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Cronaca | 27 marzo 2024, 07:34

I genitori si separano, il tribunale di Cuneo: "La casa resta alle figlie e loro dovranno alternarsi"

La decisione del Collegio cuneese è stata confermata anche dalla Corte d'Appello. Non saranno, dunque, le figlie a fare la spola tra casa di mamma e di papà, ma saranno i genitori

I genitori si separano, il tribunale di Cuneo: "La casa resta alle figlie e loro dovranno alternarsi"

La casa familiare sarà la residenza delle figliolette e dovranno essere i genitori ad alternarsi settimanalmente per trascorrere il tempo con loro. È questa la sentenza emessa dal tribunale civile di Cuneo, poi confermata dalla Corte d’Appello, con cui è stata data una linea comportamentale (almeno fino al secondo grado) a due genitori residenti nel monregalese.

Ma che cosa ha spinto i giudici a prendere questa decisione che, forse, per consuetudine quando si parla di affido, può sembrare singolare?

Nel 2022 mamma e papà (non sposati) si separano. Per stabilire a chi debba essere assegnata la casa familiare, in cui hanno convissuto per anni e dove sono state cresciute le bimbe, decidono di andare di fronte al giudice civile. La causa prende avvio e le domande formulate da entrambi i genitori riguardano concordemente l’affidamento congiunto delle figlie ma con una diversa collocazione: il papà chiedeva che le bambine venissero collocate presso la casa familiare e che questa fosse assegnata a lui, la mamma, al contrario, chiedeva che la casa venisse data a lei compresa di residenza delle bimbe.

Il vero quesito, dunque, su cui sono stati chiamati a decidere i giudici e su cui la coppia non è riuscita ad accordarsi, riguardava proprio l’assegnazione della casa familiare, di proprietà del padre in quanto nudo proprietario. Circa la domanda di affidamento congiunto, i magistrati civili di primo grado avevano rilevato che tale richiesta “non fosse contraria all’interesse dei minori”. Posizione, quest’ultima, che è stata condivisa anche dai giudici della Corte d’Appello di Torino, che hanno confermato come i genitori fossero entrambi percepiti dalle loro figlie “accudenti, consolanti e protettivi”, e dunque sussistessero “buona capacità genitoriali dalle parti”.

Quanto all’assegnazione della casa, i giudici cuneesi avevano osservato come quell’abitazione rappresentasse “l’habitat domestico in cui le bimbe sono nate e cresciute e dunque, proprio nel loro interesse dovesse essere preservato e mantenuto”. In sentenza si è infatti sottolineato che non vi fossero elementi per favorire l’uno o l’altro genitore “come collocatario delle bambine e, di conseguenza, assegnatario della casa” e che il Collegio “non intendesse adottare in maniera apodittica un approccio ‘maternal preference’”.

Dunque, la soluzione più idonea, tenendo anche in considerazione il fatto che entrambi i genitori fossero proprietari di due immobili distinti ciascuno, è stata quella di stabilire la rotazione dei due nella casa familiare e che questa sia assegnata alla madre. “Il primo giudice – si legge nel dispositivo di Appello - ha ritenuto praticabile tale soluzione anche in considerazione del fatto che entrambe le parti sono titolari di altri immobili presso i quali potranno permanere nella settimana in cui la casa spetterà all'altro o che potranno locare cosi traendo proventi utili per reperire altro immobile più confacente alle rispettive esigenze”.

Quanto all’assegnazione della casa alla mamma, l’unico fine della decisione è garantire alla stessa un titolo giuridico per permanere lì nella settimana che le spetta, in quanto il padre è nudo proprietario della casa e dunque, ne ha titolo.

Quella prospettata dal Collegio cuneese, che ha raccomandato “buon senso e reciproca collaborazione fra i genitori in modo da garantire alle figlie un clima sereno”, è dunque “la soluzione che appare maggiormente rispondente all’interesse delle figlie”.  

CharB.

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