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Attualità | 26 aprile 2024, 15:32

A Saluzzo un partecipato 25 Aprile con Walter Veltroni, emozione e commozione

"Il fascismo aveva tolto la libertà agli italiani, l'antifascismo l'ha restituita”. Il contrario della parola fascismo è libertà; libertà è democrazia": sono stati i concetti chiave. La commozione del sindaco Calderoni al suo ultimo 25 Aprile. Alla cerimonia una numerosissima partecipazione. Foto gallery

Saluzzo, Festa della Liberazione 2024, oratore ufficiale Walter Veltroni

Saluzzo, Festa della Liberazione 2024, oratore ufficiale Walter Veltroni

Non si può non dichiararsi antifascisti”.  "Il fascismo – ha affermato Walter Veltroni oratore ufficiale del 25 aprile a Saluzzo– aveva tolto la libertà agli italiani, l'antifascismo l'ha restituita. Non è una verità discutibile. E' un dato di fatto, il fascismo va collocato nella sua realtà storica".

L’onorevole Veltroni sottolinea cosi il valore della Festa della Liberazione, davanti ad una numerossima platea, nei giardini della Rosa Bianca. “Il 25 aprile, data meravigliosa, perchè prima di questa data c’era la guerra, il fascismo, l’occupazione straniera. Da qui in poi, inizia un grande cammino, che dal ‘45 ha portato all’Italia di oggi". Si è arrivati alla Liberazione attraverso un percorso di dolore, la lotta partigiana, la Resistenza che tutti hanno il dovere di ricordare come “orgoglio italiano”, con gratitudine verso il sacrificio di tanti morti che hanno assicurato con altruismo la Libertà, espressa poi nella nostra Costituzione, grazie alle tante e diverse voci dialoganti che l’hanno costruita.  

"La Costituzione c’è, perché abbiamo vinto noi - disse in Senato nel 1987, Vittorio Foa al senatore MSI Giorgio Pisanò, ha riportato l'onorevole come esempio di differenza capitale tra dittatura e democrazia. ”Se aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore”.

Veltroni, la cui orazione sarà possibile ascoltare a breve sul sito del Comune di Saluzzo, ha toccato passaggi nodali del Ventennio fascista, per andare al tema dell’indagare il perchè gli italiani credettero a questa tragica suggestione: a cominciare dal discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925 sul “delitto Matteotti” di cui il duce si assunse la responsabilità "morale" e che è considerato l’incipit della dittatura. 

"Da quel momento in Italia cambia tutto. Quando si è costretti a indossare la divisa di un colore, non importa quale, l’essere umano perde il diritto di essere se stesso”. Veltroni cita la promulgazione delle leggi razziali del 1938 e un episodio toccante della vita di Sami Modiano (protagonista del suo libro "Tana libera tutti") deportato ad Auschwitz, uno dei pochi sopravvissuti (“sopravvissuto per testimoniare” ) che allora frequentava la terza elementare. Aveva solo otto anni quando fu espulso dalla scuola di Rodi, all’epoca territorio italiano. Fu per lui uno dei momenti più tristi della sua esistenza, già tanto dura. Il maestro non gli spiegò il perchè e lui corse dal padre per chiederglielo. “Perchè sei ebreo” fu la risposta. Quanti insegnanti ebbero il coraggio di opporsi?

E, il 10 giugno del 1940 Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia a Roma annunciò l'entrata dell'Italia in guerra al fianco della Germania. La piazza, trasmessa dalle immagini dei documentari, era un tripudio di entusiasmo, con il duce "che ebbe il cinismo di dire che aveva bisogno di qualche migliaia di vite umane. Furono centinaia di migliaia in realtà i giovani soldati, la maggior parte di famiglie povere, mandati a morire".

Il Fascismo è il contrario di libertà che è sinomimo di democrazia. Nella storia italiana non dichiararsi antifascisti significa non dichiararsi democratici. E’ il concetto pilota del suo intervento. “Ma non pensiamo pensare sia acquisita per sempre. La democrazia va mantenuta. Oggi si fanno strada autocrazie nel mondo con il ricorso a vie brutali contro gli oppositori". Vedasi le dichiarazioni di un candidato alla presidenza degli Stati Uniti, alla Russia di Putin. "La Democrazia è fondata sul rispetto dell’espressione popolare e porta libertà, mentre le autocrazie portano la guerra", invocata anche come “igiene del mondo”.

Allora che il  25 aprile non sia solo una festa di Carnevale, ha concluso Veltroni ma con la gratitudine immensa a chi ha donato la vita per la Libertà, sia per tutti un sussulto per mantenerla, anche attraverso la tanto vituperata politica.

