Cronaca - 26 aprile 2024, 19:25

Danneggiato il noccioleto del governatore Cirio. "Un gesto di invidia"

L'atto vandalico un anno fa in un appezzamento di Cherasco. A processo un 64enne. L'avvocato Ponzio: "Situazione singolare. L'uomo ha espresso contrizione per l'accaduto, ma si rifiuta di risarcire i danni"

Foto di repertorio

Foto di repertorio

All'inizio si era pensato a un gesto di matrice politica, ora l'idea che sta emergendo è quella di "un gesto di invidia sociale". Un anno fa, sabato 1° aprile, uno dei noccioleti dell'azienda agricola "Le nocciole delle Langhe" del governatore Alberto Cirio a Cherasco è stato vandalizzato.

Cento giovani piante, messe a dimora circa un mese prima, nel terreno di circa 5 ettari concesso in affitto alla società di proprietà del governatore, da parte dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Alba, sono state estirpate o private dei germogli con delle forbici.

I dipendenti dell'azienda agricola si sono accorti del vandalismo il lunedì mattina, mentre si dirigevano verso gli appezzamenti per irrigare le giovani piantine, in via La Morra. e hanno allertato i carabinieri di Cherasco. Il responsabile, R.G., un 64enne di Cherasco, ha confessato il reato. Il processo a suo carico per danneggiamento aggravato è in corso presso il tribunale di Asti, dove il 12 settembre ci sarà l'udienza presieduta dalla dottoressa Elisabetta Chinaglia, presidente della sezione penale. Il 64enne è difeso dagli avvocati Silvano Stroppiana e Claudia Appendino.

L'avvocato albese Roberto Ponzio, che rappresenta l’azienda del governatore, ha dichiarato: "Le ragioni del gesto sono ignote. Sembra che l'autore abbia agito per invidia nei confronti del successo economico del governatore. Il suo comportamento è comunque singolare, da un lato esprime contrizione per l'accaduto, dall'altro non pare intenzionato a rifondere i gravi danni causati".

Il legale si è rivolto a un tecnico per la quantificazione dei danni, che paiono articolati: in parte sono legati ai lavori di sistemazione, alla necessità di una nuova fornitura e messa a dimora. Un altro aspetto riguarda, invece, il mancato attecchimento delle piante che causerà un ritardo nell’entrata in produzione, facendo perdere un anno di raccolto.

Redazione

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