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Eventi | 15 aprile 2024, 17:27

Vinum Bimbi suscita i dubbi degli alcolisti in trattamento: “Non si può insegnare in questo modo il consumo moderato di alcol”

In una lettera inviata a Ente Fiera, Comune e Regione si mette in guardia sulle possibili conseguenze dell’avvicinare i minori al mondo del vino

Foto Dave Carletti

Foto Dave Carletti

Le associazioni ANICAT, ARCAT Piemonte, le associazioni dei club degli alcolisti in trattamento del Piemonte e le associazioni dei club alcologici territoriali esprimono il loro secco “no” all’iniziativa “Vinum Bimbi” in programma nel corso dell’omonimo evento, attraverso l’invio di una lettera al comitato organizzatore di Vinum Alba, il sindaco di Alba Carlo Bo, il presidente della Regione Alberto Cirio, gli assessori regionali Luigi Icardi, Chiara Caucino e Vittoria Poggio e la consigliera regionale Monica Canalis.

Nella missiva, una lettera inviata da un’associata del club degli alcolisti in trattamento, che riportiamo qui di seguito integralmente.

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Nei giorni scorsi sono venuta a conoscenza di un evento enogastronomico che il 26, il 27 e il 28 aprile, e il 4 e 5 maggio prossimi, coinvolgerà alcuni centri delle Langhe, del Monferrato e del Roero. Questa manifestazione, denominata “Vinum Alba” si definisce “la più grande enoteca a cielo aperto d’Italia”.

Scorrendo le innumerevoli offerte per il pubblico ha suscitato il mio sconcerto quella dal titolo “Vinum-Bimbi”. La proposta è sinteticamente illustrata nel sottotitolo: "Insegniamo ai bambini il ‘valore vino’ per il territorio delle Langhe, Monferrato e Roero, attraverso una delle attività più a loro congeniali, ovvero il gioco".

Non volendo trarre conclusioni affrettati ho ritenuto opportuno leggere con attenzione i dettagli della proposta dedicata ai fanciulli. Il testo promozionale dell’organizzazione, alquanto persuasivo, afferma: ‘Sarà attrezzata un’area bimbi a ingresso gratuito con giochi didattici realizzati artigianalmente in legno e materiali naturali e chiarisce che ”… sarà uno spazio gioco dove, in compagnia dei loro genitori, i piccoli visitatori potranno conoscere, divertendosi, le nostre magiche colline patrimonio mondiale Unesco e di poter riconoscere i paesaggi vitivinicoli e i loro prodotti come un valore per il nostro Territorio’. Si legge ancora: ‘Vino e bambini: due termini a prima vista difficili da coniugare tra di loro, ma così non è’.

Il connubio ‘Vino e bambini’ mi porta alla mente un’intervista dal titolo ‘Alcol tra i giovani’, realizzata nel 2022 dall’emittente televisiva “Primo Canale” al professor Gianni Testino, medico, specialista in medicina interna e gastroenterologia ed endoscopia digestiva, coordinatore del centro alcologico regionale della Liguria e direttore del reparto di alcologia dell’IRCCS Ospedale San Martino-Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova: “Il consumo e l'abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante e in forte crescita, in Italia come all'estero - affermava il professore - Quando gli adolescenti assumono alcolici, aumenta almeno del 30-40% la possibilità che quel ragazzo rimanga 'agganciato' all'alcol anche quando poi diventa adulto, rischiando di diventare un alcolista". “Iniziare a bere da molto giovani, o persino assaggiare il primo sorso di vino o birra dalla 'mano' dei propri genitori, non cambia nulla. Noi adulti molto spesso pensiamo di insegnare ai nostri figli come bere alcol in modo consapevole, moderatamente, ma purtroppo così non è".

Abbiamo la responsabilità, morale e civile, di tutelare la salute dei fanciulli e dei giovani, incoraggiandoli a consolidare comportamenti consoni a corretti stili di vita. Invogliarli ad assumere abitudini che potrebbero danneggiare irreparabilmente la loro salute e la qualità delle relazioni sociali che andranno a comporre, è un comportamento assurdo, contrario all’istinto innato di conservazione della specie.

