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Attualità | 24 aprile 2024, 16:19

Presente anche la sezione cuneese al 44° Convegno nazionale delle Caritas Diocesane

Il tema incisivo "Confini, zone di contatto, non di separazione" ha indotto profonde riflessioni

Immagine di repertorio

Immagine di repertorio

L'evento ha riunito oltre 600 delegati provenienti dalle 218 Caritas diocesane di tutta Italia, dando vita a quattro giorni intensi di riflessioni e prospettive innovative.

Siamo chiamati a porre segni di speranza” sono queste le parole con cui il presidente di Caritas Italiana, don Marco Pagniello ha tirato le fila del convegno nazionale della Caritas diocesane che si è tenuto a Grado dall’8 all’11 aprile.

Da un convegno non possiamo pensare di ricevere grandi cambiamenti ma aiuto per sostenere ciò in cui crediamo.

I confini sono zone di contatto non una linea tra dentro e fuori. Come una porta, permette di uscire ed entrare ma si può anche chiudere e bloccare e mentre chiudi l'altro fuori, in realtà chiudi anche te stesso dentro.

Molte sono le chiavi di lettura della parola "confine".

Questo convegno ci ha aiutato ad andare un passo oltre. Non a caso si è svolto in una zona dove la valorizzazione del confine Italia-Slovenia rimane a sottolineare che le differenze si possono valorizzare, metterle in comunicazione, rese feconde.


Quanti confini mettiamo nelle nostre vite - Costanza

Cosa mi porto a casa dal Convegno?

Un tema fondamentale: i confini fragili hanno bisogno di risposte, di comunicazione, di parola... anche se questo significa darsi tempo e vigilare sulla violenza.

Dal parlare "di" al parlare "con" senza costruire nemici.

Ripensare i confini come "zone di contatto " e non di separazioni ed egoismi che portano inevitabilmente a conflitti.

In questo tempo nel quale sto sperimentando il mio di "confine" personale per i cambiamenti avvenuti nella Diocesi di appartenenza, rivalutare il mio pensiero di restrizione in un ampio allargamento di confine dove la convivenza diventa una fruttuosa collaborazione è benefico.

La Fede crede, la Speranza aspetta. Solo la Carità è capace di anticipare, cioè di trascinare dentro al confine della nostra storia umana la forza del Risorto.

I confini, i prossimi luoghi dove nascerà il cambiamento - Giulia

Mi chiamo Giulia, ho 23 anni lavoro in Caritas da tre anni, quest’anno ho partecipato al mio terzo convegno nazionale delle Caritas diocesane a Grado.

Cosa mi lascia questo convegno? La speranza e l’energia per essere possibilità di un cambiamento per il futuro.

Nei quattro giorni di convegno ho rivisto giovani conosciuti lo scorso anno ma ne ho conosciuti altrettanti, giovani con la voglia di mettersi al servizio di chi arriva e che si sente perso/a.

Giovani che mettono a disposizione le proprie capacità e curiosità per trovare la giusta strada. Ogni giorno in Caritas incontro persone di nazionalità e con storie totalmente diverse dalla mia, miei coetanei che partono alla ricerca di un futuro, di una possibilità.

Il mio pensiero in questi mesi è rivolto a tutti i conflitti in corso che sembra che l’intero mondo tenda ad evitare.

Molti adulti sostengono che i giovani siano una generazione che vive con i telefoni, che sembra alienarsi dal mondo e chiudersi nella propria comodità e confortevolezza quotidiana.

La verità? I social, oggi, sono diventati fonte di informazione e formazione se ne facciamo buon uso.

Ogni giorno, aprendo i social, sono tempestata da video e immagini che parlano di conflitti, di giovani come me che attraversano il deserto per dare un futuro a se stessi e alla propria famiglia.

Racconti che mi lasciano l’amaro in bocca perché le istituzioni di tutte le Nazioni sembrano essere quasi indifferenti davanti a tali sofferenze e alla violazione dei diritti umani.

In questi giorni ho conosciuto giovani che come me credono nella possibilità di cambiamento, nel creare nuovi legami, nel creare collaborazioni e idee nella speranza di creare il miglior mondo possibile per il domani.

Quello che mi porto a casa è la bellezza che ci sono persone che si mettono al servizio di chi ha bisogno abbattendo le barriere che solitamente siamo abituati a creare per proteggerci e allontanarci da ciò che definiamo “diverso” perché appartenente ad una cultura, Paese e storia diversa dalla nostra.


La casa, il tema del prossimo decennio - Enrico

Poco prima della partenza per il Convegno Nazionale, abbiamo presentato il report sulla povertà cuneese.

Da questa presentazione emerge come le richieste di aiuto siano in aumento ed anche in modo significativo.

In particolare notiamo un incremento di giovani sotto ai 35 anni che vengono a chiederci aiuto, soprattutto perché disoccupate o con condizioni di lavoro precario o lavoro povero non sufficiente a sostenere la vita della propria famiglia. Cresce anche il numero delle persone sole, in particolare anziane.

Nel report ci soffermiamo su due problematiche in particolare: la casa, non solo il problema di pagare le spese della casa, ma la difficoltà a trovare una casa in particolare per gli stranieri. È presente una forte diffidenza e sfiducia.

In secondo luogo il tema già citato del lavoro povero, precario e sottopagato che non garantisce uno stipendio adeguato.

A partire da questi dati noi ci siamo interrogati come Caritas ed abbiamo pensato che forse non serve solo implementare servizi per dare risposte.

Serve forse sempre di più avere luoghi di relazione, dove ascoltare le persone e comprendere le loro necessità per poi accompagnarle nel loro cammino di vita (almeno per un pezzetto), ma anche luoghi dove incontrarsi come enti, associazioni ed organizzazione per condividere, confrontarsi e lavorare in Rete.

È più difficile e richiedere più energie, ma a lungo termine è molto più efficace del lavorare da soli.

Credo quindi che le due parole chiave su cui investire energie siano l'accompagnamento delle persone e coltivare la rete sociale del territorio per un agire comune.

Il nostro progetto Habitat va proprio in questa direzione. Non vuole essere la soluzione ai problemi dell'abitazione, ma uno stimolo, un primo tentativo di superare l'ostacolo, una sperimentazione che se risulterà efficace sarà messa a disposizione della rete territoriale.

comunicato stampa

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