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Attualità | 25 aprile 2024, 12:21

Partecipata Festa della Liberazione a Mondovì che ha posto una targhetta in in memoria di Anna Segre [FOTO]

Presso lo scalone di via Delvecchio l'orazione ufficiale tenuta dalla dottoressa Claudia Bergia, presidente dell'associazione partigiana "Ignazio Vian"

Partecipata Festa della Liberazione a Mondovì che ha posto una targhetta in in memoria di Anna Segre [FOTO]

Ampia partecipazione oggi a Mondovì per la Festa della Liberazione.

Una cerimonia sentita dalla comunità monregalese che ha partecipato numerosa al corteo per le vie di Breo, oltre ad associazioni, rappresentanti delle istituzioni civili e militari tante famiglie e bambini, oltre al gruppo della Donne in cammino per la Pace che da mesi, chiede il cessate il fuoco. 

Dopo la tradizionale celebrazione presso la chiesa di Sant’Agostino il corteo ha percorso via Piandellavalle, piazza S. Maria, Maggiore, via Prato, corso Statuto fino al Palazzo Municipale dove è stata deposta la corona d'alloro presso le lapidi poste all’esterno dell’edificio. 

Con l'accompagnamento della Banda Musicale di Mondovì i presenti hanno poi scoperto la targhetta in memoria di Anna Segre (in piazza Cesare Battisti 1), realizzata su suggerimento dell'associazione Cordero Lanza di Montezemolo onlus.

Nata a Carmagnola, sposata con Isacco Levi, ebbe tre figli: Pia, Aldo e Beniamina, ricordati con la posa di una pietra della memoria a Breo nel 2018. Arrestata a Saluzzo venne deportata nel campo di sterminio di Auschwitz. 

 

"Un momento di celebrazione collettiva per la riconquista della libertà, ma soprattutto la commemorazione della vittoria dell’umanità sulla barbarie, della luce democratica sulle tenebre della dittatura, del respiro della pace sui venti della guerra. - il commento del sindaco, Luca Robaldo - "La Festa della Liberazione rappresenta, dunque, uno spartiacque imprescindibile nella nostra storia nazionale e nell’evoluzione della nostra Comunità. Come città Medaglia di Bronzo al Valor Militare, Mondovì ha saputo scrollarsi di dosso il peso della dittatura fascista e dell’occupazione nazista anche grazie a chi non si è tirato indietro e ha scelto di sacrificare la propria vita per un futuro migliore. Il 25 aprile, allora, come festa condivisa che sappia omaggiare coloro che ci hanno restituito la dignità di popolo libero, come occasione per riflettere sulla grandezza fragile della democrazia e come efficace chiave di lettura per interpretare le distorsioni e le crisi della società contemporanea".

Dopo la deposizione della corona d'alloro al monumento ai caduti in piazza della Repubblica, dove è stato intonato l'Inno d'Italia, il corteo ha raggiunto il monumento dello scalone, in via Delvecchio, per l'orazione ufficiale. 

Qui il sindaco ha ricordato due importanti figure: Giacomo Matteotti e Luigi Einaudi, evidenziando il fondamentale contributo che hanno dato per la difesa dei valori della Res Publica e nel garantire libertà e dignità a tutti noi. 

"Due uomini illustri, - ha detto Robaldo - testimoni della democrazia, difensori delle libertà individuali che, pagando anche con la vita, hanno sancito il trionfo dei valori della Repubblica".

 

L'orazione ufficiale è stata affidata alla dottoressa Claudia Bergia, vice prefetto di Cuneo, figlia di un partigiano combattente del comandante Piero Cosa e presidente dell’associazione partigiana “Ignazio Vian”.

"La Resistenza - ha detto - è stata uno straordinario atto d’amore verso il nostro paese e il suo futuro.

Un atto d’amore  scolpito nei nostri cuori, nei monumenti, nelle lapidi,  sulle pietre dei cippi dei caduti, il cui generoso sacrificio, valso alla città di Mondovì la medaglia al valore “ per la sua devozione esemplare alla patria e agli ideali di libertà per tutta la durata della lotta”, ci insegna ancora oggi cosa sia il senso di appartenenza, il perseguimento del bene comune, il mutuo riconoscersi e credere in un’identità collettiva, l’etica della responsabilità, la coerenza nel difendere le proprie idee, il coraggio di ribellarsi alle ingiustizie, all’oppressione e alla violenza."

"La Resistenza - ha proseguito la dottoressa Bergia - è stata uno straordinario atto d’amore verso il nostro paese e il suo futuro.

Un atto d’amore  scolpito nei nostri cuori, nei monumenti, nelle lapidi,  sulle pietre dei cippi dei caduti, il cui generoso sacrificio, valso alla città di Mondovì la medaglia al valore “ per la sua devozione esemplare alla patria e agli ideali di libertà per tutta la durata della lotta”, ci insegna ancora oggi cosa sia il senso di appartenenza, il perseguimento del bene comune, il mutuo riconoscersi e credere in un’identità collettiva, l’etica della responsabilità, la coerenza nel difendere le proprie idee, il coraggio di ribellarsi alle ingiustizie, all’oppressione e alla violenza.

È dalla Resistenza che sono nate la nostra repubblica, la nostra democrazia, la nostra carta costituzionale.

Quella meravigliosa costituzione di cui l’antifascismo, lungi dall’esser solo una parola, ne rappresenta la radice e lo spirito profondo.

L’antifascismo.  Il filo che lega la lotta di liberazione, intesa anche come liberazione dalla sopraffazione, dalla privazione delle libertà personali, dal condizionamento del consenso, alla carta costituzionale.

Una carta costituzionale antifascista ma anche  antirazzista, perché’ si fonda sulla libertà, sull’uguaglianza, sulla democrazia, su una società aperta che si arricchisce nelle diversità".

La dottoressa ha poi ringraziato per la presenza le Donne in Cammino per la pace, vestite a lutto, senza bandiere politiche che, da tempo, in maniera silenziosa chiedono il cessate il fuoco.

La cerimonia si è conclusa sulle note di "Bella Ciao". 

Arianna Pronestì

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