Osservo attentamente le immagini di corollario: si tratta di fotografie che testimoniano in modo efficace le competenze “scenografiche” di chi ha programmato le attività ludico-educative la relativa documentazione. Il materiale e il processo di funzionamento dei diversi sussidi didattici sembrano decisamente di alta qualità e, per un ‘addetto ai lavori’, è facile comprendere quali siano gli obiettivi di apprendimento sottesi. Alcune parti del percorso sono dedicate alla tipologia idro-geografica del territorio, alle culture tipiche della zona collinare, all’allevamento, alla realizzazione di prodotti caseari e ai laboratori artigianali ma è evidente che, nella maggior parte,siano attività incentrate sulla produzione del vino. Alcuni elementi dei giochi riproducono fedelmente delle bottiglie di pregiato vino autoctono e riportano la loro denominazione. Risulta chiaro lo scopo di ripetere in modo così ridondante le denominazioni dei vitigni e delle tipologie dei vini locali.

Attualmente si hanno a disposizione innumerevoli strumenti didattico-educativi volti a favorire l’apprendimento di concetti e abitudini di vita quotidiana. E’ cosa nota che le informazioni apprese giocando vengano consolidate in modo stabile, nella mente dei bambini. Alcuni eventi, particolarmente significativi, entrano a far parte della memoria autobiografica, diventano parte di sé. Durante l'età evolutiva molti comportamenti si apprendono inconsapevoli, si registrano nella memoria come abitudini del tutto naturali, ne sono un esempio il vestirsi in modo consono al luogo e al tempo, il procurarsi il cibo, il parlare adeguando il registro comunicativo alla situazione, il divertirsi, il riposare quando la fatica si fa sentire.

E’ fondamentale porci queste domande: bere alcolici è veramente un gesto che si può annoverare tra quelli della normale rutine quotidiana, per gli adulti, oppure è considerato tale da buona parte della popolazione perché è un’abitudine che la specie umana ha consolidato nei millenni, tanto da condizionare stabilmente il comportamento delle persone? Brindare nelle occasioni di festa e convivialità è una tradizione di remota memoria. È indispensabile consumare alcolici per festeggiare un evento gioioso oppure viene compiuto a seguito di un condizionamento sociale ultra-millenario?

Gli adulti che si recheranno con i loro bambini a vivere l’esperienza di “Vinum” sono consapevoli che in questo modo condizioneranno stabilmente il comportamento dei figli in merito all’assunzione di bevande alcoliche? L’esempio dei genitori è fondamentale nel processo di acquisizione e consolidamento dei corretti stili di vita: perché non concediamo ai ragazzini la facoltà di scegliere se bere alcolici o non farlo quando saranno adulti?

Mi chiedo, in ultimo che cosa sia "il valore del vino" che il laboratorio vorrebbe fare scoprire ai bambini. Forse si fa riferimento all’immenso valore economico che comporta la produzione di vino? L’entità dei proventi ricavati dalla vendita di alcolici non è paragonabile a quello relativo al dispendio di risorse che comporta la cura delle innumerevoli patologie alcol correlate. Ritengo, quindi, che non sia eticamente corretto, da parte delle ditte viti-vinicole impostare un’operazione di marketing volta a garantirsi dei futuri consumatori, attraverso un’azione educativa evidentemente condizionante.

La legge tutela la salute dei bambini e dei giovani rispetto alla vendita delle bevande alcoliche, la legge 125 sull'alcol proibisce esplicitamente di fare pubblicità agli alcolici, diretta o indiretta, in luoghi frequentati da minorenni. Permettiamo ai fanciulli di essere tali, rispettando le loro peculiarità e agli educatori “autentici” di inventare o scegliere attività ludiche adatte alla loro età e soprattutto senza secondi fini.

redazione

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