Come ai tempi della Prima Repubblica tornano in auge le “geometrie variabili”.
Per quanto riguarda la provincia di Cuneo è emblematico il caso di Azione, il partito di Calenda/Costa che alle regionali – complice anche la legge elettorale – dà il proprio convinto appoggio al candidato presidente del centrodestra Alberto Cirio ma alle comunali sta ben saldo nell’alveo del centrosinistra.
In verità – a scanso di equivoci e per non fornire il destro ad accuse di opportunismo - né in un caso né nell’altro compare il logo “Azione”, che resta dunque attivo solo in seno all’Amministrazione provinciale.
L’ultimo caso, quello di Alba, con l’appoggio di Giacomo Prandi e delle sue “Energie Nuove” al candidato sindaco del centrosinistra Alberto Gatto, è stato oggetto di vivace scambi di comunicati nei giorni scorsi tra i vari livelli del partito.
Ma la stessa situazione – con la sola eccezione di Fossano dove Gianfranco Dogliani si è chiamato fuori dalla mischia – si registra anche in altre due delle quattro “sorelle” della Granda che vanno al voto a giugno.
A Bra, i due “veterani” terzopolisti Federico Dellarossa e Beppe Rosciano non hanno avuto indugi a schierarsi con Gianni Fogliato, candidato sindaco del centrosinistra, anziché con Massimo Somaglia, espressione del centrodestra.
A Saluzzo, il giovane segretario provinciale Andrea Vassallo è candidato nella lista “Città Futura”, una delle sei che costituiscono la coalizione di centrosinistra civico “Insieme si può” e che appoggiano la corsa del candidato sindaco Franco Demaria.
Il marchio “Granda in Azione” – dicevamo – regge in Provincia dove, oltre al presidente Luca Robaldo (qualcosa di più di un semplice simpatizzante di Azione ma pur sempre formalmente “indipendente”), il gruppo conta su tre consiglieri provinciali: Pietro Danna, Vincenzo Pellegrino e Anna Maria Molinari.
La presenza della piccola pattuglia di Azione, ramificata sul territorio della Granda, si è rivelata in questi anni soggetto vivace ed attivo nel dibattito politico provinciale.
L’esito delle urne sarà dunque determinante per capire se il partito di Carlo Calenda ed Enrico Costa riuscirà a monetizzare in termini di consensi – sia in ambito regionale che amministrativo - la mai tramontata politica dei due forni di andreottiana memoria.