Attualità - 12 aprile 2024, 06:45

Svelati i restauri delle meravigliose sale del Vescovado di Mondovì [FOTO]

Dopo un intervento durato quattro anni le sale delle lauree, dei vescovi e degli arazzi tornano a splendere con l'obiettivo di essere riaperte al pubblico. Ieri l'anteprima dei lavori realizzati grazie al contributo di Fondazione CRC e CRT, Regione Piemonte e 8xmille alla Chiesa Cattolica

Svelati i restauri delle meravigliose sale del Vescovado di Mondovì [FOTO]

Un patrimonio prezioso che la maggior parte dei monregalesi non ha mai visto. Sono stati svelati in anteprima ieri, giovedì 11 aprile, i restauri delle meravigliose sale del Vescovado di Mondovì, oggetto di un sapiente e attento restauro durato quattro anni. 

Un maxi intervento conservativo che ha interessato l'intero edificio alle porte dei giardini del Belvedere, reso possibile grazie al contributo economico di Fondazione CRC, Regione Piemonte, Fondazione CRT e l'8xmille alla Chiesa Cattolica

Lo stabile è dislocato su cinque livelli per 3.673 metri quadri coperti di superficie e 1850 di prospetti e conserva tre maestose sale: delle lauree, dei vescovi e degli arazzi. 

L'intervento ha interessato il tetto, i serramenti con il recupero di quelli 800eschi, gli ambienti del primo piano, gli impianti elettrici, l'adeguamento del vano ascensore, la levigatura dei marmi dello scalone principale e di quello laterale, la sistemazione dell'impianto fognario interno e nuova pavimentazione. 

Tornando a nuova vita le meravigliose sale del Vescovado di Mondovì, oggetto di un lungo e attento intervento di restauro. 

La presentazione, moderata da don Federico Boetti, si è svolta nella sala delle Lauree dove il vescovo della diocesi di Mondovì, Monsignor Egidio Miragoli ha accolto e ringraziato i presenti, le autorità civili e militari e i rappresentanti degli enti che hanno sostenuto il progetto, per poi illustrare la storia del vescovado e il percorso che ha portato ai restauri.

 

"Questo è l'intervento conservativo più importante dopo quello del 1902 - ha spiegato Monsignor Miragoli - che non sarebbe stato possibile senza l'impegno e il supporto degli enti che hanno creduto in questa idea. I restauri non sono ancora conclusi e non includono, al momento, le due sale cinesi, per le quali si sta pensando a un progetto. All'ultimo piano dell'edificio sono state ripristinate alcune sale che ospiteranno il museo diocesano. Oggi il grazie va a tutti coloro che, a vario titolo, non hanno mai perso fiducia e hanno contribuito alla realizzazione del progetto che presentiamo oggi".

Quattro scritte che raccontano

"Comincerò - ha proseguito il vescovo - con qualche fugace cenno storico su questo edificio soprattutto per chi lo frequenta per la prima volta. La storia del palazzo è alquanto significativa. Gli inizi più precisi coincidono con la nascita della diocesi nel lontano 1388. Possiamo immaginare quanti cambiamenti si sono succeduti, in questa dimora nel corso di oltre sei secoli. Impossibile documentarli con precisione, e tantomeno ripercorrerli ora.

Alcune scritte che segnano momenti importanti, però, possono aiutarci a comprendere il senso della storia di un luogo come questo. Che esse esistano, non è un caso e dice di un atteggiamento bello di chi ci ha preceduto: voler salvare alcuni passaggi, lasciarne memoria ai posteri. In questo giorno per noi sono tracce preziose.

Esse attestano l’antichità ma anche la vitalità di questo edificio, via via tenuto in vita, recuperato, e sempre più arricchito.

La prima scritta, in latino, racconta che: Giuseppe Antonio Corte, XXX vescovo nell’anno 1793 restituì ai posteri in più elegante struttura questa aula dell’episcopio un tempo sede dell’accademia subalpina abbellita con opere di pittura dai predecessori Giovanni Castrucci, Carlo Ripa, Giovanni Isnardi, con personaggi di Mondovì, illustri per pietà, cultura e dignità. Per l’ingiuria del tempo l’aula, in degrado ormai e in rovina, fu decorata di nuove opere di pittura e le fondamenta attrezzate per ambienti nuovi.

