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Cronaca | 23 aprile 2024, 20:21

Caso pandoro griffato Balocco-Ferragni, il Tribunale di Torino accoglie il ricorso del Codacons: fu inganno

La decisione, arrivata nella serata di oggi (martedì 23 aprile), potrebbe spianare la strada a migliaia di richieste di risarcimento

Caso pandoro griffato Balocco-Ferragni, il Tribunale di Torino accoglie il ricorso del Codacons: fu inganno

Il Tribunale di Torino ha accolto il ricorso presentato dal Codacons insieme con l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi e Adusbef, nei confronti dell’influencer Chiara Ferragni e della Balocco di Fossano sul caso del pandoro griffato “Pink Christmas”.

La decisione, che il Codacons in una nota non ha esitato a definire "clamorosa", è giunta nella serata di oggi, martedì 23 aprile.

Viene così sancito da parte del Tribunale che la campagna associata alla vendita del pandoro presentava elementi di ingannevolezza nei confronti del pubblico.

Potrebbe essere il preludio per migliaia di richieste di risarcimento da parte degli utenti ingannati.

Cosa dice la sentenza

Per la prima sezione civile del Tribunale di Torino (giudice dott.ssa Gabriella Ratti) "le modalità di pubblicizzazione e diffusione della pratica commerciale poste effettivamente in essere (anche) dalla società Balocco S.p.A. hanno lasciato intendere ai consumatori, contrariamente al vero, che, acquistando il 'Pandoro PinkChristmas', avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente al reperimento dei fondi utili al finanziamento in favore l’Ospedale Regina Margherita di Torino per l’acquisto di un nuovo macchinario, che avrebbe permesso di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing' – si legge nella sentenza - Anche la rilevante differenza di prezzo del 'Pandoro PinkChristmas' rispetto al suo equivalente pandoro Balocco classico ha evidentemente contribuito ad indurre nel consumatore il convincimento che nel maggior prezzo vi fosse una diretta contribuzione al reperimento dei fondi utili al progetto di beneficenza".

Dunque, prosegue il documento, "attraverso la diffusione di tale comunicato stampa, è stato lasciato chiaramente intendere ai consumatori che, acquistando il pandoro PinkChristmas, gli stessi avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente alla sponsorizzata donazione in favore l’Ospedale Regina Margherita di Torino, tant’è che è stato utilizzato un verbo futuro ('…le cui vendite serviranno a finanziare…') […]come correttamente evidenziato dalle parti ricorrenti, non è stato tanto il prezzo di per sé del 'Pandoro PinkChristmas', liberamente determinabile trattandosi di un mercato libero, quanto la sua messa in vendita ad un prezzo circa due volte e mezzo superiore rispetto a quello del classico pandoro Balocco ad aver evidentemente rafforzato il convincimento in capo al consumatore che, con l’acquisto del prodotto, egli avrebbe contribuito al reperimento dei fondi per il macchinario per la ricerca dei tumori ossei infantili in favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino e che tale contributo alla donazione fosse incluso proprio in tale maggior prezzo".

"La pratica commerciale in questione, poi, oltre ad essere contraria alla diligenza professionale, è stata quanto meno 'idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio' -prosegue la sentenza- I citati messaggi diffusi al pubblico, infatti, sono risultati idonei a fornire una rappresentazione scorretta dell’iniziativa benefica relativa al reperimento dei fondi per finanziare l’acquisto di un nuovo macchinario, che avrebbe permesso di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing da parte dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, lasciando intendere, contrariamente al vero, che acquistando il 'Pandoro PinkChristmas' il consumatore avrebbe potuto contribuire all’iniziativa".

Adnkronos

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