Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Livio Berardo.
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Il presidente uscente della Giunta regionale del Piemonte è venuto a Manta per farsi fotografare con qualche consigliere della sua maggioranza - nonché sindaco e assessori della nostra cittadina - per annunciare la riattivazione dal 2025 della tratta Cuneo-Saluzzo-Savigliano. Naturalmente i consiglieri mantesi di minoranza non erano informati, tanto meno gli amministratori di Cuneo e Saluzzo.
Il servizio sarà affidato a Longitude, una compagnia formata da un socio spagnolo e dall’ex capostazione Giuseppe Arena, la cui prima compagnia privata fallì 12 anni fa.
RFI, ossia Trenitalia, che aveva presentato opposizione contro Longitude e in alternativa aveva offerto se stessa per gestire il trasporto, dovrà mettere a disposizione le rotaie e le stazioni di sua proprietà. Gran parte di queste sono fatiscenti: serviranno costosi e lunghi lavori di restauro e messa in sicurezza. Quella di Manta è in buono stato perché concessa in uso al centro per l’autismo dell’Airone: se l’Airone rimarrà al suo posto per ragioni contrattuali, come funzionerà la convivenza fra le due attività? Se invece l’Airone verrà sfrattato che fine farà la sua preziosa opera educativa e assistenziale?
Le stazioni riattivate saranno presidiate? Già oggi a Savigliano e Cuneo le biglietterie rimangono aperte per poche ore al giorno. Il bar vicino che può vendere i biglietti è chiuso la mattina presto, la sera e tutta la domenica. Le macchinette automatiche sono quasi sempre rotte. Tuttavia si può fare il biglietto online, lo fa chi ha un computer e un buon collegamento Internet, che a Manta non sempre è disponibile. Ma da quando al Ministero dei trasporti c’è Salvini i biglietti per Frecciarossa si acquistano in un colpo solo (con i rincari dei periodi festivi), per i treni regionali veloci o no (spesso lentissimi, con soppressioni, ritardi e mancate coincidenze) dopo aver comprato “il titolo di viaggio”, bisogna fare il check in giornata. Dunque o si rimane svegli fino a mezzanotte e un minuto, o ci si alza molto prima del necessario.
Cirio non lo sa. Gli unici treni che prende sono quelli da inaugurare, tipo l’Alba-Caselle, con tutto già organizzato (qualche settimana dopo le prime disfunzioni, ritardi, bagni sporchi, materiale rotabile insufficiente).
Il consigliere Demarchi andrà a palazzo Lascaris qualche volta in treno? Se sì, sarà sempre in giorni feriali e in orari comodi. Oppure gli amministratori regionali hanno come i pendolari diritto all’abbonamento con tanto di detrazione fiscale, a meno che esso non rientri nelle indennità di carica?