppo sfilacciato, senza reni e tecnicamente povero.

Cosa succederà ora alla società biancorossa? Il presidente Manini durante la conferenza stampa di presentazione di Micoli era stato chiaro: nel caso di retrocessione si punterà all’acquisto di un titolo sportivo. Ma la domanda è: di chi? Ad oggi non sembrano esserci le condizioni perché ciò avvenga.

E quindi? Ci si iscriverà alla A2 puntando ad un pronto ritorno nella massima serie? Si ridimensionerà tutto? Non si farà la serie cadetta ripartendo dal basso? Tutte domande alle quale per ora non c’è risposta certa. Per ora c'è solo spazio alla delusione.

Cesare Mandrile

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