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Economia | 27 marzo 2024, 13:42

Granda assetata di talenti, ma come attrarli? “Retribuzione e oltre” nel convegno di Confindustria

Emerge come Cuneo, isolata infrastrutturalmente, sia meno attrattiva di Torino a livello di stipendi. Sul gender pay gap il problema “è che le donne ricoprono ruoli meno remunerativi e fanno poca formazione tecnica”

Granda assetata di talenti, ma come attrarli? “Retribuzione e oltre” nel convegno di Confindustria

“Retribuzioni e oltre”. È il titolo del convegno di Confindustria Cuneo in cui sono stati presentati i risultati dell’indagine sulle retribuzioni per profili professionali e fornita un’analisi delle politiche di “compensation” più efficaci. L'evento si è svolto questa mattina, mercoledì 27 marzo, in sala Michele Ferrerro, nella sede di via Bersezio a Cuneo.

Ad aprire i lavori il direttore generale Giuliana Cirio: “La questione salari è un problema che ingaggia le nostre coscienze, patrimonio quotidiano di politica e amministrazioni. Pensare al numero di italiani sotto la soglia della povertà assoluta è un insulto alla nostra civiltà. In questo senso l'industria ha la responsabilità di essere un faro, deve fare scuola su giusta contrattazione e giusto salario. Ma parliamo comunque di un tema sensibile, una delle leve principali per attrarre dei talenti”.

A presentare l'indagine sulle retribuzioni 2023 sono stati Elena Angaramo del Centro Studi Confindustria Cuneo e Ivan Sinis dell’Ufficio Studi Unione Industriali Torino.

Parliamo di una iniziativa di Sistema a cui aderiscono 19 territoriali del Nord e del Centro – spiega Angaramo -: un'indagine che monitora gli stipendi nelle singole aree e analizza i differenziali territoriali in funzione di 5 diverse causali. Sono coinvolte oltre 1.000 aziende, 100.000 dipendenti e 85mila dati retributivi. In Granda sono quasi 100 le aziende che partecipano. Sono 60 le mansioni analizzate, di cui nove con competenze digitali”.

I dati

La forbice tra il lavoratore tradizionale e il lavoratore con competenze digitali porta a una differenza di stipendio intorno al 6%, che sale all'8% per gli under 35.

La quota smart working si attesta al 35% e continua a diffondersi per effetto dell'evoluzione tecnologica

Gli stipendi più alti si registrano nelle zone di Varese, Como, Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, Milano e Bergamo. L'area in media meno pagata è quella della dorsale adriatica.

In Piemonte emerge una dicotomia: Cuneo con stipendi bassi rispetto alla parte settentrionale con al centro Torino. Restano alte le retribuzioni sul lavoro specializzato, mentre le figure 4.0 hanno livelli analoghi in tutti i territori analizzati.

Il confronto internazionale sugli stipendi vede un gap importante con Germania e Nord Europa, ed è invece generalmente in linea con la Francia. L'Est Europa è ancora indietro ma il gap si sta colmando.

Differenze territoriali

Ivan Sinis ha spiegato le motivazioni che stanno dietro alle differenze territoriali in Piemonte: “A Torino ci sono molte più direzioni centrali di azienda con figure pagate di più. Inoltre Torino sente la competizione di Milano e deve pagare di più i suoi dipendenti per evitare che si spostino. Cuneo è piu isolata infrastrutturalmente, ha la fortuna/sfortuna di essere in un'area difficilmente raggiungibile, dunque è più complicato andare a lavorare lontano perchè mi devo trasferire o viaggiare tutti i giorni. Insomma, il mercato in Granda è più calmierato, ma spiccano delle figure molto ben pagate perchè l'unico modo di attrarle è quello retributivo”.

Gender pay gap

Miriam Quarti di Odm Consulting è poi intervenuta su compensation e leve di engagement, con un focus sul gender pay gap: “Il differenziale medio tra uomini e donne si attesta intorno all'11% in favore degli uomini. Tuttavia c'è da segnalare che stessi ruoli prevedono stessi stipendi, il problema è che le donne (43% del totale, ndr) ricoprono ruoli meno remunerativi. Nello specifico si segnala soltanto il 2% di donne in posizione di amministratore delegato, e questo sono addirittura pagate il 4% in più rispetto agli uomini”.

Non è corretto fare una analisi di gender gap sulla media generale – aggiunge Inis -. Ci sono infatti meno donne lavoratrici e soprattutto non ci sono donne che fanno percorsi tecnici e dunque hanno probabilità inferiori di arrivare a livelli apicali”.

Su questo tema torna anche Angaramo: “Occorre non tanto lavorare sulla parte retributiva, quanto stimolare formazioni tecniche sulle donne”.

Il convegno è stato anche l'occasione per ragionare su come attrarre e trattenere il personale, in particolare le figure chiave per le aziende. È emerso che le persone chiedono non solo welfare e stipendi alti, ma anche nuovi modi di lavorare, ascolto e partecipazione, inclusione e benessere, equità e trasparenza.

Salario minimo

A seguire Michele Tiraboschi, presidente della Commissione dell'informazione del Cnel, ha portato al tavolo le osservazioni e le proposte del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro in materia di salario minimo. Poi la posizione di Confindustria su salario minimo legale e minimi contrattuali esplicitata da Giacomo Bordone, delegato alle relazioni industriali Confindustria Cuneo. In conclusione si è tenuta una tavola rotonda, moderata dalla giornalista de “Il sole 24 ore” Filomena Greco, sul raffronto tra minimi contrattuali e salario minimo all’estero grazie agli interventi di Dario D’Addea di Alstom Ferroviaria e Alberto Tortone di Diageo Operations Italy.

 

Cristina Mazzariello

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