"La Resistenza è sempre stata un punto di riferimento valoriale nel nostro percorso politico amministrativo. Un’occasione di rilancio dei profondi valori democratici,  lo spunto per il confronto e progetti didattici e culturali - ha evidenziato il sindaco Mauro Calderoni, presentando Veltroni come ospite speciale a Saluzzo.

Una persona che ha ispirato noi giovani che ci affacciavamo alla politica negli anni ‘90 perché sapeva andare oltre le storie dei partiti e raccontava di voler costruire una forza politica aperta, plurale, inclusiva. Molti di noi, ragazzi di allora, gli devono molto. Ha sottolineato il primo cittadino, al termine del suo secondo mandato, al suo ultimo 25 Aprile, con la voce rotta dalla commozione, il silenzio delle lacrime coperto dall’applauso di tutti e dall'elogio di Veltroni. 

“Mi pare enorme, se non impossibile, aver compiuto con tutti voi questo incredibile percorso, aver potuto indossare questa fascia e servire la nostra città.

Sul significato della Festa della Liberazione e sul concetto di antifascismo: "Si contraddicono nel non dirsi antifascista la Premier, il cognato Ministro o il presidente del Senato che tali ruoli hanno assunto proprio grazie a quella Costituzione che in parte contestano.

La maldestra censura del monologo di Antonio Scurati è la cartina di tornasole di quel sottobosco che crede di poter dire l’indicibile sotto l’ala protettrice dalle attuali più alte cariche dello Stato, ma ottiene l’effetto contrario, rianimando uno spirito democratico e libertario diffuso".

Parole che hanno voluto fotografare la grande partecipazione alla fiaccolata di mercoledì 24 aprile tra Saluzzo, Manta e Verzuolo, all'iniziativa “E' questo è il fiore” davanti alle lapidi dei caduti, organizzata dall’Anpi locale e la numerosa presenza ai giardini della Rosa Bianca: vescovo, autorità civili e militari, associazioni combattestistiche e d’arma, cittadini.

Della "bellezza delle piazze" per il 25 aprile ha parlato con soddisfazione Paolo Allemano, presidente Anpi provinciale, rilevando in esse la voglia di "contatto umano, l’emozione e la concentrazione" . E, anche un poco di preoccupazione per il futuro che pensa al riarmo più che ai bisogni di welfare o della sanità o ancora ai luoghi di accoglienza dei lavoratori stranieri.

Contro la generale tendenza degli individui ad accettare passivamente lo status quo e la sua deriva, la necessità per Allemano di dichiararsi “fieramente antifascista”, per non far la fine della rana bollita, secondo il principio metaforico del filosofo statunitense Noam Chomsky, in base al quale la rana che viene messa nell'acqua tiepida, con la fiamma bassa, non avverte il calore, ma si adatta e finisce pian piano bollita, senza trovare la forza di reagire.

Con Giorgio Rossi, presidente Anpi Saluzzo e valle Po, il ricordo è andato a Nino Garzino, partigiano della Brigata Giustizia e Libertà della valle Varaita, morto a 100 anni, lo scorso anno, allargandosi ai giovani della Resistenza, agli scenari attuali, e al proposito d’azione. "Oggi per noi dell’Anpi è finito il tempo delle commemorazioni, delle corone di fiori che appassiscono, delle belle parole che lasciano il tempo che trovano.

E' arrivato il tempo di puntare i piedi e di impugnare la costituzione contro i politicanti corrotti di qualsiasi colore, contro ogni tipo di ingiustizia, contro il razzismo becero e il populismo sciocco, imparando a dire fascismo e non sovranismo, a dire crimini di guerra, quando questi sono davanti a occhi di tutti e difendere con ogni mezzo il nostro pensiero.

I giovani di 80 anni fa hanno saputo combattere e morire per un sogno, noi oggi impegnamoci perchè il loro sacrificio non sia stato inutile, lottando per un mondo veramente giusto per tutti".

Giusto da ogni punto di vista, anche economico, con l’invito da parte di Rossi a vedere le code al mattino davanti all’ Emporio solidale Caritas in piazza Vineis, a cui ricorrono anche tanti italiani al di sotto della soglia di povertà. 

La sigla finale, come quella iniziale e centrale dei momenti celebrativi ,è stata a cura del complesso bandistico Città di Saluzzo. Prima in piazza XX Settembre poi in corteo, attraversando corso Italia fino all’arrivo ai giardini della Rosa Bianca per l’omaggio al monumento della Resistenza.

La rassegna “Aprile, un mese di Resistenza” - ha ricordato l'assessore Andrea Momberto coordinatore della cerimonia - continua con l'appuntamento di martedì 30 aprile, alle 18,30 nella sala tematica de “Il Quartiere” con il racconto di "Il nuovo volto della Memoria" del progetto “Promemoria Auschwitz”, restituzione pubblica  del viaggio effettuato al lager da un gruppo di studenti saluzzesi. 

 

Vilma Brignone

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