Una seconda scritta, più o meno coeva, recita: Il Pontefice Urbano VI fondò l’episcopato monregalese Giuseppe Antonio Maria Corte, XXX vescovo curò che venissero dipinti i ritratti dei vescovi monregalesi.

La terza è una piccola scritta nascosta nel sottotetto e incisa con mano incerta nel cemento ci ricorda anche di un intervento extra al tetto dovuto a una calamità naturale: “Ristorato nel 1887 dopo il terremoto del 23 febbraio”.

Una quarta scritta – e qui ritorniamo al latino - è posta sullo scalone e recita: Joannes Bapt. Ressia Episcopus XXXV Anno domini MCMII. Giambattista Ressia, XXXV vescovo, nell’anno del Signore 1902 restaurò dalle fondamenta questa parte del palazzo vescovile insigne dimora di S. Pio V quasi in oblio e in rovina per l’ingiuria del tempo così da riportare a più solida ed elegante struttura la cappella, la biblioteca, il refettorio, le stanze per il riposo, costruendo anche scale marmoree e dotando tutta la residenza di impianti di luce, riscaldamento ed acqua.

Mons. Ressia fu vescovo dal 1897-1932, un lungo episcopato di ben 35 anni. Nel 1902, era solo al suo quinto anno di episcopato e, data la giovane età, giustamente poteva permettersi di aggiungere, in perfetta sintesi: “sibi et successoribus” (per sé e per i successori)."

A presentare il dettaglio dell'intervento l'ingegner Luca Scotti, progettistadirettore dei lavori che, oltre a fornire i dettagli sulla complessità del restauro, ha ringraziato e ricordato anche tutte le ditte che hanno operato nel cantiere: Briatore Costruzioni Edili srl; Chiara restauri snc; S.IM.EL. di Basso Dario e Ghiglia Marco snc
Impresa Edile Danna Sas; Falegnameria Aimo Stefano snc; Termoidraulica F.Ili Mandrile snc; Ascensori Rossini srl; Ferrero legno spa; Fissolo gru srl; G.B.A. srl; Rozzo Primo e figli snc; Studio Luce srl; Savimacos srl; Bonvini Group srl e Azienda agricola Il Verde.

"Un intervento che non sarebbe stato possibile - ha concluso Scotti - senza il committente, Monsignor Miragoli, l'architetto Luciano Marengo, responsabile uffici BBCC della diocesi; il ragionier Gabriele Turco dell'economato della diocesi; don Gianluca Popolla, responsabile Consulta regionale BBCC; l'architetto Anna Garelli, codirettore lavori; il geometra Giovanni Briatore direttore del cantiere; la restauratrice Chiara Giani, il dottor Massimiliano Caldera, funzionario SABAP-TO tutela storico artistica e l'architetto Massimo Nappo, funzionario SABAP-TO tutela architettonica".


Il dottor Massimiliano Caldera ha poi mostrato le fotografie del Vescovado prima e dopo i restauri, illustrando nel dettaglio le opere che sono state oggetto di intervento, come la sala delle Lauree che ospita, come in una quadreria, i volti dei sapienti dall'antica Grecia fino agli uomini di cultura della storia di Mondovì.

In chiusura, prima della visita alle sale, l'intervento delle autorità: il sindaco di Mondovì Luca Robaldo che, riprendendo le parole del Vescovo pronunciare in occasione del Santo Natale, invitano a meravigliarsi, guardando al mondo con gli occhi del fanciullino; il questore di Cuneo Carmine Rocco Grassi; il presidente di Fondazione CRC Ezio Raviola, il consigliere di Fondazione CRT Giuseppe Tardivo e don Gianluca Popolla, responsabile Consulta regionale BBCC

Le sale al momento non saranno ancora visitabili perché dovranno essere terminati gli ultimi lavori, ma l'intenzione è quelle di aprirle presto al pubblico, garantendo il giusto equilibrio fra le due anime della struttura, luogo di abitazione e lavoro, con una fruizione turistica.

 

Arianna Pronestì

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